I vescovi italiani, a nome del presidente, il cardinale Matteo Maria Zuppi, esprimono gratitudine e affetto per i dieci anni di pontificato del Papa. Dal suo “buonasera” l’inizio di un dialogo che “ci ha insegnato quanto il Vangelo sia attraente e quanto sia importante andare nelle periferie per capire chi siamo”
Michele Raviart – Città del Vaticano
Il “buonasera” con cui Papa Francesco si è presentato alla Chiesa e al mondo dieci anni fa “è stato l’inizio di un dialogo” e, in questo tempo, ha “aiutato a capire quanto il Vangelo sia attraente, persuasivo, capace di rispondere ai tanti interrogativi della storia e ad ascoltare le domande che affiorano nelle pieghe dell’esistenza umana”. Sono le parole del cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, espresse in un messaggio a nome dei vescovi italiani per l’anniversario del Pontificato.
Parole e gesti che sorprendono e parlano a tutti
Da allora, le parole e i gesti del Papa, spiega il porporato, “hanno continuato a toccare il cuore, a sorprendere, a parlare a tutti e a ciascuno“. Francesco, continua Zuppi, “ci ha insegnato a uscire, a stare in mezzo alla strada e soprattutto ad andare nelle periferie, per capire chi siamo. Possiamo conoscere davvero noi stessi solo guardando dall’esterno, da quelle prime periferie che sono i poveri”. “Ci ha spinto a incontrarli, a vederli, a toccarli, a fare di loro i nostri fratelli più piccoli, perché”, come il Papa ha ricordato più volte, “la nostra non è una fede da laboratorio, ma un cammino, nella Storia, da compiere insieme”.
La gratitudine dei vescovi
I vescovi italiani sottolineano anche la loro gratitudine “per aver accolto l’eredità di Benedetto XVI” e per averli accompagnati, a partire dall’Anno della Fede, incoraggiandoli “a vivere da cristiani nelle tante contraddizioni, sfide e pandemie di questo mondo”. L’impegno ribadito dai presuli è a “tracciare insieme sentieri di pace”, perché “solo la pace che nasce dall’amore fraterno e disinteressato può aiutarci a superare le crisi personali, sociali e mondiali”.