Chiesa Cattolica – Italiana

Hollerich sulla crisi climatica scrive ai leader dell’Ue: “Siamo al limite”

Adriana Masotti – Città del Vaticano

“La pandemia di Covid ha portato alla luce, nel modo più crudo, il fatto che tutto è interconnesso e interdipendente e che la nostra salute è indissolubilmente legata alla salute dell’ambiente in cui viviamo.” E’ da questa costatazione che si apre la lettera del cardinale Jean-Claude Hollerich, presidente della Comece, ai leader dell’UE che parteciperanno all’evento di Glasgow dal 31 ottobre prossimo. La sua è una chiamata accorata affinché in quell’occasione si lavori decisamente per assicurare che “i nostri sistemi sociali ed economici siano giusti ed equi”, pena conseguenze disastrose sui più vulnerabili e sul pianeta.

Necessari obiettivi globali più ambiziosi 

“La Terra grida – ricorda il cardinale Hollerich citando Papa Francesco – e queste grida hanno preso la forma di un’impennata delle temperature con record battuti in molte regioni; di inondazioni mortali e incendi che devastano le comunità in tutta Europa e nel mondo; di perdite materiali aggravate da traumi sociali e psicologici”. Il cambiamento climatico, scrive ancora il porporato, è più rapido del previsto e ci stiamo avvicinando alla soglia globale di riscaldamento di 1,5°C. Dunque “siamo al limite”. I leader dell’Unione europea, osserva, avranno presto l’opportunità di discutere nuove soluzioni incontrando altri leader mondiali a Glasgow. I recenti obiettivi fissati dall’Europa riguardo alla riduzione dei gas serra vanno nella giusta direzione, prosegue Hollerich, ma l’attuale situazione richiede a tutti urgentemente di fissare traguardi più ambiziosi in risposta alle due crisi globali dell’accelerazione del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità. Lo sforzo dunque deve essere globale. Nel testo si legge: “Trovare un percorso che rispetti la soglia di 1,5°C per il riscaldamento globale è un profondo imperativo morale”.

“Rinnovo il mio appello: prendiamoci cura della nostra madre Terra; superiamo la tentazione dell’egoismo che ci rende predatori di risorse. Dalle mani di Dio abbiamo ricevuto un giardino, non possiamo lasciare un deserto ai nostri figli. (Papa Francesco)”

Passi concreti da compiere 

“È nostra responsabilità collettiva cambiare radicalmente i nostri stili di vita, porre fine al consumismo insensato e allo sfruttamento predatorio delle risorse e vivere in armonia entro i confini del pianeta”, scrive il cardinale Hollerich che nella sua lettera indica precisi passi da compiere come “la fine immediata di nuovi investimenti in infrastrutture per i combustibili fossili” e l’eliminazione dei sussidi “che prolungano la dipendenza delle comunità dai combustibili fossili e dall’agricoltura industriale distruttiva per l’ambiente”. Occorre inoltre una speciale attenzione “alle industrie aeree e marittime, estremamente inquinanti, il cui contributo alla lotta contro il cambiamento climatico è del tutto inadeguato”.

Sanare il “debito ecologico” è questione di giustizia

Il cardinale Hollerich ricorda ancora le parole di Papa Francesco a proposito del “debito ecologico” contratto dai Paesi del Nord che si “sono arricchiti sfruttando le risorse naturali del Sud” e dice che sanare questo debito “è più che una questione di solidarietà; è una questione di giustizia”. Poi ancora un richiamo all’Europa che ha la responsabilità in questo tempo di “rispettare, proteggere e promuovere i diritti e la dignità delle persone, non ultime quelle che si trovano nelle situazioni più vulnerabili ed emarginate”. E cita esempi di attività approvate dalll’Ue “che danneggiano le società e l’ambiente nel Sud globale” come gli sforzi “per sfruttare nuove riserve di combustibile fossile a Vaca Muerta in Argentina, e per costruire nuove infrastrutture di combustibile fossile in Africa orientale”, decisioni che contraddicono gli impegni presi nei riguardi della crisi ecologica.

Glasgow: opportunità imperdibile per il bene del pianeta

La COP 26 e la COP 15 rappresentano momenti critici per raggiungere nuovi obiettivi, insiste il cardinale, e “l’Europa può e deve svolgere un ruolo di primo piano a livello internazionale in questi prossimi forum” perché si raggiungano risposte coraggiose all’emergenza climatica. In particolare ai leader europei il cardinale Hollerich, a nome della European Laudato Si’ Alliance, ELSiA, (l’Alleanza europea per la Laudato si’ costituita da sei istituzioni e organizzazioni cattoliche che si ispirano all’enciclica di Francesco) di cui il cardinale è ambasciatore, chiede di: aumentare l’ambizione dell’Europa nello sforzo globale per raggiungere un limite di 1,5°C al riscaldamento e un nuovo obiettivo globale del 50% di protezione della natura.
Mantenere le promesse garantendo la realizzazione degli impegni finanziari esistenti e stabilendo nuovi obiettivi per sostenere l’adattamento, la mitigazione, le perdite e i danni nei Paesi in via di sviluppo. Fermare tutte le nuove infrastrutture per i combustibili fossili per orientarsi verso l’energia rinnovabile e gli approcci agricoli agro-ecologici. Infine, rispettare i diritti umani, compresi i diritti dei popoli indigeni e delle comunità locali, nell’azione per il clima e la biodiversità.

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