Il Patriarcato latino di Gerusalemme invita a riunirsi in preghiera per affidare a Dio la “sete di pace, di giustizia e di riconciliazione”. Intanto, il premier israeliano Netanyahu, a colloquio con il segretario di Stato americano Blinken, dichiara che Hamas sarà schiacciata come l’Isis. Guterres (Onu): rapido e senza ostacoli sia l’accesso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza
Vatican News
Mentre i toni della guerra in Israele e Palestina si fanno sempre più aspri, anche la Presidenza della Conferenza episcopale italiana aderisce alla Giornata nazionale di digiuno, preghiera e astinenza per la pace e la riconciliazione proposta per martedì 17 ottobre dal Patriarcato di Gerusalemme dei Latini, in comunione con i cristiani di Terra Santa. Intanto, alla conferenza stampa con il segretario di Stato Usa Antony Blinken, il premier israeliano Benyamin Netanyahu dichiara che “Hamas deve essere schiacciato come l’Isis”. Gli Usa avvertono: nessuno agisca contro Israele.
Il 17 ottobre preghiera e digiuno per la Terra santa
“Chiediamo che nel giorno di martedì, 17 ottobre, tutti facciano un giorno di digiuno e astinenza, e di preghiera. Si organizzino momenti di preghiera con adorazione eucaristica e con il rosario alla Vergine Santissima”. Così in una nota online il patriarca latino di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa. “Probabilmente in molte parti delle nostre diocesi le circostanze non permetteranno la riunione di grandi assemblee. Nelle parrocchie, nelle comunità religiose, nelle famiglie – prosegue – sarà comunque possibile organizzarsi per avere semplici e sobri momenti comuni di preghiera”. La Cei si unisce all’iniziativa a livello nazionale.
Seimila bombe su Gaza, raid israeliani su aeroporti in Siria
La Jihad islamica fa sapere che “la battaglia non si limiterà alla Striscia di Gaza”. L’Iran invita il mondo islamico a unirsi contro Israele. Secondo Hamas sono ormai 1.354 i morti a Gaza, mentre i prigionieri israeliani sono oltre 120. Oltre 6000 i feriti. Raid aerei attribuiti a Israele contro gli aeroporti siriani di Aleppo e Damasco hanno preso di mira depositi di armi iraniane custoditi dagli Hezbollah libanesi filo-iraniani. L’appello di Assad è che “serve una azione rapida per proteggere i palestinesi”. L’esercito israeliano ha annunciato di aver bombardato da sabato l’enclave palestinese di Gaza, controllata dal movimento islamista Hamas, con 6 mila bombe, per un totale di 4 mila tonnellate di esplosivo.
La GB offre sostegno a Egitto per tenere aperto valico di Rafah
La ministra tedesca degli Esteri Annalena Baerbock si recherà venerdì 13 ottobre in Israele, per mostrare la solidarietà di Berlino. Intanto, il primo ministro britannico Rishi Sunak nel corso di una telefonata col presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi ha offerto il sostegno del Regno Unito per mantenere aperto il valico di frontiera di Rafah tra l’Egitto e la Striscia di Gaza per ragioni umanitarie e consolari. Intanto, dalla Nato l’avvertimento che “Israele ha il diritto di difendersi e la protezione dei civili è essenziale. Nessuna nazione o organizzazione ostile a Israele dovrebbe cercare di trarre vantaggio dalla situazione o di intensificare il conflitto”: così il segretario generale Stoltenberg, in conferenza stampa dopo la riunione dei ministri della Difesa all’Alleanza, facendo in particolare riferimento all’Iran e a Hezbollah.
Onu: rapido accesso umanitario nella Striscia di Gaza
Un immediato rilascio degli ostaggi a Gaza e un “rapido e senza ostacoli accesso umanitario” nella Striscia. È quanto chiede il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, premendo su “tutte le parti per evitare una ulteriore escalation e un allargamento” del conflitto. Guterres, in una nota, ringrazia anche l’Egitto per il suo “costruttivo impegno a facilitare l’accesso umanitario tramite Rafah e nel rendere disponibile l’aeroporto di El Arish”. L’Iraq ha ordinato la consegna di aiuti umanitari alla Striscia in coordinamento con le autorità egiziane, dato che l’enclave palestinese è sull’orlo del baratro con ospedali al collasso, senza elettricità e quasi senza beni di prima necessità dopo i bombardamenti israeliani in risposta all’attacco del gruppo islamista Hamas.
Abu Mazen: rigettiamo gli abusi sui civili da entrambe le parti
“Rigettiamo le pratiche relative all’uccisione o agli abusi sui civili da entrambe le parti perché violano la morale, la religione e il diritto internazionale”. Lo ha detto il presidente palestinese Abu Mazen incontrando il re Abdallah di Giordania, citato dalla Wafa. Il leader ha anche chiesto “la fine immediata dell’aggressione al popolo palestinese”.