Chiesa Cattolica – Italiana

Il grido della terra raccontato da Ridhima Pandey

Al Villaggio per la terra di Villa Borghese a Roma la presenza della giovanissima attivista indiana che si batte per l’ambiente, protagonista del docufilm “The Letter: A message for our”, ispirato alla Laudato si’: ho visto persone morire a causa dei cambiamenti climatici, è importante fermarci prima di distruggere il pianeta

Beatrice D’Ascenzi – Città del Vaticano

Un attivismo iniziato da giovanissima quello di Ridhima Pandey, quando a nove anni nel marzo 2017, presenta una petizione contro il governo Indiano presso il National Green Tribunal (NGT) – tribunale istituito in India per trattare i casi ambientali – denunciando le inadempienze del suo Paese. Ospite al Villaggio per la terra, la Pandey ha raccontato a Vatican News la sua lotta per il clima e il suo impegno per rafforzare la consapevolezza intergenerazionale.

La partecipazione al docufilm The Letter

Le sue battaglie per la salvaguardia dell’ambiente l’hanno portata a partecipare al film documentario The Letter: A message for our presentato nel 2022 da YouTube Originals e diretto dal regista Nicolas Brown. L’opera racconta la storia dell’enciclica Laudato si’ di Francesco e presenta le storie di attivisti ambientali di tutto il mondo, persone di diverse nazioni e fedi, ognuno dei quali rappresenta una voce inascoltata nella conversazione sulla crisi planetaria. Il film mette al centro della trama il dialogo esclusivo con il Papa, offrendo approfondimenti sulla sua storia personale e scorci inediti sul suo insediamento. Incontrare il papa per Ridhima Pandey è stata un’emozione fortissima: “Non avrei mai immaginato di poter ricevere una sua lettera. Andare da lui e incontrarlo è stato come un sogno, sono molto contenta di aver avuto la possibilità di partecipare al film”. Un’esperienza che ha dato una grande visibilità all’idea di tutelare la casa comune, come sottolinea la giovane ambientalista. “Questo film ha avuto 8 milioni di spettatori, non posso nemmeno immaginare la grande differenza a cui ha dato origine dopo essere stato distribuito”.

Le conseguenze della crisi climatica e le generazioni future

La giovane Indù si batte soprattutto per preservare le condizioni dell’acqua del fiume Gange, che nella sua religione è vista quasi come una madre, e per garantire condizioni di vita adeguate al suo popolo che ancora oggi risente delle conseguenze durissime della siccità e dell’inquinamento. La sua idea è che proprio i ragazzi siano i più vulnerabili e che gli sforzi collettivi degli adulti debbano aiutarli ad accedere a un futuro più sicuro e senza incubi. “Ho visto persone morire a causa dei cambiamenti climatici – prosegue Pandey – la terra sta piangendo, per questo è importante fermarci prima di distruggere l’intera umanità”. Un impegno che deve coinvolgere tutte le generazioni, come spiega ancora l’attivista. “Stiamo lottando per diffondere un messaggio legato alla cura del pianeta. Anche gli adulti se vedessero il film capirebbero che stiamo cercando di proteggere la nostra Casa comune, un luogo che appartiene a tutti. Sono loro che stanno disegnando il futuro e la mia vita dipende da quanto faranno”.

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