Il cardinale, relatore generale dell’assemblea, apre la quarta Congregazione generale sul Modulo B1 dell’Instrumentum laboris: “Qualcuno osserva che aumenteranno le tensioni, ma non dobbiamo avere paura finché saremo fratelli e sorelle che camminano insieme”. L’invito a dare “risposte concrete” e mostrare la comunione di Dio, “anche a quanti sembrano minacciare la nostra identità col loro modo di essere”. Oggi e domani i lavori nei Circoli Minori
Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Quel “todos, todos, todos” espresso da Papa Francesco a Lisbona per indicare la totale apertura delle porte della Chiesa ad ogni persona sulla faccia della terra, il cardinale Jean-Claude Hollerich lo ribadisce all’assemblea del Sinodo: “Todos… Tutti…”. Anche chi “infastidisce” perché col suo modo di essere sembra “minacciare la nostra identità”. “Se ci comportiamo come Gesù, testimonieremo l’amore di Dio per il mondo. Se non ci riusciamo, assomiglieremo a un club identitario”.
Seconda fase dei lavori
Dopo la pausa domenicale, il cardinale lussemburghese, relatore del Sinodo sulla sinodalità, apre oggi, 9 ottobre, i lavori della quarta Congregazione generale dedicata al secondo modulo dell’Instrumentum laboris, il documento che fa da traccia ai lavori di padri e madri sinodali. “Una comunione che si irradia. Come essere più pienamente segno e strumento di unione con Dio e di unità del genere umano?”, è il tema del modulo in questione, il B1, sul quale si concentreranno i Circoli Minori – a partire già da oggi pomeriggio – e gli interventi in aula.
Alcuni partecipanti positivi al Covid
A Hollerich il compito di presentare il modulo. Il porporato viene introdotto dal cardinale segretario generale, Mario Grech, che annuncia l’assenza di alcuni partecipanti in aula perché risultati positivi al Covid-19. “Sentito il parere dei medici, non ci sono allarmi”, rassicura Grech. Segue quindi l’intervento del relatore, seguito a sua volta da una pausa di silenzio, la lettura del Vangelo di Giovanni (4, 7-30), una meditazione di padre Timothy Radcliffe e “spunti teologici” da parte della professoressa Anna Rowlands. Poi, anche quattro testimonianze di tre membri dell’Assemblea, che condividono l’esperienza della loro Chiesa locale in relazione ai temi del B1.
Passati dall'”io” al “noi”
Illustrando il metodo di lavoro e i cambiamenti nella composizione dei Circoli Minori, il cardinale Hollerich sottolinea che, se con i lavori sul primo Modulo l’assemblea ha “ripreso contatto con l’esperienza del camminare insieme del Popolo di Dio in questi due anni”, con questa seconda parte si entra invece nel vivo con l’esame della prima delle tre questioni emerse dalla fase consultiva, cioè quella dell’ascolto del Popolo di Dio. I partecipanti al Sinodo dovranno allora confrontarsi nei prossimi giorni “con interrogativi puntuali e concreti”, forti anche del “clima di collaborazione” costruito la scorsa settimana in cui “abbiamo iniziato a tessere relazioni e costruire legami, abbiamo cominciato a passare dall’io al noi”.
Dio ama ogni singola creatura
Hollerich si sofferma poi sul tema della “comunione”, al centro di questa seconda parte dell’Instrumentum laboris: “Il Dio uno e trino ha creato l’umanità, ogni essere umano; e questo Dio, che è amore, ama l’intera creazione, ogni singola creatura e ogni essere umano in modo speciale. L’amore di Dio è così grande che il suo potere salvifico è il modo in cui si manifesta. Come Chiesa, come Popolo di Dio, siamo in questa dinamica di salvezza. E in questa dinamica si trovano le basi dell’unità del genere umano”, afferma il porporato.
La storia di una famiglia africana in Europa
Racconta un’esperienza personale per rimarcare il fatto che è proprio il background di ognuno, condiviso in modo “sinodale”, ad aiutare nella risposta alle domande dell’Instrumentum. È la storia di una famiglia trasferitasi dall’Africa in un Paese europeo: “Hanno fatto fatica a trovare una parrocchia in cui vivere la loro fede. La parrocchia cattolica che avevano frequentato all’inizio era una parrocchia di praticanti che vanno a Messa, ma la comunità non offriva un senso di comunione più profondo. Si sentivano guardati dall’alto in basso perché avevano abitudini religiose diverse. Si sentivano completamente esclusi”, racconta Hollerich.
La famiglia ha trovato accoglienza in una comunità metodista dove ha ricevuto “un aiuto concreto per muovere i primi passi nel nuovo Paese”. “Soprattutto – sottolinea il cardinale -, sono stati accolti come fratelli e sorelle, non come oggetti di carità, non erano semplicemente un mezzo per persone che volevano fare del bene. Sono stati accolti come esseri umani che camminano insieme”.
La storia è simbolica: “Quando ho sentito questa testimonianza, mi sono venuti in mente il mio Paese e la mia Chiesa. Probabilmente da noi sarebbe accaduto lo stesso, con la differenza che noi non c’è una Chiesa metodista per accoglierli”, confessa il relatore generale.
“Tutti… tutti… tutti…”
Rilancia quindi il messaggio del Papa durante la Gmg, ribadito anche durante la Messa di apertura del Sinodo, il 4 ottobre: “Tutti sono invitati a far parte della Chiesa”. “Todos… todos… Tutti… tutti… Gesù ha esteso questa comunione a tutti i peccatori. Siamo pronti a fare lo stesso? Siamo pronti a farlo con gruppi da cui potremmo sentirci infastiditi perché il loro modo di essere sembra minacciare la nostra identità?”, domanda il cardinale.
Dialogo ecumenico
Questa comunione si riflette anche nell’ecumenismo. Un altro interrogativo da parte del relatore generale del sinodo: “Come possiamo vivere profondamente la nostra fede nella nostra cultura senza escludere le persone di altre culture? Come possiamo impegnarci con donne e uomini di altre tradizioni di fede per la giustizia, la pace e l’ecologia integrale?”.
No a riflessioni come trattati teologici
La riflessione su tali questioni è la “posta in gioco” di questa seconda settimana di lavori sinodali, sottolinea Hollerich. “Dobbiamo pensare, dobbiamo riflettere, ma la nostra riflessione non deve assumere la forma di un trattato teologico o sociologico. Dobbiamo partire da esperienze concrete – dice -, le nostre personali e soprattutto l’esperienza collettiva del Popolo di Dio che ha parlato attraverso la fase di ascolto”.
Non temere le tensioni
Oggi pomeriggio e domani mattina i partecipanti al Sinodo lavoreranno nei Circoli Minori. La composizione è cambiata: non più suddivisi per preferenze linguistiche ma anche “tematiche”. “Non saremo comunque su pianeti diversi… La peculiarità di ogni gruppo renderà più ampio lo scambio in plenaria”, dice Hollerich. “Qualcuno mi ha detto che col B1 aumenteranno le tensioni. Non temiamo le tensioni – è la sua raccomandazione conclusiva -, le tensioni fanno parte del processo fintanto che noi ci consideriamo fratelli e sorelle che camminano insieme”.