Il giovane Bergoglio davanti all’Eucarestia

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Dalla sua casa nel quartiere di Flores, alla periferia di Buenos Aires, il giovane Jorge Mario andava in autobus fino al centro della città per raggiungere la Basilica del Santissimo Sacramento. In quella chiesa, trascorreva il sabato sera a pregare. Al primo piano della Basilica, in una grande stanza ancora oggi in uso, insieme al fratello Oscar e ad alcuni amici e compagni si concedeva dei momenti di ricreazione e riposo. Proprio lì, l’attuale Pontefice sentì la frase che lo risvegliò e che non dimenticò mai: “Venite adoremus”.  Sono questi alcuni dei ricordi che emergono dalla Lettera che Papa Francesco ha inviato lo scorso aprile al giornalista Lucas Schaerer dopo aver ricevuto la fotocopia di un registro degli anni ’50 custodito nella Basilica, con il suo nome scritto a mano accanto a quello di suo fratello. Nella missiva – pubblicata dal settimanale cattolico d’informazione “Alfa y Omega”, nel numero 1.209 – edito dalla Fondazione Sant’Agostino, legata all’Arcivescovado di Madrid, Spagna – il Papa scrive: “Mi ha commosso la fotocopia del registro sull’adorazione notturna”. È stata la prima volta che il Pontefice ha parlato di questo dettaglio della sua vita.