Chiesa Cattolica – Italiana

Giovani protagonisti della tavola rotonda della “famiglia” del Premio Zayed

Il giorno dopo la cerimonia di consegna dei riconoscimenti ai tre vincitori dell’edizione 2024, si è svolto un dibattito nell’Emirates Palace di Abu Dhabi tra i membri dell’Alto Comitato per la Fratellanza Umana, la giuria, i premiati dal 2021 e undici studenti universitari di tutto il mondo, selezionati dal Programma di Amicizia della Fratellanza Umana. Il cardinal Sandri: “Il Documento del 2019 è un programa di vita per il futuro dell’umanità”

Alessandro Di Bussolo – Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti)

Se il Documento sulla Fratellanza Umana è un “programma di vita per il futuro dell’umanità”, come è convinto il cardinale Leonardo Sandri, ad Abu Dhabi come membro della giuria del Premio Zayed 2024, alla seconda tavola rotonda che ha seguito la consegna del riconoscimento, è giusto che i protagonisti siano stati i giovani. Giovani che avevano già preso la parola nel terzo panel del Majlis, l’assemblea organizzata nella Casa della Famiglia Abramitica la mattina del 4 febbraio, Giornata Internazionale della Fratellanza Umana proclamata dall’Onu a fine 2020, e quinto anniversario della storica firma, nella capitale degli Emirati Arabi Uniti, della Dichiarazione congiunta, da parte di Papa Francesco e del Grande Imam di Al-Azhar Al-Tayyeb.

L’intervento di una delle 11 giovani del Programma di Amicizia della Fratellanza Umana alla tavola rotonda

Il panel dedicato ai giovani nel Majlis della Fratellanza Umana

Li erano intervenuti alcuni degli 11 giovani talenti da tutto il mondo, selezionati dal Programma di Amicizia della Fratellanza Umana dopo un anno di incontri e dibattiti online tra le università di 20 Paesi dei cinque continenti. Ahmed, Aisha, Caroline, Ishan e l’italiana Sofia, tutti studenti e studentesse universitari poco più che ventenni, che si erano confrontati con i membri dell’Alto Comitato, la giuria del Premio e con i vincitori su temi come l’utilizzo della tecnologia digitale e dei social per la diffusione dei valori della Fratellanza Umana. E nella tavola rotonda nell’Emirates Palace uno dei giurati del Premio Zayed 2024, il rabbino Abraham Cooper, presidente della Commissione degli Stati Uniti per la Libertà Religiosa, ha lanciato una provocazione, chiedendo loro se davvero la tecnologia serve i giovani o se invece non accade l’inverso.

Abdelsalam: il Premio Zayed ambiente di dibattito

I protagonisti del dibattito si sono confrontati per esplorare la possibilità di collaborare per far crescere la fratellanza umana nel mondo, ispirando ma anche facendosi ispirare dai giovani presenti. Il giudice Mohammed Abdelsalam, segretario generale del Premio Zayed, nella sua introduzione, ha salutato i premiati nella cerimonia di lunedì sera al Founder’s Memorial, come “nuovi membri che si uniscono alla famiglia del Premio”. L’obiettivo principale, ha spiegato, “è trasformare il Premio Zayed in un ambiente per il dibattito e lo scambio di idee”.

Un momento della tavola rotonda

Emirati, “dove i giovani diventano cittadini del mondo”

Il primo intervento è stato del “padrone di casa”, il responsabile del dipartimento di Cultura e Turismo di Abu Dhabi Mohamed Khalifa Al Mubarak, che ha portato la sua testimonianza di padre che sta crescendo quattro figli “in un Paese multiculturale, con persone che provengono da 200 diverse nazioni del mondo. Con la forza dell’educazione – ha raccontato – i miei figli crescono senza pregiudizi, anche religiosi, perché vedono i compagni di scuola che vanno in chiesa, al tempio indù, alla sinagoga. Anche il nostro museo, il Louvre di Abu Dhabi, celebra la cultura universale in un mondo globalizzato, e tutte le culture sono rappresentate in modo uguale”. Questa è la terra della coesistenza, ha concluso, “e i giovani che vivono qui imparano davvero ad essere cittadini del mondo”.

Sandri: il Papa e il Grande Imam profeti che indicano il futuro

Dopo di lui il cardinal Sandri ha ricordato che come prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali, cinque anni fa ha assistito alla storica firma, e quindi ha “l’impegno di diffondere i valori del Documento, che è un programma di vita per il futuro dell’umanità, con il Papa e il Grande Imam che sono due profeti che ci indicano questo futuro, anche se questa è ancora attirata da guerra e violenza. Un programma che ci chiede, come il Papa ha chiesto ai vincitori, di diventare seminatori di speranza”.

Ruffini: un mondo più fraterno chiede una nuova comunicazione

Nel corso della tavola rotonda è stato consegnato un altro premio ai vincitori: un certificato con le firme in originale di Papa Francesco e del Grande Imam. Successivamente Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, ha sottolineato come la comunicazione guidi le politiche pubbliche e i comportamenti privati. E come siano “importanti leadership non solo capaci di comunicare, ma di aprire un discorso su alcune basi della comunicazione digitale, per rinegoziarle, per darle una forma diversa”. Per costruire un mondo più fraterno, ha concluso, “serve una comunicazione più fraterna anche nelle sue regole”. Le nuove leadership, per Ruffini, si misureranno su questa capacità di comunicare fratellanza.

Il gruppo dei partecipanti alla tavola rotonda co tutto lo staff del Premio Zayed per la Fratellanza Umana

Latifa: ascoltiamo di più i giovani

Latifa Ibn Ziaten, francese di origine marocchina, premiata nel 2021, che ha perso un figlio in un attentato terroristico nel 2012 ed ha fondato di un’associazione per i giovani e la pace, che porta il nome di suo figlio Imad, ha sottolineato che i giovani musulmani francesi, che considerano l’Islam come parte della propria identità, “non si integrano nella società, si chiudono nel ghetto, vivono come una doppia vita. E se non trovano lavoro, una volta sulla strada, rischiano di essere avvicinati dai delinquenti e trafficanti”. Dobbiamo ascoltare i giovani, ha concluso, e oggi la sua associazione ha come obiettivo “creare uno spazio nel quale anche i padri imparino ad ascoltare e amare i propri figli”.

Shaddy: trasformare in azione il Documento di Abu Dhabi

In chiusura il professor Thomas Francis Banchoff, presidente per l’Impegno globale della Georgetown University di Washington, negli Stati Uniti, ha presentato il Programma di Amicizia della Fratellanza Umana, spiegando che la presenza degli 11 giovani di grande talento ad Abu Dhabi, è il culmine di un programma di un anno, che ha coinvolto le università di 20 Paesi di tutto il mondo. “Abbiamo discusso su come portare l’educazione al centro – ha spiegato Banchoff – e i giovani sono convinti che lo spirito del Documento dev’essere portato anche ai livelli più alti dell’educazione, e quindi anche all’università”. Dopo di lui hanno preso la parola alcuni giovani, come Shaddy Makrlouf, ventenne della Pennsylvania, di origini palestinesi (lui e sua famiglia sono cattolica, originari di Nazareth), che studia alla Georgetown. Shaddy ha ribadito il suo impegno a cercare di trasformare, con il suo gruppo di nuovi amici, il “Documento sulla Fratellanza umana in azione”, con la creazione di una “guida per le soluzioni di solidarietà” da diffondere in tutte le università del mondo, per stimolare iniziative comuni tra i giovani credenti di tutte le fedi.

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