Haiti, il vescovo di una delle diocesi più colpite: “Metà delle chiese sono distrutte”

Vatican News

Federico Piana- Città del Vaticano

Più trascorrono le ore e più il bilancio delle vittime del terremoto che il 15 agosto scorso ha devastato Haiti si fa sempre più drammatico. Gli ultimi dati, diffusi dall’Agenzia di Protezione Civile del Paese, fanno balzare il numero dei morti a poco meno di 2 mila mentre le persone ferite sono quasi 10 mila. Le operazioni di soccorso, per tutta la giornata di ieri, sono state complicate dal transito della tempesta tropicale Grace ma, nonostante le difficoltà in cui stanno operando i volontari e le forze dell’ordine, sedici persone sono state trovare vive sotto le macerie di un ex palazzo dell’Onu nel villaggio di Brefet . E mentre Caritas lancia l’allarme per la mancanza di acqua e di cibo, la Conferenza episcopale italiana ha deciso lo stanziamento di un milione di euro di aiuti, finanziati tramite l’8X1000, ed indetto, per domenica prossima, una giornata di preghiera in tutte le parrocchie italiane.

Momento duro da vivere con fede

“È un momento duro, di prova, che dobbiamo vivere con molta fede”, dice monsignor Pierre André Dumas, vescovo di Anse-à-Veau-Miragoâne, una delle diocesi haitiane più colpite. “È anche un momento – aggiunge il presule – in cui dobbiamo intervenire, stando vicino ed ascoltando le necessità della gente”.

Ascolta l’intervista a monsignor Dumas

Distrutte sette case su dieci

Tutta la zona della diocesi di Anse-à-Veau-Miragoâne è stata letteralmente rasa al suolo: sette case su dieci sono state distrutte dalla potente scossa di magnitudo 7.2. “Ancora – afferma il vescovo – non abbiamo contatti con le persone che vivono in montagna e nelle zone isolate. La gente ora ha bisogno di tutto, perfino dell’acqua. Per questo stiamo chiedendo aiuto ad altri Paesi”.

Chiesa locale in aiuto dei più deboli

Monsignor Dumas racconta che i sacerdoti della sua diocesi, insieme alle suore e ai missionari, si stanno prodigando per aiutare i sopravvissuti: “L’accompagnamento dei miei preti, delle religiose e dei religiosi, è costante”, dice. “Momenti di solidarietà si alternano a momenti di preghiera. Inoltre, i pochi beni di prima necessità che la nostra Chiesa locale ha ricevuto sono stati immediatamente condivisi”.

Metà delle chiese rase al suolo

Anche la situazione delle strutture diocesane è drammatica: molte case canoniche e parrocchie sono state letteralmente rase al suolo. “Abbiamo fatto dei controlli – spiega monsignor Dumas – e ci siamo accorti che più della metà delle chiese non c’è più. Ma, nonostante tutto, i sacerdoti sono presenti: accompagnano i fedeli e cercano di sodisfare le loro necessità. Sono tra la gente per dimostrare che Dio non ha abbandonato il suo popolo”.