Cecilia Seppia – Città del Vaticano
E’ grande l’impegno dell’Unicef per i bambini di Haiti, sconvolto il 14 agosto scorso, da un violento sisma che ha provocato oltre 2.200 morti, 5000 feriti e centinaia di migliaia di sfollati. Ma non solo. L’intero Paese e le sue strutture hanno riportato danni ingenti a cui, con difficoltà si sta tentando di riparare. In particolare il 70% delle scuole nella parte sudoccidentale di Haiti sono ancora danneggiate o distrutte e questo complica ulteriormente la possibilità dei ragazzi di tornare sui banchi.
300 mila bambini di nuovo in classe
“Sono scioccato nel vedere così tante scuole distrutte o danneggiate dal terremoto,” ha dichiarato Bruno Maes, rappresentate Unicef ad Haiti. “La portata dei danni agli edifici scolastici è peggiore di quanto pensassimo all’inizio – ha aggiunto – . Riparare o ricostruire queste scuole richiederà tempo e risorse. Con o senza scuole, l’apprendimento e l’insegnamento devono continuare. Più a lungo i bambini aspettano, più difficile sarà riportarli a scuola.” Il terremoto ha ritardato la riapertura già di un mese e se le classi resteranno chiuse, l’Unicef stima che oltre 230 mila bambini saranno a rischio di abbandono scolastico nei dipartimenti di Great Southern ad Haiti. Ma c’è una buona notizia: in altri 3 dipartimenti sono circa 300 mila i piccoli che gradualmente stanno cercando di riprendere le lezioni, grazie all’operato di Unicef.
Evitare che i piccoli diventino vittima di sfruttamento
Con il terremoto, ultima ferita inflitta ad una popolazione già piagata dalla crisi economica, molte famiglie hanno inoltre perso il lavoro e lottano per far fronte alle spese per l’istruzione dei loro figli. Ogni giorno fuori dalle classi, spingerà ancora più bambini verso violenze, abusi, sfruttamento, migrazione forzata e anche reclutamento in gang, perciò insieme al Ministero dell’Istruzione, l’Unicef sta esplorando diverse strategie per rispondere al numero ridotto di aule attualmente disponibili per l’insegnamento. Per esempio, le scuole ancora in funzione dovranno ospitare gli studenti delle scuole distrutte, utilizzando la modalità del doppio turno.
Nuove scuole ma servono fondi
In alcune istituti distrutti, la fase iniziale del lavoro di ricostruzione dovrebbe accelerare nelle prossime settimane: circa 150 nuove scuole saranno ricostruite e saranno allestiti 900 spazi temporanei per l’apprendimento. Due giorni fa, inoltre, l’Unicef ha iniziato a distribuire materiale scolastico nelle aree colpite dal terremoto, kit con tutto l’occorrente, distribuiti finora a 100mila bambini, ma anche a fornire supporto per la salute mentale e psicosociale di studenti e insegnanti e incentivi per il loro lavoro. Ma per far fronte a tutte queste esigenze l’agenzia Onu per la protezione dei minori necessita di 25,5 milioni di dollari e finora è stato ricevuto meno del 20 per cento dei fondi richiesti.
Primo segno di speranza
“Nonostante le attuali tensioni ad Haiti, tornare in classe nelle zone colpite dal terremoto significa molto più che riprendere a studiare”, ha dichiarato Maes. “La scuola – ha rimarcato – è il luogo in cui i bambini si ricongiungono con i loro amici, superano il trauma e tornano alla normalità attraverso il gioco. Questo primo giorno di scuola nel sud-ovest di Haiti è l’inizio di un nuovo capitolo nella vita dei bambini colpiti dal terremoto, un segno di speranza e di gioia per loro e per i loro genitori”.
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