Chiesa Cattolica – Italiana

Guerra

Nel Dizionario della Dottrina sociale della Chiesa, Ingrid Basso ripercorre la genesi del concetto di guerra e la sua declinazione nel magistero della Chiesa

Ingrid Basso*

All’origine del concetto di guerra vi è il greco Pólemos, una parola fondativa della filosofia occidentale, ma sebbene la tradizione ne abbia trasmesso un’accezione nel senso empirico del termine, il significato originario di Pólemos pare indicare la ricerca di una ricomposizione dei contrasti perché pólemos è logos comune, un logos che essendo tra, è dia-logos (dialogo). “Agire secondo pólemos”, “fare polemica”, per Platone significa dialogare per cercare una soluzione comune. La guerra nel senso empirico del termine non sarebbe quindi che una degenerazione del confronto politico dialettico, ovvero, secondo la definizione di von Clausewitz, «la continuazione della politica con altri mezzi».

In teologia morale, la prima riflessione sulla liceità della guerra è di Agostino, che pur condannando la guerra, ne giustificava il ricorso qualora rientrasse nell’ordine della divina Provvidenza. Tommaso stabiliva che una guerra fosse “giusta” qualora dichiarata da un’autorità legittimamente costituita, per una giusta causa e con il fine della pace. Tale dottrina sarà approfondita nel XVI e XVII secolo e accettata sempre nel rispetto dei principi di legitima auctoritas, iusta causa e debitus modus. Nel Novecento tale posizione della Chiesa si articola in uno ius ad bellum e in uno ius in bello: in caso di violazione di giustizia nelle relazioni internazionali e dopo aver fatto ogni sforzo per comporre pacificamente i dissidi, uno stato è legittimato a fare ricorso alle armi per ripristinare la pace, purché i vantaggi siano superiori ai mali. Principi fondanti della guerra “giusta” sarebbero necessità e proporzionalità. Ma la prima crisi di questi principi si ha nel 1917 quando Benedetto XV definì il conflitto un’«inutile strage» e le dimensioni di una guerra “totale” metteranno in crisi il principio di proporzionalità.

Documenti essenziali in questa direzione sono l’enciclica Pacem in terris di Giovanni XXIII e, con il Concilio Vaticano II, la Gaudium et spes di Paolo VI. Tali posizioni sono riprese con Giovanni Paolo II nel CCC e nel Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, in cui la guerra è condannata a favore della pace, e si delimitano le condizioni previste dalla dottrina tradizionale circa la liceità morale dell’esercizio del diritto alla difesa. Nel 2007, richiamandosi al Vangelo, Benedetto XVI ha sollecitato alla verità della pace attraverso il dialogo e l’amore per i propri nemici. Con l’enciclica Fratelli tutti, la ratifica di Papa Francesco del rifiuto del concetto di «guerra giusta» sembra essere l’esito dell’itinerario del magistero nell’ultimo secolo che mira a entrare definitivamente in una «prospettiva di pace».

*Ricercatrice in Filosofia teoretica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore

Ascolta il podcast del Dizionario della Dottrina sociale della Chiesa

https://media.vaticannews.va/media/audio/s1/2023/07/14/17/137226040_F137226040.mp3

Potete ascoltare qui la serie di podcast sulla Dottrina sociale della Chiesa. La puntata è di Ingrid Basso, curatrice della voce “Guerra” del Dizionario di Dottrina sociale.

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