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Il più giovane e il più votato in un’affluenza record per il Cile: è Gabrile Boric che avrà 36 anni il prossimo 11 marzo quando sarà il nuovo presidente del Paese. Di fronte alle dimensioni della sconfitta il leader del Frente social cristiano suo rivale, Jose Antonio Kast, lo ha salutato per primo. Con “questa vittoria – ha detto – consideriamo chiuso il capitolo della dittatura” di Pinochet. Poi l’incoraggiamento dell’uscente Pinera: “auspico- ha detto – che sappia governare con saggezza, prudenza, forza e moderazione”. “Sarò il presidente di tutti i cileni”, ha detto lo stesso Boric nella sua breve apparizione televisiva la fianco del leader uscente
Il candidato della coalizione di sinistra Apruebo Dignidad chiude una sfida molto polarizzata e senza esclusione di colpi e spazza via le forze politiche dominanti nel Paese negli ultimi tre decenni per dare spazio ai giovani, ai ceti meno agiati, alla classe media e agli intellettuali. Lui ex leader studentesco che ha raccolto consensi come uomo del cambiamento, è l’erede politico del movimento di protesta che prima della pandemia scese in piazza contro le politiche ultraliberiste di Piñera. Le promesse e le sfide per voltare pagina: aumentare le tasse sui “super ricchi” per espandere i servizi sociali, combattere i privilegi e le disuguaglianze, rafforzare la protezione dell’ambiente e il ruolo delle donne nella società e nel governo. Inizia dunque una “stagione di cambiamenti che deve approfondire la giustizia sociale e la democrazia di questo Paese” ha detto nel suo discorso ai sostenitori. Il futuro del Cile, ha aggiunto, “ha bisogno che tutti quanti siano dalla parte del popolo”, perché “sono convinto che le riforme che faremo per avere successo dovranno essere il risultato di un ampio consenso fra le diverse forze politiche”.
Ci aspettano tempi difficili, ha proseguito, “per la pandemia, e perché le ragioni della rivolta sociale scoppiata nel 2019 ancora permangono. Per risolverli – ha assicurato – avanzeremo a passi piccoli, ma decisi”. Giungo alla presidenza, ha continuato, “con la convinzione che la crescita economica nella disuguaglianza sociale è un errore”, che “destabilizzare le istituzioni democratiche per governare è sbagliato” e “per questo mi impegno a proteggere la democrazia insieme alla gente”.
Il primo impegno del presidente eletto sarà una colazione di lavoro con l’uscente Piñera, per avviare il processo di transizione che si concluderà appunto con il suo insediamento alla Moneda l’11 marzo 2022.