Guerra in Ucraina, Kyiv invita Pechino al dialogo dopo il vertice Xi-Putin

Vatican News

Dopo due giorni di visita a Mosca del presidente cinese, da Washington arriva una secca bocciatura del ruolo di peacemaker della Cina. A rendere ancora più tesa la crisi la notizia dei proiettili all’uranio che Londra sarebbe pronta ad inviare a Kyiv

Andrea De Angelis – Città del Vaticano 

La Cina “favorisce la pace e il dialogo per la soluzione del conflitto in Ucraina”. Lo ha detto il presidente cinese Xi Jinping in dichiarazioni rilasciate al Cremlino con l’omologo russo Vladimir Putin, al termine del loro colloquio di ieri. Xi ha appena lasciato Mosca. La Cina ha inoltre replicato alle critiche giunte da Washington. Sul conflitto in Ucraina, Pechino è guidata dai principi della Carta delle Nazioni Unite e ha un atteggiamento imparziale, ha detto ai giornalisti il presidente cinese Xi Jinping. Dal canto suo, il Cremlino ha riferito che “la Russia apprezza la posizione coerente della Cina di sostenere equità, obiettività ed equilibrio sulle principali questioni internazionali. La Cina continuerà a fare delle relazioni sino-russe una priorità”. 

La posizione degli Stati Uniti

Pechino ha sottolineato come la Cina intenda mantenere “la comunicazione con tutte le parti coinvolte” nella crisi Ucraina, e la portavoce del ministro degli esteri cinese ha spiegato che Xi e Putin hanno firmato una dichiarazione congiunta “sull’approfondimento del partenariato strategico globale di coordinamento dei due Paesi per la nuova era”, sottolineando che la crisi ucraina “dovrebbe essere risolta attraverso colloqui di pace”. Quanto alle critiche del segretario di Stato americano Antony Blinken che ha parlato di una copertura diplomatica data da Pechino a Mosca, il ministero degli Esteri cinese ha sottolineato che la Cina “non è né creatrice né parte della crisi in Ucraina, né ha fornito armi ad alcuna delle due parti in conflitto. Gli Usa non sono qualificati per puntare il dito contro la Cina, figuriamoci incolparla”, ha aggiunto. Inoltre, “dicono di voler mantenere la pace, ma la gente non vede alcun passo effettivo”, mentre “quello che vedono tutti è che gli Usa continuano a fornire armi al campo di battaglia”. 

Nuove armi

Proprio le armi sono un tema cruciale. Da un lato, infatti, Mosca ha accusato Londra di essere pronta a fornire proiettili all’uranio impoverito a Kyiv. “Lo scontro nucleare è a pochi passi”. A dichiararlo è stato il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, citato dalla Tass, dopo che i media ucraini hanno rilanciato la notizia – arrivata da Londra – di un possibile rifornimento da parte della Gran Bretagna a Kyiv di armi contenenti uranio impoverito. Sul tema si è espresso anche il ministro degli Esteri di Mosca, Sergei Lavrov, che ha sottolineato come “possa finire davvero male per Londra se questa consegna andrà a buon fine”. In serata, il ministero della Difesa inglese ha confermato che l’invio delle munizioni è in agenda, specificando però che “non ha nulla a che fare con armi o capacità nucleari”, ma piuttosto di un materiale “standard” utilizzato dall’esercito britannico da decenni. Dall’altro Il Pentagono ha annunciato che l’Ucraina riceverà i carri armati Abrams in “tempi accelerati”. Comunque entro l’autunno. Sarà fornita la versione M1-A1, meno aggiornata rispetto agli M1-A2. I tank daranno all’Ucraina – ha spiegato il portavoce Pat Ryder – “una capacità molto simile agli M1A2” che sarebbero stati disponibili solo nel 2024.

Kyiv invita Pechino al dialogo

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato la Cina al dialogo per la pace. “Sto aspettando una risposta”, ha detto, come riporta Ukrinform. “Abbiamo trasmesso alla Cina, sia pubblicamente che attraverso i canali diplomatici, la nostra formula per la pace e l’invito a partecipare a questa formula”, ha aggiunto Zelensky, parlando poi dei colloqui avuti con il premier giapponese Kishida in visita in Ucraina, definiti “piuttosto produttivi”. “Abbiamo discusso di questioni di sicurezza, politiche, sanzioni, economiche e umanitarie e c’è la volontà del Giappone – ha detto – di unirsi alla nostra ricostruzione, di essere un leader in questi processi economici e infrastrutturali”, ha spiegato. “Ma oggi ho anche sentito una disponibilità molto concreta del Giappone a lavorare insieme a noi per mobilitare ancora più attivamente il mondo per l’ordine internazionale, per proteggersi dall’aggressione, per proteggersi dal terrore russo”, ha concluso.