Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Sul palco dell’Aula Paolo VI per offrire la loro testimonianza su come “Trasmettere la fede ai giovani di oggi”, i coniugi Massimo e Patrizia Paloni, genitori di 12 figli, suggeriscono di “riscoprire, attraverso l’iniziazione cristiana, la radicalità del Vangelo, come avveniva per i primi cristiani in mezzo a un mondo pagano”. Originari di Roma, hanno abbracciato il Cammino Neocatecumenale, come i loro genitori, e da 18 anni sono missionari itineranti in Olanda. Al loro seguito, al X Incontro Mondiale delle Famiglie, i loro figli, 6 maschi e 6 femmine, ai quali insegnano quotidianamente a relazionarsi con la Parola di Dio perché illumini la loro vita. Ma sono ragazzi come tutti gli altri, ci spiegano, con le loro crisi e problematiche legate all’età che vivono. A volte ci sono anche incomprensioni o difficoltà di dialogo, ma la luce del Vangelo o i suggerimenti e gli aiuti di altre famiglie sciolgono i nodi e i confronti tornano sereni.
I tre altari nella famiglia
“Ci è stato trasmesso che al centro della famiglia ci sono tre altari – raccontano alle famiglie che li ascoltano – il primo è la mensa della Santa Eucaristia, su cui Gesù Cristo offre il sacrificio della sua vita e la sua resurrezione per la nostra salvezza; il secondo è il talamo nuziale, dove si compie il Sacramento del Matrimonio nell’offrirsi l’uno all’altro e si dà il miracolo dell’amore e della nuova vita; il terzo è la mensa, dove la famiglia si riunisce per mangiare, benedicendo il Signore per i suoi doni. Così, ogni pasto diventa un incontro in cui si discutono i temi e i problemi incontrati nella vita o nella scuola e dove tutti partecipano e si vive la comunione”.
Il vino nuovo di Gesù nella vita matrimoniale
E di problemi non sono stati esenti Massimo e Patrizia, sposi giovanissimi, 24 anni lui, 20 lei. Hanno scelto di formare una famiglia cristiana con le migliori intenzioni, ma nei primi anni di matrimonio scoprendo le loro diversità e i loro difetti hanno rischiato di chiudersi totalmente in sé stessi. Poi, grazie alla comunità neocatecumenale in cui erano inseriti, hanno cominciato a parlarsi con sincerità, a guardarsi dentro e riconoscere i propri errori e ciò che sbarrava la strada al loro cammino coniugale, ed è stato per loro “un nuovo inizio, come nelle nozze di Cana”. “Dopo essersi esaurito il ‘vino’ dell’innamoramento e del volersi bene basato sui nostri sforzi, Gesù Cristo ci ha donato gratuitamente il vino nuovo e inebriante del perdono – sottolineano -. Abbiamo scoperto che l’apertura alla vita non è una legge gravosa ma la liberazione dall’egoismo, senza la quale il matrimonio vacilla. Con grande sorpresa, Dio ci ha donato di desiderare ogni figlio che ci ha regalato”.
I giovani hanno bisogno della testimonianza d’amore delle famiglie
Con la loro esperienza – riportata anche nel Sinodo sulla famiglia del 2015 – possono affermare che trasmettere la fede ai giovani del mondo contemporaneo è “un compito di importanza cruciale che attende oggi la Chiesa e ogni battezzato”. Soprattutto di fronte alla perdita del senso di Dio e a tutto ciò che viene proposto alle nuove generazioni: pornografia via internet, droghe, confusione sull’identità. E poi ci sono quei ragazzi che vivono in famiglie monoparentali perché i genitori si sono separati o perché nati al di fuori del matrimonio. “Senza il supporto e l’aiuto della scuola, molti giovani si ritrovano senza alcun punto fermo e si smarriscono”, chiariscono i coniugi Paloni che però riferiscono di piccoli gruppi di giovani che si riuniscono con famiglie di fede provata e adulta, che offrono loro una “testimonianza di servizio”. “Gli adolescenti sono attratti dalla famiglia cristiana in cui vedono una fede viva. In questi gruppi i giovani cominciano a leggere la Parola di Dio, riflettono sui comandamenti come cammino di vita, riscoprono il Sacramento della Riconciliazione e vengono a contatto con la vita cristiana di una famiglia concreta”. Ma per i Paloni non c’è un metodo o una tecnica da seguire in astratto. “Nessuno può dare ciò che prima non ha ricevuto… Nella pastorale dei giovani, è di fondamentale importanza, la testimonianza di famiglie che, avendo prima ricevuto l’amore gratuito di Cristo e della Chiesa, accolgano in tale amore” i giovani lontani presentandolo loro come vivo e attuale. “La forza attrattiva del cristianesimo consiste tutta nella forza della testimonianza”, conclude la coppia, e la testimonianza dei cristiani è l’amore che ci ha insegnato Cristo.