Eugenio Bonanata – Città del Vaticano
A vedere quello che succede all’emporio della solidarietà della Caritas di Roma, presso la Cittadella della carità, ci si rende conto che serve davvero poco per aiutare le famiglie in difficoltà. Il via vai di persone e di mezzi è continuo così come la distribuzione dei beni. Eppure, appare subito evidente che ciascuno di noi può concretizzare abbastanza facilmente il reiterato appello di Papa Francesco a ridurre le spese natalizie per sostenere quanti stanno soffrendo. Gli operatori della struttura invitano ad estendere l’esortazione a tutte le situazioni di disagio. “Basta un piccolo gesto”, afferma la coordinatrice dell’emporio Lucia Montebello nell’ambito di un reportage di Telepace in onda durante il tradizionale programma del pomeriggio del giorno di Natale, a partire dalle ore 14,00.
Basta poco per rendere felice qualcuno
“Ai ragazzi delle scuole che vengono a trovarci – prosegue Lucia – ripeto sempre che basta portare alla Caritas confezioni di beni di prima necessità, come ad esempio il sale, lo zucchero, il sapone per i piatti, il bagnoschiuma e altri prodotti di uso quotidiano”. Non c’è bisogno di privarsi di chissà che per rendere felice qualcuno. L’auspicio di Antonella Rota, che presta servizio in cassa, è che tutti abbiano occhi e cuori aperti per guardare oltre il momento natalizio. “Il nostro desiderio – dice – è cercare di dare quel calore che forse queste persone hanno un po’ perso a causa delle fatiche quotidiane”.
Le difficoltà sono in aumento
Dunque, cosa significano parole come carità, compassione e sguardo evangelico? Di certo, secondo Antonella, non servono grandi teoremi: “vuol dire rendersi conto che la persona che ci passa accanto può aver bisogno anche soltanto di un sorriso. E già questo può cambiare la giornata”. I numeri confermano che c’è una certa urgenza di gesti solidali, perché le difficoltà aumentano sempre di più. “Sono oltre cento le famiglie che vengono a fare la spesa da noi grosso modo ogni giorno”, precisa Lucia Montebello. E ci sono anche molti italiani che non riescono ad emanciparsi dalla povertà e che per questo motivo sono costretti a tornare più volte all’emporio. “Ho visto famiglie che dormono in macchina e che non hanno assistenza per i ragazzi disabili o che devono far fronte ai bambini non accolti negli asili”.
Chiedere aiuto non è una vergogna
Il rischio di cedere alla disperazione è molto alto, sebbene l’obiettivo sia dare coraggio a tutti. “Ringrazio Dio che ancora ci sono persone che, con umanità, riescono ad aiutare altre persone”, afferma una nonna che ha accompagnato la propria figlia. “C’è sempre una speranza per tutti”, aggiunge auspicando che i suoi nipotini possano crescere lontani dalla droga e dalla malavita. Per la donna la certezza è una sola: “Non bisogna mai vergognarsi di chiedere aiuto”. Testimonianze come quest’ultima rafforzano l’impegno della Caritas. “Cerchiamo sempre di infondere speranza a queste persone”, confida Lucia Montebello che non nasconde le preoccupazioni. “Certe volte, però, è difficile, ti senti impotente soprattutto quando sai che sono coinvolti i bambini”. Sulla scia delle continue sollecitazioni del Papa, il messaggio da tenere in mente è quello che Lucia consegna a figli e nipoti di ritorno a casa dopo le intense giornate vissute all’emporio: “Guai a chi si lamenta!!!”.