Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
“Costruire insieme: porre fine alla povertà persistente, rispettando tutte le persone e il nostro pianeta”. È questo il tema della Giornata internazionale per lo sradicamento della povertà, indetta dall’Onu nel 1987. La ricorrenza si inserisce in un periodo, quello attuale, che ha messo a dura prova l’umanità. La pandemia, che ha scosso il mondo provocando oltre 3 milioni e 700 mila morti, sta vanificando decenni di progressi nella lotta contro la povertà. Secondo stime della Banca Mondiale, nel 2021 i nuovi poveri saranno oltre 140 milioni. Si aggiungeranno ad un miliardo e 300 mila persone che già vivono in condizioni di povertà.
Durante il Pontificato, Papa Francesco più volte ha messo i poveri al centro dei suoi discorsi e dei suoi messaggi sottolineando che non sono “scarti, uomini inferiori, persone fallite” ma “un dono prezioso”. Queste parole, pronunciate il 28 agosto del 2021 durante l’udienza all’associazione “Lazare”, si intrecciano con un’altra riflessione che fonde le fragilità delle persone più indigenti con un volto, quello di Cristo. “Nei poveri, si manifesta la presenza di Gesù”. “Se agli occhi del mondo hanno poco valore – sottolinea Francesco nell’omelia pronunciata il 19 novembre del 2017 durante la Messa per la Giornata mondiale dei poveri – sono loro che ci aprono la via al cielo, sono il nostro passaporto per il paradiso”. In diversi frangenti del Pontificato, e in particolare nei messaggi per la Giornata mondiale dei poveri, il Papa ricorda anche che le persone più bisognose sono i figli prediletti di Dio. Chi serve i poveri, sottolinea Francesco, serve il Signore.
I poveri sono sacramento di Cristo
Nel messaggio per la Giornata mondiale dei poveri del 2021, che si celebra il 14 novembre, il Papa lancia un forte appello ai cristiani e ai governi di tutto il mondo a intervenire con urgenza. “Gesù – si legge nel documento – non solo sta dalla parte dei poveri, ma condivide con loro la stessa sorte. Questo è un forte insegnamento anche per i suoi discepoli di ogni tempo. Le sue parole ‘i poveri li avete sempre con voi’ stanno a indicare anche questo: la loro presenza in mezzo a noi è costante, ma non deve indurre a un’abitudine che diventa indifferenza, bensì coinvolgere in una condivisione di vita che non ammette deleghe. I poveri non sono persone “esterne” alla comunità, “ma fratelli e sorelle con cui condividere la sofferenza, per alleviare il loro disagio e l’emarginazione, perché venga loro restituita la dignità perduta e assicurata l’inclusione sociale necessaria”. Il Papa indica nei poveri una via. “I credenti, quando vogliono vedere di persona Gesù e toccarlo con mano, sanno dove rivolgersi: i poveri sono sacramento di Cristo, rappresentano la sua persona e rinviano a Lui”.
Tendere la mano
L’incontro con una persona in condizione di povertà ci provoca e ci interroga. Nel messaggio per la IV Giornata mondiale dei poveri del 2020, Papa Francesco pone alcune, cruciali domande: ”Come possiamo contribuire ad eliminare o almeno alleviare la sua emarginazione e la sua sofferenza? Come possiamo aiutarla nella sua povertà spirituale? La comunità cristiana – spiega il Pontefice – è chiamata a coinvolgersi in questa esperienza di condivisione, nella consapevolezza che non le è lecito delegarla ad altri”. “E per essere di sostegno ai poveri è fondamentale vivere la povertà evangelica in prima persona. Non possiamo sentirci “a posto” quando un membro della famiglia umana è relegato nelle retrovie e diventa un’ombra. Il grido silenzioso dei tanti poveri deve trovare il popolo di Dio in prima linea”.
Di cosa hanno bisogno i poveri?
“Restituire la speranza perduta dinanzi alle ingiustizie, sofferenze e precarietà della vita”. È questa la via indicata dal Papa nel messaggio per la III Giornata mondiale dei poveri del 2019. “I poveri – si legge nel documento – prima di tutto hanno bisogno di Dio, del suo amore reso visibile da persone sante che vivono accanto a loro, le quali nella semplicità della loro vita esprimono e fanno emergere la forza dell’amore cristiano. Dio si serve di tante strade e di infiniti strumenti per raggiungere il cuore delle persone. Certo, i poveri si avvicinano a noi anche perché stiamo distribuendo loro il cibo, ma ciò di cui hanno veramente bisogno va oltre il piatto caldo o il panino che offriamo”. “I poveri hanno bisogno delle nostre mani per essere risollevati, dei nostri cuori per sentire di nuovo il calore dell’affetto, della nostra presenza per superare la solitudine. Hanno bisogno di amore, semplicemente”.
Il Signore ascolta il grido dei poveri
I poveri sono “i primi abilitati a riconoscere la presenza di Dio e a dare testimonianza della sua vicinanza nella loro vita”. Lo sottolinea Papa Francesco nel messaggio per la II mondiale dei poveri del 2018 aggiungendo che “Dio rimane fedele alla sua promessa, e anche nel buio della notte non fa mancare il calore del suo amore e della sua consolazione”. Tuttavia, per superare l’opprimente condizione di povertà, “è necessario che essi percepiscano la presenza dei fratelli e delle sorelle che si preoccupano di loro e che, aprendo la porta del cuore e della vita, li fanno sentire amici e famigliari. Solo in questo modo possiamo scoprire la forza salvifica delle loro esistenze e porle al centro della vita della Chiesa”.
I poveri e il Corpo di Cristo
Negli occhi e nelle parole di Papa Francesco i poveri non sono solo corpi feriti, messi ai margini da società indifferenti. Ma, soprattutto, sono anime in cui si riflette l’amore misericordioso di Dio. Fratelli e sorelle in cui scorgere lo sguardo di Gesù.