Il contingente dovrà lavorare per ripristinare la sicurezza e stabilizzare il Paese, tenuto in scacco dalle bande armate che osteggiano le istituzioni e seminano il terrore. Messe in campo risorse umane e mezzi per avviare una collaborazione con le autorità locali. Il primo gruppo di poliziotti del Kenya arriverà alla fine di maggio
Paola Simonetti – Città del Vaticano
Le date restano top secret per motivi di sicurezza operativa, ma per il dispiegamento della forza internazionale a guida keniota chiamata a dare supporto alle autorità locali ad Haiti, fervono i preparativi. Protagonisti al momento sono gli Stati Uniti che, nel contesto del caos figlio della strategia del terrore delle bande armate, hanno iniziato a schierare elementi precursori, pur non partecipando con truppe o poliziotti. Diversi i voli aerei militari coordinati dal comando dell’esercito americano che stanno trasportando personale civile a contratto, attrezzature e forniture all’aeroporto di Port-au-Prince. “Questo personale lavorerà – fanno sapere fonti militari statunitensi – a fianco dei responsabili dell’aeroporto haitiano per mettere in sicurezza tutte le risorse arrivate ad Haiti. Questa missione è resa possibile dal continuo coordinamento e sostegno delle parti interessate haitiane – ha aggiunto l’esercito americano- che si sforzano di mantenere l’aeroporto aperto e di continuare le operazioni”.
A fine maggio prima tranche di poliziotti
Una fase, questa, che sblocca lo stand by in cui si trovava la leadership keniota dopo la risoluzione Onu che ne prevedeva il coinvolgimento, in attesa dell’entrata in funzione ad Haiti di un Consiglio di transizione avvenuta nei giorni scorsi, a seguito delle dimissioni del primo ministro, Ariel Henry nel marzo scorso. Il primo contingente, in arrivo a fine maggio, conterà almeno 200 poliziotti keniani, il cui addestramento avverrà con la collaborazione di diversi Paesi. Sull’effettivo dispiegamento del contingente, il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Matthew Miller, ha precisato che nessuna data è stata per ora resa pubblica, ma è qualcosa che ci si sforza “di realizzare al più presto”.
Popolazione allo stremo
La forza multinazionale dovrà cercare di riportare l’ordine, muovendosi nell’inferno costruito dalle gang armate che, da oltre tre anni, spadroneggiano nel Paese con le armi del saccheggio, dei sequestri, della violenza indiscriminata. Nel Paese caraibico, dove è ormai impossibile trovare riparo, né cibo e cure sanitarie, si contano almeno 4 mila morti, 3 mila rapimenti e un drammatico aumento delle violenze sessuali. Più di 300mila persone sono state sfollate. Solo nelle ultime settimane, rileva un rapporto delle Nazioni Unite, sono fuggiti dalla capitale oltre 50mila haitiani che si aggiungono agli oltre 100mila profughi già presenti nel sud del Paese.