Dopo un anno di guerra, le sperate soluzioni diplomatiche al conflitto tra Kyiv e Mosca sembrano ancora lontane. Il piano negoziale proposto dalla Cina non raccoglie consensi unanimi e la soluzione dell’Assemblea Generale dell’Onu, per quanto approvata a maggioranza, vede una forte divisione nella comunità internazionale
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
La decisione adottata da 141 Paesi dell’Onu probabilmente non favorisce il dialogo con Mosca. Rispetto dei confini ucraini internazionalmente riconosciuti e ritiro immediato delle truppe russe è una soluzione che potrebbe sembrare in questo momento un’utopia dopo 12 mesi di sanguinoso confronto armato alla conquista anche di poche decine di metri di terreno. Anche la proposta negoziale cinese appare forse troppo generica e si riassume nella richiesta di un immediato cessate il fuoco e divieto di utilizzo del nucleare.
Nuove sanzioni Ue a Mosca
Da parte di Russia e Ucraina piovono proclami di vittoria per voce del vice del Cremlino, Medvedev, e del presidente ucraino, Zelenski. Il primo parla di chiara supremazia russa, affermando che Mosca è pronta ad arrivare fino “ai confini della Polonia”. Zelenski dalla sua parla di vittoria inevitabile entro quest’anno. Dunque, un altro segnale che un dialogo appare ora difficile da imbastire. In linea con questa situazione anche l’approvazione da parte dell’Unione Europea di un decimo ciclo di sanzioni contro la Russia. Un quadro, dunque, che potrebbe apparire di frattura totale, ma che, invece, non mette la parola fine su un possibile avvio di negoziati. Insomma qualcosa si muove sul fronte diplomatico e le speranze di pace si fanno timidamente sempre più concrete.