Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Un comunicato del primo ministro, che ha assunto la guida del Paese, riferisce che il presidente Moise è stato ucciso da un commando armato di “mercenari”, alcuni dei quali parlavano spagnolo. L’assassinio è avvenuto la notte scorsa nella residenza del capo di Stato. Morta anche la moglie, in seguito alle gravi ferite riportate. Joseph ha condannato l’azione che ha descritto come un “atto odioso, disumano e barbaro”. Intanto è stata convocata una riunione speciale del Consiglio di sicurezza, l’invito alla popolazione è di mantenere la calma perché la polizia e le forze armate stanno facendo il loro lavoro.
Quanto accaduto rischia di gettare Haiti in una nuova spirale di violenza, il Paese – una delle nazioni più povere al mondo, vittima di cronici disastri naturali e che ancora deve riprendersi dal devastante terremoto del 2010, che fece 250mila morti e 300mila feriti- da tempo è teatro di rapimenti a scopo di estorsione, cresce la povertà, dominano le bande armate. Moise, insediatosi nel 2017, da gennaio 2020 governava per decreto, e senza la presenza di un Parlamento. Ieri aveva nominato un nuovo primo ministro, Ariel Henry, per preparare il Paese al voto del 26 settembre su un referendum costituzionale e per l’elezione del presidente e del parlamento. Una consultazione rimandata già due volte a causa della pandemia.
Le reazioni
L’aeroporto haitiano è stato chiuso, le sedi diplomatiche hanno lanciato l’allerta per il personale. Gli Stati Uniti hanno condannato l’attacco definendolo “terribile” e “tragico”. “Siamo pronti ad assistere – fanno sapere – in qualsiasi forma il popolo e il governo di Haiti”. Anche la Spagna condanna fermamente l’assassinio. Il premier Pedro Sanchez ha lanciato un appello “all’unità delle forze politiche per trovare una soluzione rispetto alla grave crisi che affronta il Paese”. Intanto la Repubblica Dominicana ha ordinato la “chiusura immediata” del suo confine con il Paese caraibico.
“Il potere è nelle mani delle armi”
“La mia impressione è che siamo all’anarchia”. Maddalena Boschetti è missionaria fidei donum, laica, della diocesi di Genova, da quasi 20 anni tra i poveri del Paese. Dalla sua missione di Mare-Rouge, nel nord-ovest di Haiti, fa subito sentire il suo grido di allarme. “Non c’è un colpo di stato – sottolinea – perchè non c’è nessuno che politicamente avanza delle pretese. Chi ha il potere sono le armi, c’è il caos, stiamo aspettando tutti nella prudenza assoluta. Non sappiamo cosa accadrà nei prossimi giorni ma siamo allo stremo, il paese allo stremo”. Maddalena si fa interprete del sentire comune, si spera in un intervento esterno “perché le bande armate di criminali, di violenti che hanno le armi, che hanno il potere stanno facendo quello che vogliono”.
La missionaria racconta che le istituzioni non hanno il controllo del territorio e le bande da tempo si sono organizzate in una confederazione “G9” capeggiata da Jimmy Cherizier, alias “Barbecue”, un ex ufficiale di polizia, spesso in televisione, sempre circondato da uomini che brandiscono pistole e machete. Il suo intento dichiarato è di voler liberare Haiti dall’opposizione, dal governo e dalla borghesia. “Nelle scorse settimane – afferma Maddalena – ha lanciato messaggi per istigare la popolazione alla rivolta, alla violenza, ha invitato al saccheggio delle banche e dei supermercati”. Una situazione, che già prima dell’omicidio di Moise, era stata definita dalle Nazioni Unite molto critica, ad “un livello senza precedenti”. “Siamo in contatto con i nostri cari, con le persone con cui collaboriamo perchè – ed è l’mpegno della missionaria italiana – dobbiamo stringerci l’uno all’altro per non far perdere la speranza”.
Il vescovo di Fort-Liberté: “Mai pensato di arrivare a questo punto”
“Non ce lo aspettavamo, anche se è vero che la tensione era tanta, riguardo al presidente, ma mai avremmo pensato di arrivare a questo punto”, afferma il vescovo di Fort-Liberté, monsignor Alfonse Quesnel a Vatican News: “Siamo in una situazione caotica, il presidente aveva appena nominato un nuovo primo ministro che ora non riuscirà nemmeno a entrare in funzione. Sentivamo salire anche la tensione dei gruppi armati, che creano un panico, e seria preoccupazione in seno alla Conferenza episcopale… Al momento, la situazione è relativamente calma, ma non sappiamo quali saranno le reazioni della gente. Non possiamo dire che la situazione sia sotto controllo”.