Durante la messa domenicale a San Antonio, in Texas, alcuni fedeli arrivati dalla Cisgiordania hanno incontrato i parrocchiani della chiesa del Santissimo Sacramento che hanno offero loro sostegno: “E’ importante, non vogliamo lasciare la terra di Gesù”
di suor Bernadette M. Reis, fsp
David David, Jack Odeh e Sami Mubarak vengono da Beit Sahour, una città della Palestina a poco più di tre chilometri da Betlemme, in Cisgiordania. Domenica 13 ottobre scorsa sono stati ospiti della parrocchia del Santissimo Sacramento a San Antonio, in Texas. Con loro avevano portato bellissimi articoli religiosi in legno d’ulivo provenienti dalla Terra Santa da vendere: crocifissi, statue, presepi. Articoli dietro ai quali vi sono il lavoro e le speranze di 500 famiglie palestinesi cristiane con un sogno: quello di poter restare nella loro terra grazie alla vendita di oggetti che, allo stesso tempo, restituiscono, a chi li acquista, la possibilità di crescere nella fede. “Sono qui per svolgere la nostra missione a favore delle famiglie cristiane palestinesi”, spiega Jack Odeh, “lì abbiamo molti problemi”. Primo tra tutti: la permanenza dei cristiani in Terra Santa, “luogo molto importante – prosegue Odeh – è importante che le famiglie cristiane restino lì”.
Non si può lasciare la Terra Santa
Lo scoppio del conflitto, a seguito dei fatti del 7 ottobre 2023, ha avuto un impatto diretto sul sostentamento delle persone che vivono nei territori palestinesi. I turisti, che acquistavano nei loro negozi a Betlemme, “ora hanno paura di venire”, spiega ancora Odeh, che ha iniziato a viaggiare assiduamente alla volta degli Stati Uniti proprio per poter distribuire gli articoli religiosi nelle parrocchie degli Usa: “Tutte le entrate vanno alle famiglie cristiane, per permettere loro di rimanere in Terra Santa perché non vogliamo che nessuno lasci la Terra Santa, perché è un luogo Santo, è la Terra Santa. È dove Gesù è nato ed è morto. Non possiamo lasciare questa terra”.
I cristiani sono nel mezzo
Mentre sono in viaggio, restano sempre in contatto con i loro cari a casa. “Ci sono combattimenti tra ebrei e musulmani e i cristiani sono nel mezzo – spiega ancora Odeh – noi vogliamo la pace, non ci piace questa vita, ma non si può andare via, perché le famiglie sono lì. Io chiamo più di dieci volte al giorno a casa, perché potrebbero venire bombardati in ogni momento. Ciò che si vive lì non si può capire se non si vive in prima persona”. Le notizie sono pessime, “i cristiani di Terra Santa sanno cosa accade, ma le notizie non circolano e le persone hanno bisogno di aiuto. Non si può restare a lungo quando c’è una guerra, tutti vogliono andarsene, ma Gesù è morto lì, non si può lasciare, e moriremo per Gesù.