Chiesa Cattolica – Italiana

Guerra in Ucraina, colpita anche Leopoli

Andrea De Angelis e Guglielmo Gallone – Città del Vaticano 

C’è attesa per la telefonata di oggi tra il presidente americano Joe Biden parlerà e l’omologo cinese Xi Jinping, all’indomani della decisione di Mosca di rigettare la richiesta della Corte internazionale di giustizia Onu dell’Aja di sospendere l’operazione militare in Ucraina. Continua l’offensiva russa in varie città del Paese, con il conseguente aumento di profughi – superata quota 3 milioni – e di vittime tra i civili. Compresi i bambini. 

Il fronte diplomatico

La telefonata tra Washington e Pechino arriva all’indomani delle dichiarazioni di Biden che ha definito il presidente russo Putin un “criminale di guerra”, concetto poi ripetuto anche dal governo britannico. E sempre ieri le parole dell’ambasciatore cinese a Kiev, Fan Xianzhong: “La Cina non attaccherà mai l’Ucraina”, ha detto, sottolineando come “la strada scelta dagli ucraini è un diritto sovrano di ogni nazione”. “Dal blocco del mar Nero si rischia una crisi alimentare globale”, fa sapere Kiev, ricordando come Russia e Ucraina producano il 30% del frumento globale. Il presidente ucraino Zelensky è intervenuto in diretta video al Bundestag tedesco: “Ad ogni bomba caduta – ha detto – si solleva un muro in Europa”. “La Germania ha dato e darà il suo contributo – replica Berlino – ma sia chiaro che la Nato non entrerà in questo conflitto”. “Da pochi giorni a una settimana e mezzo”: è l’orizzonte temporale entro il quale l’Ucraina punta ad arrivare ad un accordo di pace con la Russia, secondo quanto annunciato dal capo negoziatore di Kiev, Podolyak. A fare da garanti a un’intesa, fa sapere Ankara, dovrebbero essere diversi Paesi, tra cui Stati Uniti, Turchia e Germania.

Il fronte militare

Tre forti esplosioni. Poi, una densa nube di fumo che copre la zona dell’aeroporto di Leopoli. Siamo a circa 90 chilometri dal confine con la Polonia. Inizia così il ventitreesimo giorno di guerra in Ucraina. Nella notte, le forze russe hanno bombardato anche Lugansk e un incendio di vaste proporzioni è scoppiato nel mercato di Kharkiv, uno dei più grandi dell’Europa orientale. Sempre a Kharkiv, seconda città più grande del Paese, ieri sarebbero morte almeno 21 persone in seguito ad una serie di attacchi aerei che, secondo fonti ucraine, sono stati sferrati usando «bombe a grappolo». La guerra non risparmia neanche Kiev, dove un raid aereo si è abbattuto a nord della capitale. Il ministro della difesa ucraino ha riferito che «la città di Volnovakha non esiste più, non è rimasto nemmeno un edificio». A Mariupol sarebbe stato distrutto l’80% delle strutture residenziali. In una settimana, da qui sono stati evacuati almeno 30 mila civili. Case, negozi, strade, ma anche ospedali: l’organizzazione mondiale della sanità ha riferito che le forze russe, dall’inizio della guerra, avrebbero attaccato 43 strutture sanitarie.

Exit mobile version
Vai alla barra degli strumenti