Grano ucraino, l’Ue cerca una soluzione per le esportazioni

Vatican News

Marco Guerra – Città del Vaticano

Si apre oggi il vertice informale dell’Unione Europea. Nella bozza dei lavori della due giorni appare il tema dello sblocco del grano ucraino, divenuto una necessità impellente non solo per i Paesi Europei, ma soprattutto per molti Paesi dell’Africa e del Medio Oriente che dipendono dai cereali dei Paesi coinvolti dal conflitto per oltre il 50% del fabbisogno della loro popolazione.

Borrell: supportare esportazione dei prodotti ucraini

Alla vigilia del vertice, l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, ha avuto un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba in cui, fra le altre cose, ha detto che “con i leader elaboreremo come supportare l’esportazione di prodotti agricoli dall’Ucraina e l’impatto dell’aggressione russa sulla sicurezza alimentare globale”. Borrell è tornato oggi sulla questione in un’intervista a France Info, affermando che “Vladimir Putin usa il grano come arma di guerra”. Il capo della diplomazia europea ha quindi aggiunto che sulle vie per l’esportazione del grano ucraino “dobbiamo trovare una strada alternativa, la rotta marittima è molto difficile”, “stiamo lavorando”. Quanto all’idea di aprire un corridoio umanitario sul Mar Nero “possiamo immaginarlo”, ma “non possiamo farlo senza l’accordo della Russia, queste acque sono piene di mine”. “Abbiamo bisogno di un accordo con la Russia” e “deve essere fatto a livello delle Nazioni Unite”.

A rischio il nuovo raccolto

Il fatto è che il grano contenuto nei silos ucraini (circa 20 milioni di tonnellate) rischia di deperirsi e la comunità internazionale sta facendo una corsa contro il tempo per trovare dei canali per riprendere le esportazioni, impedite sia dall’occupazione russa di parte del territorio dell’est dell’Ucraina sia dal blocco navale russo dei porti ucraini sul Mar Nero. Secondo alcune indiscrezione di stampa diffuse nei giorni scorsi, L’Unione Europea sta valutando la possibilità di attivare una missione navale per scortare la partenza da Odessa delle navi cariche di cereali.

Bazzana (Coldiretti): raccolto ucraino 2022 calato del 40%

“Ci sono 20 milioni di tonnellate di grano stoccate nei silos in Ucraina, oltretutto si avvicina il nuovo raccolto che, nonostante sia calato del 40% rispetto all’anno precedente a causa della guerra, rischia di non poter essere stoccato a causa dell’impossibilità di liberare i silos con le derrate dell’anno precedente”, afferma nella nostra intervista il responsabile economico nazionale della Coldiretti, Lorenzo Bazzana. “Il problema è logistico – prosegue – bisogna trovare un modo sicuro, che siano le navi o i treni, per trasportare il grano ucraino”.

Risvolti sociali della crisi del grano

Bazzana ricorda poi che l’Ucraina è un grande produttore di grano tenero, mais e olio di girasole, questo sta facendo aumentare i costi di diversi prodotti alimentari già incrementati prima del conflitto a causa dell’aumento dei carburanti, dei fertilizzanti e di diverse materie prime. L’esponente della Coldiretti evidenzia inoltre le conseguenze su alcune regioni fortemente dipendenti dalle forniture di cereali ucraini e russi come l’area del Nord Africa, il Pakistan e lo Yemen dove si rischiano vere e proprie crisi alimentari. Questa situazione, sottolinea Bazzana, potrebbe determinare anche crisi sociali, con rivolte, instabilità politica e aumento dei flussi migratori.

Tornare a produrre in Ue

I coltivatori chiedono all’Ue di incentivare la produzione di cereali in Europa mettendo in coltivazione campi abbandonati, in modo tale da favorire non solo l’autosufficienza ma anche l’esportazione verso i Paesi che ne hanno più bisogno. L’auspicio della Coldiretti è che dal vertice Ue possa uscire una proposta concreta per riprendere le esportazioni del grano ucraino anche se “finora non è stato possibile raggiungere alcun accordo con la Russia”.