Chiesa Cattolica – Italiana

Hebdomada Papae: il Gr in latino del 28 agosto

“HEBDÓMADA PAPAE”

Notítiae Vaticánae Latíne rédditae

Die duodetricésimo mensis Augústi anno bis millésimo vicésimo primo

(TÍTULI)

Francíscus Póntifex in Audiéntia generáli die Mercúrii hypocrísim palam repudiávit. Quod ádmodum detestándum virus designávit, cum in Ecclésia accídit.

“Timeámus si Deus in discrímen nos non addúcat…”. Hoc est Summi Pontíficis mónitum, ex catechési deprómptum precatiónis quae est Ángelus diéi domínicae praetéritae.

Francíscus ducénta mília eurórum misit ut Haitiánae genti subvenirétur: quod est prǽvium subsídium primi témporis post terrae motum in ínsula Caraíbica.

Salútem plúrimam ómnibus vobis auscultántibus dicit Philíppus Herrera-Espaliat et felíciter vobis audiéntibus novos núntios Latína lingua prolátos.

Ascolta il radiogiornale in latino

(NOTÍTIAE PRAECÍPUAE)

Hypócrisis princeps est verbum catechésis quod Francíscus Póntifex die Mercúrii apud Áulam Páuli Sexti, in Audiéntia generáli, enuntiávit. Sic Póntifex suam meditatiónem de epístula Sancti Páuli ad Gálatas praebére pergit. Refert Olga Sakun.

Inter fidem et Legem compléndam necessitúdo fuit arguméntum continuátum catechésis novissimárum hebdomadárum. Postquam de necessitáte est locútus nostrae religiónis per filiórum Dei libertátem experiéndae, Francíscus mónuit ut caveámus ne agámus nostram germánam cogitatiónem abscondéntes ideóque nostram identitátem, id est, ut veri hypócrites faciéntes. “Quid est hypócrisis?”, percontátus est Póntifex, atque explanávit hypocrísim veritátis esse metum: ipsa éfficit ut fingámus pótius quam nos ipsi simus. Véluti ánimam fucámus, mores nostros fucámus, agéndi modum fucámus: non est véritas. De hábitu ágitur qui est tamquam virus, quod in óperis loco reperíri potest ac saepenúmero in re política. Sed in Ecclésia quoque inveníri potest et in eius minístris: quod cum évenit, argumentátus est Francíscus Papa, id est ádmodum detestándum.

***

Precatiónis dominicális témpore quae est Ángelus, Francíscus Papa mónuit ne scándalum admíttere deberémus de incarnatiónis mystério, id est, eo quod in humánis infirmitátibus manifestátur Deus. Id Márius Galgano.

In memóriam illud révocans quod multi discípuli Iesum deseruérunt, postquam sermónem de Pane Vitae audiérunt, Póntifex eos compellávit qui adnúere nolunt sumpsísse Deum humánam fragilitátem. Ad Pontíficis mentem ex hoc conséquitur omnes fidéles ut Iesum fíeri debére, a se discedéntes, offeréntes pro áliis próprium ob amórem sacrifícium. Haec personális oblátio cum Christi oblatióne néctitur atque refértur ad panem fractum in Eucharístia. Attámen hóminis cor ob sui amórem obsístit eíque discrímen ínfert quod fructuosíssimum esse potest. Idcírco Francíscus dixit nos timére debére, si Iesus in discrímen nos haud ducat, quóniam fortásse eius núntium dilúimus.

(NOTÍTIAE BREVÍSSIMAE)

Summus Póntifex primum subsídium duórum mílium eurórum prǽbuit ut Haitiánae genti subvenirétur post magnum terrae motum in meridiána Natiónis parte, unde plus quam duo mília hómines interiérunt ac ingens vastátio est consecúta. Francíscus suam proximitátem Caraíbicae ínsulae manifestávit sauciátae ac desértae, évocans item ácriter internationális communitátis solidarietátem.

Haec hactenus, íterum próxima hebdómada, Deo suffragánte, conveniémus.

 

“HEBDOMADA PAPAE”

Notitiae Vaticanae Latine redditae

28 agosto 2021

Papa Francesco ha pronunciato un chiaro “no” all’ipocrisia nell’udienza generale di mercoledì. L’ha definito come un virus particolarmente detestabile quando si verifica nella Chiesa.

“Preoccupiamoci se Dio non ci mette in crisi…”. Questo il monito del Santo Padre nella catechesi dell’Angelus di domenica scorsa.

Francesco ha inviato un contributo di 200mila euro per i soccorsi alla popolazione del Haiti, come primo aiuto nella fase di emergenza post terremoto nell’isola caraibica.

Un cordiale bentrovati da Felipe Herrera-Espaliat per questa nuova edizione del notiziario in lingua latina.

SERVIZI

L’ipocrisia è stata la parola chiave della catechesi che Papa Francesco ha pronunciato mercoledì scorso in Aula Paolo Sesto durante l’Udienza Generale. Così il Pontefice continua le sue meditazioni sulla Lettera di San Paolo ai Galati. La cronaca è di Olga Sakun.

Il rapporto fra la fede e la Legge che si deve compiere è stato il filo rosso delle catechesi dell’ultime settimane. Dopo aver parlato sulla necessità di vivere la nostra religione con la libertà dei figli di Dio, Francesco ha messo in guardia dalla tentazione di agire nascondendo il nostro vero pensiero e quindi la nostra vera identità, cioè, attuando come veri ipocriti. “Cosa è l’ipocrisia?”, si è domandato il Papa, ed ha spiegato che l’ipocrisia è paura della verità: essa porta a fingere piuttosto che essere sé stessi. È come truccarsi l’anima, truccarsi negli atteggiamenti, truccarsi nel modo di agire: non è la verità. Si tratta di un atteggiamento che è come un virus, che si può trovare nel posto di lavoro e tante volte nella politica. Ma anche si può trovare nella Chiesa e nei suoi ministri: quando ciò avviene, ha affermato Papa Francesco, è particolarmente detestabile.

***

Nella sua riflessione durante la preghiera domenicale dell’Angelus, Papa Francesco ha avvertito che non dobbiamo scandalizzarci del mistero dell’incarnazione, cioè del fatto che Dio si manifesta nelle fragilità umane. Sentiamo Mario Galgano:

Richiamando l’episodio in cui molti discepoli abbandonano Gesù dopo aver ascoltato il suo discorso sul Pane della Vita, il Pontefice ha interpellato coloro che rifiutano di accettare che Dio ha assunto tutta la fragilità umana per redimerci. Secondo il Papa, la conseguenza di questo è che ogni credente deve diventare come Gesù morendo a sé stesso, offrendo per amore il proprio sacrificio a favore degli altri. Questa oblazione personale si unisce a quella di Cristo e si riflette nello spezzare il pane nell’Eucaristia. Tuttavia, il cuore dell’uomo resiste egoisticamente e gli fa vivere una crisi che può essere molto fruttuosa. Per questo Francesco ha detto che dobbiamo preoccuparci se Gesù non ci mette in crisi, perché forse abbiamo annacquato il suo messaggio.

(NOTIZIE)

Il Santo Padre ha voluto inviare un primo contributo di 200mila euro per il soccorso alla popolazione del Haiti dopo il grande terremoto nel sud del paese che ha causato più di duemila morti e un’enorme distruzione. Francesco aveva già manifestato la sua vicinanza all’isola caraibica martoriata e dimenticata, lanciando pure un forte appello alla solidarietà della comunità internazionale.

È tutto per questa edizione, alla prossima settimana se Dio vuole.

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