I vescovi slovacchi attendono il Papa: “Abbiamo bisogno della sua forza”

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Antonella Palermo e Jozef Bartkovjak SJ – Città del Vaticano

I vescovi della Slovacchia invitano a prepararsi spiritualmente per la visita di Francesco in programma dal 12 al 15 settembre prossimi. Con una Lettera pastorale ricordano l’ultima visita ricevuta da un Pontefice: era Giovanni Paolo II, diciotto anni fa. Da allora è in corso un cambiamento generazionale – evidenziano i presuli – e lo sviluppo della società progredisce sempre più veloce. Mettiamoci a riflettere”, chiedono i vescovi e le domande che pongono al centro riguardano come si presenta oggi il Paese e come lo si desidera per il futuro.

Un Paese con antiche radici cristiane

La Slovacchia è fiera di radici che risalgono a Cirillo e Metodio e del suo porsi come ponte spirituale tra Occidente e Oriente nella sua comunione cattolica latina e bizantina. I vescovi ricordano che i primi annunciatori della fede, i codificatori della lingua, le ‘personalità del risveglio’, i missionari, i martiri, i dissidenti appartengono tutti alla Chiesa slovacca, così come al popolo slovacco. “La nostra storia, senza la Chiesa Cattolica, non sarebbe quella che è”, precisano alla luce del messaggio di San Giovanni Paolo II nella loro terra. Nondimeno, in  Slovacchia interagiscono la Chiesa Ortodossa e le Comunità ecclesiali nate dalla Riforma. Alla tradizione spirituale del Paese ha contribuito anche la Comunità ebraica. Il processo di secolarizzazione fa crescere una parte consistente della società che, pur non confessionale, ricerca una condivisione quanto meno nelle attività che attengono ad interessi pubblici, al bene comune. 

Il bisogno di approfondire la fede 

I vescovi offrono alcuni spunti nell’invitare i fedeli all’approfondimento del Magistero di Papa Francesco. Ricordano di prendere in mano la Bibbia, di incontrare Gesù nel Vangelo, di soffermarsi sulla Lettera apostolica

30/06/2021