Alessandro De Carolis – Città del Vaticano
Papa Francesco ha accettato oggi la rinuncia agli incarichi di vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, di arciprete della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano e di presidente della Fabbrica di San Pietro presentata dal cardinale Angelo Comastri, e ha nominato agli stessi incarichi il cardinale Mauro Gambetti, già custode generale del Sacro Convento di San Francesco in Assisi.
L’avvicendamento
Lo stile mariano e quello della “lavanda dei piedi”. L’avvicendamento in Vaticano tra il 77.enne cardinale Angelo Comastri e il 55.enne cardinale Mauro Gambetti è anche il succedersi di un vissuto spirituale tra due uomini profondamente segnati dai rispettivi percorsi sacerdotali e pastorali. Nel giorno formale del congedo non può non restare del cardinale Comastri, tra i tanti, il ricordo dei seguitissimi Rosari celebrati in San Pietro, la percezione quasi fisica di una devozione che invoca dalla Madonna una speranza più forte del “mare in tempesta della pandemia”. Nel momento del suo approdo come vicario del Papa per la Città del Vaticano, a precedere il cardinale Gambetti è quel dichiarato, al momento dell’ultimo Concistoro, desiderio di vivere “con spirito di minorità”, cioè di fraternità, a servizio di Francesco – il Pontefice che porta il nome del Santo che sin dall’inizio ha ispirato e orientato la vita di “Fra Mauro” fino a portarlo alla custodia della Basilica di Assisi.
Il cardinale che assume, tra gli altri, la carica di presidente della Fabbrica di San Pietro, ha alle spalle anche una laurea in Ingegneria meccanica conseguita a Bologna, lui originario della provincia. La strada verso il saio dei Minori conventuali comincia a 27 anni e si conclude con la professione definitiva nel 1998. Nel Duemila il sacerdozio, quindi un decennio di servizi tra vari incarichi finché per Fra Mauro arriva nel 2009 l’elezione a ministro provinciale per la zona dell’Emilia Romagna cui segue, nel febbraio 2013, la chiamata a custode generale del Sacro Convento di Assisi. Concluso il primo quadriennio, arriva nel 2017 la conferma per un secondo mandato che si interrompe il 31 ottobre 2020. Sei giorni prima, all’Angelus de 25 ottobre, Fra Mauro apprende della decisione del Papa di crearlo cardinale, cosa che avviene nel Concistoro del 28 novembre scorso, evento preceduto il 22 novembre dalla consacrazione episcopale.
L’eredità che lascia il cardinale Comastri sta nei 15 anni di ministero a capo della “parrocchia del mondo”, la Basilica di San Pietro, nella quale ha trasferito – chiamato come suo vicario in Vaticano da Giovanni Paolo II nel 2005 – tutta l’esperienza vissuta a partire dal ‘96 come arcivescovo prelato del Santuario di Loreto. Dalla casa di Nazaret a quella del Papa, per preparare le folle di visitatori, come disse in una vecchia intervista, a sentirsi più persone di fede che semplici turisti. Un compito che con l’analogo background maturato nella Basilica di Assisi passa ora nelle mani del cardinale Gambetti.