Pubblichiamo il messaggio di auguri per il Natale inviato dal Presidente e dal Segretario Generale della CEI, Card. Matteo Zuppi e Mons. Giuseppe Baturi, ai Vescovi e alle comunità diocesane.
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama» (Lc 2,14)
La lode che l’angelo e la moltitudine celeste innalzarono nella Notte Santa a Betlemme risuonerà ancora una volta, tra pochi giorni, in tutte le nostre chiese. Mentre ci prepariamo a questo momento di grazia, contempliamo il Mistero del Dio-con-noi, dell’Emmanuele, che si rinnova nelle tante mangiatoie sparse nel mondo: parlano di guerre, note o dimenticate, di crisi, di miseria e povertà, di tutte quelle storture della storia che rendono ciechi dinanzi alla luce.
È proprio la mangiatoia a farci prendere coscienza della necessità di una grande opera di ricucitura del tessuto comunitario devastato dalla solitudine e dalla violenza. Sarebbe bello, allora, che quel canto di lode diventasse impegno concreto a essere artigiani di pace, attenti al prossimo, capaci di sconfiggere le tenebre con la luce dell’Amore incarnato.
In quelle parole troviamo, infatti, una verità che ci sorprende sempre per la sua radicalità. La gloria che è nel più alto dei cieli e che è contemplata dagli angeli ha un suo riflesso sulla terra: è la pace destinata all’umanità amata dal Signore. La pace terrena che il cristiano annuncia rimanda, dunque, al mistero di Dio: viene dall’alto ed è data in dono all’umanità, che è chiamata a farla fruttare attraverso scelte e stili di vita coerenti. Abbiamo bisogno della conversione del cuore, di tornare a fidarci di Dio: di abbandonare le certezze acquisite per percorrere nuovi sentieri di vita. Non possiamo consentire che si diffonda quella cultura della guerra, dell’odio, dell’ignoranza, del pregiudizio, che trova campo libero nel vuoto dei sentimenti, dei pensieri e delle idee.
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore» (Gv 14,27). In un tempo complesso, fatto di sfide e opportunità, di cambiamenti e grandi prove, la pace che viene da Dio dà coraggio, sostiene nella testimonianza, favorisce l’ascolto e la comprensione, consente di perseverare anche quando violenza e menzogna sembrano prevalere sulla verità. La pace evangelica non bada al tornaconto o all’interesse personale o di parte, ma è umile e non-violenta come il Bambino Gesù a Betlemme. Condividiamo questi pensieri, esprimendo l’augurio di vivere in pienezza il Santo Natale. Che il silenzio dell’attesa ci renda pronti a cantare ancora una volta con fede il canto degli angeli: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama» (Lc 2,14).