Chiesa Cattolica – Italiana

I vescovi europei: preoccupati per le tragiche conseguenze del conflitto in Ucraina

Federico Piana – Città del Vaticano

È in un clima di forte preoccupazione che, oggi a Bruxelles, si apre l’Assemblea plenaria autunnale della Comece, la Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea. I vescovi europei hanno timore per le forti “ripercussioni sociali ed economiche della guerra in Ucraina e per le conseguenze della pandemia che ancora non è finita” spiega fr. Manuel Barrios Prieto, segretario generale della Comece. In serata, nell’ambito del vertice che si concluderà il prossimo 14 ottobre, sarà celebrata la Messa per l’Europa che, annuncia Prieto, “rappresenta soprattutto un momento di comunione ecclesiale”.  “L’Europa – aggiunge il religioso – ha bisogno di un’anima e noi crediamo nella forza e nell’efficacia della preghiera” .

Ascolta l’intervista a fr. Manuel Barrios Prieto

In che modo gli episcopati europei stanno tentando di approcciarsi alla crisi generata dalla guerra in Ucraina?

Lo stanno facendo soprattutto con responsabilità. I vescovi europei sanno qual è la loro missione come pastori della Chiesa: farsi prossimi alle persone più colpite e vulnerabili. Inoltre, non si dimenticano neanche dei soldati e delle loro famiglie e dei rifugiati che fuggono dal conflitto e bussano alle nostre porte. Gli episcopati europei, poi, hanno un’arma della quale conoscono la forza e l’efficacia: la preghiera. Dobbiamo pregare per la fine del conflitto, dobbiamo pregare per la pace. Infine, le Conferenze episcopali d’Europa devono lanciare un messaggio di responsabilità e di solidarietà.

Quale impegno pensa che gli episcopati europei possano assumere per aiutare le migliaia di rifugiati che stanno fuggendo in altri Paesi dell’Ue a causa della guerra?

La Chiesa sta facendo già molto per queste persone. È stata creata una task-force, alla quale partecipa anche la Comece, per tentare di dare una risposta coordinata alla crisi umanitaria in corso. La Comece ha una missione ulteriore: dialogare con le istituzioni e lanciare un appello chiaro affinché esse facciano la loro parte per quanto riguarda l’accoglienza e l’integrazione. Non dimentichiamoci, però, che ci sono anche altri rifugiati oltre a quelli dell’Ucraina che vanno aiutati e sostenuti.

In che modo i vescovi europei sono impegnati per promuovere la pace e la giustizia?

Lo ripeto: in primo luogo usando l’arma della preghiera. Come cristiani dobbiamo essere testimoni della forza dell’orazione, che può davvero cambiare i cuori. In secondo luogo, esistono altri strumenti importanti: l’insegnamento, la predicazione, la formazione e l’uso corretto dei mezzi di comunicazione. Purtroppo, anche in questo frangente di guerra assistiamo alla diffusione di fake news che offuscano la verità.

Quali saranno gli altri temi all’ordine del giorno della plenaria?

C’è un tema fondamentale che preoccupa molto i vescovi europei: la crisi energetica. Questa criticità sarà oggetto di dibattito ed è prevedibile che, alla fine dei lavori, possa essere diffuso un comunicato nel quale si potrebbe far riferimento alla povertà che la crisi energetica provoca a famiglie ed imprese. Il compito della Comece è quello di richiamare il valore della solidarietà e della coesione sociale.

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