Chiesa Cattolica – Italiana

Il beato Jacinto Vera, testimone di Gesù Cristo, costruttore di pace

La chiesa da ieri, sabato 6 maggio, ha un nuovo beato. Si tratta del primo vescovo dell’Uruguay, monsignor Jacinto Vera. A presiedere la Messa con il rito di beatificazione presso lo stadio Centenario di Montevideo, l’arcivescovo metropolita di Brasilia, cardinale Paulo Cezar Costa

Antonella Palermo – Città del Vaticano

La testimonianza di monsignor Jacinto Vera indica la strada per una autentica Chiesa missionaria oggi. È in sintesi il messaggio contenuto nell’omelia per la beatificazione in Uruguay ieri 6 maggio, del primo vescovo di Montevideo, avvenuta nello stadio Centenario della capitale uruguagia.

La secolarizzazione non deve spaventare

La riflessione del cardinale Paulo Cezar Costa, arcivescovo di Brasilia, nominato legato pontificio da Papa Francesco, che ha presieduto la celebrazione, muove dalla constatazione di una secolarizzazione che “è già una realtà nella vita dei nostri Paesi latinoamericani”. Il porporato osserva che “la gente sta perdendo il senso di Dio, del Vangelo. La secolarizzazione non deve spaventarci, ma deve essere un’opportunità per la testimonianza e l’annuncio della fede, un campo di evangelizzazione”.

Il nuovo beato, monsignor Jacinto Vera

Monsignor Vera e la sua lotta per la libertà della Chiesa

“Chi non ricorda la carità di monsignor Jacinto Vera? Chi non ricorda la sua forza nell’affrontare le avversità e nel proporre un cammino per la Chiesa? Chi non ricorda la sua lotta per la libertà della Chiesa? Chi non ricorda il suo zelo perché il Vangelo raggiungesse ogni angolo di questo Paese? Chi non ricorda la sua missione di pacificazione?”. Sono le domande che pone il cardinale Costa nel rito di beatificazione, mentre afferma che “è necessario entrare nella logica di coloro che sono senza Dio, attraverso nuovi metodi, nuove vie, soprattutto attraverso la cultura. Proporre la buona notizia di Gesù Cristo. Questa è la grande sfida”. Evidenzia che l’Uruguay è un Paese ricco di memoria della fede che si esprime non solo attraverso l’arte ma attraverso testimoni viventi, tanto che “questa matrice culturale cattolica ha dato un solido fondamento alla cultura nazionale”.

L’impegno di Vera nella pacificazione dell’Uruguay

Solo in Cristo troviamo la nostra vera vocazione, rimarca il cardinale Costa. “Da questo emerge una Chiesa con gli occhi fissi su Cristo. La Verità per l’uomo e la donna di fede non è una filosofia, un’idea, un’ideologia, ma Gesù Cristo stesso”. E ricorda come fu davanti al tabernacolo che monsignor Jacinto Vera scoprì che l’unico modo per pacificare il Paese diviso da discordie e lotte politiche era la missione. “Non cercò la pacificazione attraverso la politica, attraverso altri mezzi, ma attraverso la verità della fede. Una fede pacifica. Questa fede, proclamata dalla bocca e dai gesti dei Beati, ha contribuito a pacificare il Paese”.

Come in monsignor Vera, la fede conduca a una carità operativa

Come è stata la fede a condurre la vita di monsignor Vera, così dovrebbe muovere la nostra vita oggi. “La fede apre la nostra vita a una carità operativa, all’annuncio e alla testimonianza di Gesù Cristo. Ci fa compiere opere più grandi, perché ci innesta nell’assoluto di Dio, dove il Figlio di Dio stesso opera attraverso di noi”. Il nuovo beato era consapevole che tutti noi siamo la Chiesa e che dobbiamo essere testimoni di Gesù Cristo in ogni circostanza, e per questo diceva: “siamo membri della Chiesa militante, di quella Chiesa che, fondata con il sangue del suo divino Salvatore, è stata e sarà sempre fino alla consumazione dei tempi”. Questa stessa consapevolezza deve essere presente in tutti i membri della Chiesa di oggi. Siamo la Chiesa, chiamata a camminare insieme per l’evangelizzazione e per la missione, come ci chiede Papa Francesco. Del resto, lo dichiara lo stesso documento di Aparecida.

Il nuovo beato, modello di una Chiesa missionaria

L’amore per Gesù Cristo, sottolinea il legato pontificio in Uruguay, spinse monsignor Jacinto Vera a percorrere in nove mesi, insieme ai sacerdoti José Letamendi e Inocencio, le regioni di Durazno, Florida, Trinidad San José, Rosario, Colonia, Carmelo, Nueva Palmira, San Salvador, Soriano, Mercedes. E indica il lui un modello di vita missionaria che ciascuno, come discepolo di Gesù, dovrebbe praticare nel proprio ambiente di lavoro, di studio, di divertimento. “Che questo grande beato Monsignor Jacinto Vera – conclude – ci aiuti oggi, nella testimonianza della fede e nella missione”.

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