Si conclude domani 10 febbraio la visita “ad limina” dei 15 presuli del Nordest italiano. Il patriarca di Venezia Moraglia: con il Pontefice due ore di “dialogo a 360 gradi, in un clima di grande simpatia. Lo abbiamo sentito veramente vicino” alle nostre terre e alle nostre Chiese. In questo 2024, Francesco sarà a Verona il 18 maggio e a Trieste il 7 luglio
Alessandro Di Bussolo e Alessandro Polet – Città del Vaticano
“Due ore di dialogo a 360 gradi, in un clima di grande simpatia e fraternità” nel corso del quale “abbiamo sentito il Papa veramente vicino: conosce molto bene” le nostre terre e le nostre Chiese. Così il patriarca di Venezia Francesco Moraglia e presidente della Conferenza Episcopale del Triveneto, sull’udienza con Papa Francesco, la mattina di giovedì 8 febbraio, nella Biblioteca Privata del Palazzo Apostolico, avvenuta nell’ambito della visita ad limina che, dal 5 al 10 febbraio, sta impegnando a Roma i quindici vescovi del Nordest italiano. “Gli abbiamo parlato a lungo delle nostre terre e delle nostre Chiese, delle nostre sofferenze e difficoltà ma anche dei progetti che portiamo avanti. Siamo rimasti colpiti perché il Papa ci conosce veramente bene e questo ci ha fatto molto piacere. Abbiamo potuto trascorrere con lui un paio d’ore che rimangono nella vita pastorale delle nostre Chiese come qualcosa che le segnerà per il futuro. Una bella premessa per ritornare poi nelle nostre terre dopo questa visita ad limina che ci ha regalato la perla preziosa dell’incontro con Papa Francesco”.
Tisi (Trento): il Papa ci ha invitato ad osare, con coraggio
Per l’arcivescovo di Trento Lauro Tisi l’incontro con il Pontefice “è stato molto bello e disteso. Il Papa ci ha ascoltato, ha dialogato a lungo con noi e ci ha dato nuovo slancio e fiducia. Ci ha invitato anche ad osare, a sperimentare e a programmare con audacia e coraggio, sempre facendo discernimento per non fare proposte avventate”. Il vescovo di Belluno-Feltre, Renato Marangoni, ha sottolineato poi che “il Papa ci ha detto più volte di non aver paura. Ci ha accompagnato sempre con il suo sorriso e la sua attenzione, ascoltando tutti. Mi ha dato la sensazione di una vitalità di Chiesa che non si esprime nelle grandi cose ma si realizza nella quotidianità, nella prossimità, nell’ascolto, nella vicinanza. E questo è stato davvero molto incoraggiante”.
La Messa presso la Tomba di san Pietro
Poco prima dell’incontro con Papa Francesco i Vescovi del Triveneto avevano celebrato la Messa presso la Tomba di san Pietro. Hanno cantato il Credo e visitato le tombe dei Papi. “Celebrare vicino alla Tomba di san Pietro – ha detto l’arcivescovo di Udine Andrea Bruno Mazzocato, che ha presieduto la Messa – è stata l’occasione per ricordare che da lì parte la nostra fede e parte anche il nostro ministero di Vescovi che continuano ad annunciare la stessa fede in Cristo, una volta che l’abbiamo fatta ancora nostra e rinnovata”. “Questa esperienza che stiamo vivendo – ha detto il vescovo di Padova Claudio Cipolla – è molto arricchente per noi, sia per il confronto che abbiamo con la Chiesa universale sia perché tra di noi ci confermiamo e ci conosciamo di più realizzando un servizio di comunione”.
Trevisi (Trieste): bello condividere la pastorale e la vita ecclesiale
“Siamo qui per confermare la nostra fede, come Vescovi del Triveneto, e insieme al Papa”, è stato il commento del vescovo di Trieste Enrico Trevisi, che accoglierà il Papa domenica 7 luglio nella sua città, per la chiusura della Settimana Sociale dei cattolici in Italia. “È stato bello avere la possibilità di condividere tanti aspetti della vita pastorale ed ecclesiale insieme al Papa e ai responsabili dei vari Dicasteri vaticani. Davvero un’esperienza unica, che ci aiuta a verificare il cammino che stiamo facendo. Confido che porti tanta speranza a tutti, per portare il Vangelo a tutti”. In Triveneto Francesco sarà anche sabato 18 maggio, a Verona, per l’iniziativa “Arena di pace 2024”
Ultimo incontro il 10 febbraio con la Segreteria di Stato
La visita ad limina dei Vescovi del Triveneto si conclude la mattina di sabato 10 febbraio con l’incontro con la Segreteria di Stato. Venerdì 9 ci sono stati quelli con il Dicastero per l’Evangelizzazione e la Segreteria generale per il Sinodo, e alle 18 Messa nella basilica di San Paolo fuori le Mura. Prima dell’udienza col Papa, il 7 febbraio, i 15 vescovi del Triveneto hanno avuto quattro incontri con altrettanti Dicasteri vaticani: tre al mattino, con quello della Dottrina della fede, Istituti di Vita consacrata e Società di vita apostolica, Cultura e Educazione, uno al pomeriggio, con il Dicastero per la Comunicazione.
Moraglia: il Papa aveva piacere di dialogare a lungo con noi
“Questa visita – ha commentato il vescovo di Treviso, monsignor Michele Tomasi – si è dimostrata una preziosa occasione di incontro e di dialogo”. Prima con i Dicasteri vaticani “che, nello stesso tempo, si presentano e sono molto disposti ad ascoltare le nostre esperienze e richieste su ciò che più ci sta veramente a cuore”. E poi, per Tomasi, la visita ha creato molti momenti di dialogo e confronto tra i vescovi del Triveneto: tante opportunità “per guardare ad un aspetto della vita delle nostre comunità ecclesiali, potendo scambiare tra di noi pensieri e proposte e ascoltandoci vicendevolmente. Davvero un bel momento di Chiesa”. Lo afferma pure il patriarca di Venezia Francesco Moraglia.
I Vescovi del Triveneto in visita ad limina in Vaticano. L’ incontro col Papa è durato due ore. Che incontro è stato?
Un incontro che ci ha molto confortato, nel quale il Papa era molto disponibile. Aveva anche piacere, l’ha detto a un certo momento, di rimanere a dialogare con noi. I temi sono stati liberi e quindi in parte noi abbiamo posto al Santo Padre alcune nostre considerazioni e riflessioni su alcuni temi. Il Papa ci ha dato alcune indicazioni e su altri temi ha voluto lui introdurli, in modo tale che ci potesse essere una vera condivisione della realtà ecclesiale, guardando sia il livello della Chiesa particolare sia quello della Chiesa universale come una realtà che unisce la Chiesa, non che la divide, ma che la realizza nella sua cattolicità piena.
Dagli incontri con i Dicasteri vaticani quale volto, quale profilo di Chiesa triveneta, è emerso?
Una Chiesa che si confronta con le difficoltà del tempo che noi stiamo vivendo, l’epoca della secolarizzazione, della scristianizzazione, in cui siamo chiamati a guardare al Vangelo in un modo più vero, più intenso, più essenziale, con l’impegno anche di coinvolgere sempre di più il soggetto ecclesiale nella sua totalità, quindi laici, consacrati e sacerdoti, riscoprendo lo specifico di quello che è il ministero e la vocazione dei vari soggetti ecclesiali.
Negli ultimi incontri, con la Segreteria del Sinodo e anche con il Dicastero per l’evangelizzazione, si è parlato anche del Giubileo ormai imminente…
Sì, soprattutto con il Dicastero della evangelizzazione. Il Giubileo è una realtà che ci sta di fronte come una grazia, come un’opportunità, come qualcosa che dobbiamo fare nostro, lasciando che sia il Signore a guidare gli uomini e le donne della Chiesa sulla via della riconciliazione, del perdono, sulla via della misericordia, sulla via della riconciliazione. Abbiamo pensato insieme quali possono essere anche i momenti più efficaci per iniziare questo percorso, prima dell’inaugurazione solenne dell’Anno giubilare, in modo tale da poter arrivare preparati già con questo anno della preghiera e poi agli appuntamenti che caratterizzano l’anno giubilare. Al di là del calendario generale, guardando agli impegni più rilevanti dal punto di vista della Chiesa.
Qual è stato il clima di questi giorni, tra i quindici vescovi del Triveneto in visita ad limina?
Un clima bello, sia perché abbiamo avuto l’opportunità di stare insieme e quindi di condividere i momenti intanto del confronto pastorale, ma anche momenti di preghiera e quelli dello stare insieme come si sta in questi periodi in cui si vive insieme in comunità.