Chiesa Cattolica – Italiana

Il dramma dell’India, devastata dal Covid e dalla malnutrizione

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

La velocità di propagazione del virus in India, con le relative infezioni e morti, è impressionante, e l’allarme per le prossime settimane è altissimo. Venti milioni i casi in tutto il Paese, 220mila i decessi in totale, nelle ultime 24 ore si sono registrati oltre 350 mila nuovi casi e 3.500 morti, ma sono cifre per difetto, assicurano gli esperti. Il gigante asiatico da un miliardo e 400mila abitanti, sta vivendo una tragedia infinta, persone che muoiono in strada, ospedali saturi e senza ossigeno né ambulanze, tempi lunghissimi per sottoporsi ad un test per il Covid e medicine di base quasi esaurite, con le persone – denunciano le testimonianze – che prendono quelle scadute, perché “saranno un po’ meno efficaci ma almeno è qualcosa”. A cadere sotto i colpi del virus persino il torneo di cricket, sospeso a tempo indeterminato. Un aspetto decisamente folkloristico, ma che dà la misura della situazione se si pensa che l’Indian Premier League è il più ricco torneo di cricket nel mondo, sesta competizione sportiva per valore economico, dietro al football americano e al calcio europeo.

Il dramma dei vaccini

L’india produce oltre il 60% dei vaccini contro il coronavirus, finora ha fornito decine di milioni di dosi di Astrazeneca. Eppure è assolutamente carente in quanto ad approvvigionamento e la campagna di vaccinazione sta andando di molto a rilento: da gennaio solo il 10% degli abitanti ha ricevuto una dose di vaccino, solo l’1,5% entrambe. Tutto questo non fa altro che alimentare la polemica politica, con le opposizioni che vanno all’attacco dell’esecutivo del premier Narendra Modi, facendo pesare su di lui l’impennata di contagi, provocata dai comizi elettorali organizzati dal Bjp, il partito di Modi, ma anche per aver dato il via libera al gigantesco festival indù della Kumbh Mela, sulle rive del Gange, dove si sono immersi migliaia di fedeli.

L’impatto sull’accesso al cibo

Ad aggravare la già drammatica situazione, c’è la difficoltà di accesso al cibo, una sfida per milioni di persone, denuncia l’organizzazione Azione contro la fame, che opera in quattro stati, Maharashtra, Madhya Pradesh, Rajasthan e Gujarat, garantendo supporto nutrizionale alle famiglie più in difficoltà. “Gli ospedali sono in situazione di grandissima difficoltà, così come gli obitori – racconta a Vatican News il direttore generale di Azione contro la fame, Simone Garroni –  abbiamo tutti visto le pire di fuoco con i cadaveri bruciavano, immagini davvero incredibili. Tutto questo ha conseguenze non solo sul fronte sanitario, ma anche sul fronte dell’igiene e, soprattutto, su quello della dell’alimentazione che poi ci tocca più da vicino”. L’organizzazione si rivolge perlopiù alle donne in stato di gravidanza, alle neomamme e ai bambini inferiori ai cinque anni di età. “È la parte della popolazione che più immediatamente soffre ed è a rischio sia da un punto di vista sanitario che alimentare – spiega ancora Garroni – noi ci occupiamo da un lato di aiutare la situazione sanitaria, portando kit negli ospedali, mascherine e disinfettanti, ne abbiamo distribuiti 550 mila nell’ultimo periodo. Ci occupiamo di fare anche attività di informazione e di prevenzione del Covid, quindi favorendo il distanziamento e la circolazione delle informazioni, perché le persone non sanno facilmente a chi rivolgersi, dove poter andare, che cosa fare e non conoscono le misure igieniche da mettere in campo per prevenire il contagio. Oltre a tutto questa attività di prevenzione, ci occupiamo di fornire il cibo”.

Ascolta l’intervista con Simone Garroni

I bambini, le prime vittime della malnutrizione

Centinaia di migliaia di bambini non hanno più accesso neanche all’unico pasto quotidiano di cui finora avevano potuto godere, quello ricevuto nelle scuole, che ora sono state chiuse. Azione contro la fame si occupa anche di tutta la parte di supporto psicologico, che nell’ultimo periodo viene condotto con il telefono, alle donne in gravidanza o alle neo mamme, fornendo loro consigli, dall’allattamento all’igiene, ma aiutandole anche a gestire lo stress psicologico di questo momento di isolamento e di mancanza di sicurezza. “Ci sono 140 milioni di persone senza lavoro e che non hanno le risorse per procurarsi il civo – conclude Garroni – e forse dobbiamo ricordarci anche che circa il 50% del numero di bambini che soffrono di malnutrizione nel mondo, sono proprio in Asia e, ovviamente, in India, dove la popolazione è enorme.  Si parla di milioni di bambini che già prima del Covid non vivevano una situazione nutrizionale adeguata”.

Exit mobile version
Vai alla barra degli strumenti