Giornate Fai d’autunno, festa dei luoghi di bellezza nascosta e del volontariato

Vatican News

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Una festa della bellezza di tanti luoghi d’Italia normalmente non visitabili e del servizio di 7 mila volontari del Fondo per l’ambiente italiano, il Fai, che con il loro entusiasmo permettono di rendere vivi per cittadini e turisti palazzi, chiese, giardini, parchi, ville, fabbriche e anche edifici scolastici, non conosciuti per il loro reale valore artistico, storico, culturale e naturale. Sono le Giornate Fai d’Autunno che tornano per l’undicesima edizione, sabato 15 e domenica 16, e che permettono l’apertura alla visita di più di 700 luoghi in 350 città d’Italia, in tutte le regioni, grazie all’impegno dei gruppi Fai Giovani e tutte le delegazioni Fai cittadine, diffuse e attive in tutta italia. In dieci edizioni, le Giornate hanno coinvolto più di un milione e 400 mila visitatori.

Settecento meraviglie nascoste, il 350 città italiane

Settecento meraviglie da scoprire, “nascoste in luoghi poco conosciuti e solitamente inaccessibili – spiegano al Fai – che raccontano storia e natura dell’Italia, spaziando dall’archeologia all’architettura, dall’arte all’artigianato, dalla tradizione alla memoria, dall’antico al moderno, dalla città alla campagna”. Un patrimonio che va “dai palazzi delle istituzioni alle architetture civili – ospedali, carceri, scuole e università, e perfino porti – da chiese e conventi a dimore private, ville e castelli, da siti archeologici a moderni centri di ricerca, dai borghi immersi nella natura a parchi, giardini e orti in città, dai villaggi operai ai laboratori artigianali e alle industrie del made in Italy”. Bellezze che il Fai svela al pubblico in due giorni di festa, di divertimento, ma anche di apprendimento e sensibilizzazione.

Armiraglio: di nuovo una festa di piazza dopo la pandemia

Perché questi luoghi speciali sono a pieno titolo “il nostro patrimonio” e perciò “tutti siamo chiamati a curarli e a proteggerli per le generazioni presenti e future, com’è nella missione del Fai, cominciando innanzitutto a conoscerli, per scoprirne il valore”. A presentarci le Giornate Fai dell’Autunno 2022 e alcuni dei luoghi più interessanti è Federica Armiraglio, responsabile contenuti Campagne nazionali Fai.

Ascolta l’intervista a Federica Armiraglio (Resp. campagne Fai)

Tornano le giornate Fai d’autunno, dopo le difficoltà legate alla pandemia. Vi aspettate una ripresa della partecipazione di cittadini e turisti? Avete per questo ho cercato anche di aumentare il numero di luoghi aperti?

Speriamo davvero in una grandissima partecipazione, perché le giornate Fai d’autunno sono sempre una festa e sono una festa di tutti, non solo del Fai. Noi mettiamo la chiave che apre le serrature delle porte di luoghi che normalmente non sono visitabili, ma la festa è soprattutto per le persone che questi luoghi li rendono nuovamente vivi. Parliamo di 350 città con oltre 700 luoghi aperti, di tutti i tipi. Ci saranno le classiche ville e castelli, ma ci sono anche tanti luoghi speciali e diversi dai soliti da scoprire insieme al Fai questo fine settimana.

Dove avere informazioni sui luoghi aperti e su come visitarli? È sempre necessaria la prenotazione?

Andate sul sito www.giornatefai.it , potete fare una ricerca per regione, per comune, o per curiosità, e trovare tra le varie aperture quelle che più vi interessano. La prenotazione è richiesta soltanto in alcuni luoghi, di solito beni istituzionali, quindi di proprietà di enti pubblici che lo hanno specificamente richiesto. Ma proprio per tornare appunto alla festa che sono sempre state le giornate Fai, gran parte dei luoghi in realtà è senza prenotazione. Quindi vi aspettiamo in piazza, magari con un pochino di pazienza, per scoprire questi luoghi che sono aperti in via eccezionale questi due giorni.

Tra le 700 proposte in 350 città italiane di cui ci ha parlato prima, ce ne può segnalare qualcuna di particolare, magari nuova per le Giornate, tra sud centro e Nord?

Partirei dal nord, facendo una carrellata di beni artistici e naturalistici, con qualche luogo molto curioso. A Doberdò del lago, in provincia di Gorizia, c’è un’apertura a cui teniamo molto, sono quattro percorsi diversi nel Carso, che è stato colpito da un grande incendio a fine luglio. Quest’apertura vuole quindi anche sensibilizzare le persone e sul patrimonio storico, artistico e naturalistico che il Carso ha, perché saremo una riserva naturale, ma anche ovviamente sulla necessità di fare attenzione alla tutela del nostro territorio e le giornate del Fai hanno sempre un valore anche sociale. A Venezia apre il complesso di San Francesco della Vigna, che ha questo nome proprio perché conserva la più grande vigna di Venezia che da 600 anni si affaccia sulla laguna nord e che normalmente non si può visitare. A Firenze apre il conservatorio Cherubini, in una villa del Settecento, un luogo veramente molto molto speciale, come il vicino castello di Montauto, siamo sempre nei dintorni di Firenze. O a Recanati, ad esempio, apre Villa Koch, che è stata il set de Il giovane favoloso, il film dedicato a Giacomo Leopardi. Così come invece a Sassari apre l’ex carcere di San Sebastiano, normalmente chiuso, anche se ha abbandonato, quindi anche questa è un’ apertura eccezionale, dov’è stato girato un altro film “Aria ferma” con Toni Servillo.

Il video di presentazione delle Giornate Fai d’Autunno 2022

E a Palermo si potrà salire in maniera straordinaria sul campanile che prospetta sulla cupola del Carmine, da cui ti abbraccia non soltanto un panorama straordinario sul centro di Palermo, ma anche su questa cupola che è una delle più belle e monumentali addirittura di tutta Italia. E poi ancora a Campobasso, per esempio, vi cito il Museo dei misteri, che sono in realtà quelli religiosi della processione del Corpus Domini e lì si vedranno gli ingegni creati nel Settecento che sono strutture su cui vengono installate le persone, soprattutto bambini, durante questa processione. Le processioni storiche italiane, tra l’altro, sono candidate a diventare patrimonio immateriale dell’Unesco. E a Roma, all’interno del complesso di Santa Croce in Gerusalemme, ci sarà non soltanto una narrazione della Chiesa, della storia delle reliquie di Sant’Elena, Santa Croce in Gerusalemme deve il suo nome anche allo straordinario patrimonio di reliquie che conserva, ma si potranno visitare anche la biblioteca normalmente chiusa al pubblico, una sala affrescata molto sontuosa e soprattutto l’orto giardino che era parte del convento dei monaci. I monaci non ci sono più da qualche anno, ma è stata realizzata una ristrutturazione di questo orto giardino dall’ architetto paesaggista come Paolo Pejrone. E fra l’altro, il giardino era chiuso all’interno delle mura di un anfiteatro romano. Quindi anche questa è una vista molto speciale che senza il Fai non sarebbe possibile

Accennava però anche ad alcune visite particolari, e curiose, che potrebbero interessare un pubblico giovanile?

Per esempio il parco di antenne del Campo di Radioastronomia a Medicina, in provincia di Bologna, che è una delle sedi dell’Istituto nazionale di astrofisica, quindi un patrimonio che non ci si aspetta. Oppure nel porto di Livorno apre l’antico silos granario, quindi un momento di archeologia industriale che non è più utilizzato come silos ed  è stato da pochissimo restaurato, e offre una visita davvero estremamente suggestiva. E poi ancora a Lecce apre il conservatorio, che sarà di nuovo visibile in maniera eccezionale, oppure a Sorrento l’Hotel Parco dei Principi, che è stato realizzato da Giò Ponti negli anni Cinquanta del secolo scorso e si entra davvero in una capolavoro di architettura contemporanea.

Le visite sono gratuite, chiedete solo un piccolo contributo, non obbligatorio, dai 3 euro in su. Ma quali sono gli altri modi per contribuire all’impegno del Fai di proteggere aprire, e guidare nella visita, queste bellezze che altrimenti resterebbero chiuse e nascoste?

Il Fai è un’organizzazione no profit e non riceve contributi fissi. Chiaramente solo il sostegno degli iscritti, dei visitatori delle giornate Fai e tutte le persone che contribuiscono all’ operato del Fai, permette alò Fai di continuare a offrire manifestazioni come le Giornate di primavera e d’autunno. Quindi un modo per fare di più è mandare un contributo via sms, o chiamare da rete fissa il 45583, perché davvero ogni piccolo contributo aiuta il Fai a continuare a svolgere la sua missione. Più di centomila euro vengono investiti ogni mese dal Fai per la manutenzione dei beni che gli sono affidati. Il Fai possiede o ha in concessione 71 beni in tutta Italia, gran parte dei quali è permanentemente aperta al pubblico. Mentre i luoghi che vengono aperti durante le giornate Fai, oltre ai beni del Fai, sono luoghi di proprietà privata o sedi istituzionali che vengono aperti maniera straordinaria solo in questi due giorni.

Oltre che per i visitatori, le giornate Fai sono una bella esperienza anche per i vostri volontari, che apriranno i luoghi e faranno da guide. Quanti saranno? E quanti di questi gli studenti formati, grazie al vostro progetto “Apprendisti ciceroni”?

Sono più di settemila le persone che dedicano due giorni del loro tempo alla gestione delle giornate di autunno, quindi a poter garantire queste straordinarie aperture. Senza il loro apporto davvero non sarebbe possibile, e in gran parte dei luoghi come narratori ci saranno dei giovanissimi allievi delle scuole medie e delle scuole superiori che vengono formati insieme ai loro insegnanti durante l’anno. Proprio perché avvicinarsi al racconto della bellezza e alla scoperta del nostro patrimonio è un’esperienza che ha un grandissimo valore educativo. La missione del Fai non è soltanto culturale, ma è davvero sociale ed educativa. Ecco perché sostenere il Fondo permette anche di realizzare progetti educativi come questo che si chiama “Apprendisti ciceroni”, che è un bel regalo proprio per crescere in un Paese che vogliamo sia sempre il più bello del mondo, ma anche il più vissuto e amato da tutti noi, che abbiamo la fortuna di essere italiani.

Acri: Bologna, i palazzi e gli studenti “ciceroni” nella loro scuola

Andiamo a Bologna e ci facciamo guidare alla scoperta delle undici proposte del Fai per la città delle due torri e l’area metropolitana dal capo delegazione cittadino, l’avvocato Pietro Acri.

Ascolta l’intervista a Pietro Acri (Fai Bologna)

Hanno un sapore particolare le giornate Fai d’autunno a Bologna, quest’anno, finalmente senza troppe preoccupazioni per la pandemia. Vi aspettate una buona risposta da bolognesi e turisti?  

Finalmente quest’anno riusciamo a tornare alle giornate Fai come evento di piazza, nel quale accogliamo tutti i visitatori che si mettono in fila e quindi possono partecipare anche senza prenotazione, a questo evento. Ci aspettiamo quindi una bella risposta da parte del pubblico sia visitatori che turisti, che a Bologna in questo momento sono veramente tanti. Questo è un modo per noi di dire ai bolognesi che vogliamo far sì che il patrimonio artistico e culturale sia fruibile al massimo da tutti e con serenità.

I luoghi Fai aperti eccezionalmente questi giorni nel cuore di Bologna, sono soprattutto tre palazzi. Ce li può presentare?

Il primo è il Palazzo Vassè Pietramellara, che ha un importante apparato decorativo interno, molto bello e anche poco conosciuto dai bolognesi, con soffitti dipinti del Cinquecento e una splendida galleria, invece di stampo seicentesco con all’ interno una splendida e molto rara meridiana interna. Poi abbiamo Casa Saraceni, sede attuale della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, che è un palazzo di fine Quattrocento, uno splendido esempio di edificio rinascimentale bolognese e che al suo interno ha però un apparato decorativo realizzato invece da questo artista dell’art nouveau bolognese degli anni Trenta, Roberto Franzoni, che riprende proprio lo stile rinascimentale del Cinquecento, quindi un richiamo all’epoca del palazzo. E infine Palazzo Lambertini Taruffi anche questo del Cinquecento bolognese che presenta un apparato decorativo sempre cinquecentesco molto bello e assolutamente interessante per essere all’interno di un istituto scolastico.

Nella visita di Palazzo Lambertini Taruffi a fare da guida saranno gli studenti stessi del Liceo classico che ha sede in quell’edificio. Quanti saranno e come si sono preparati gli apprendisti ciceroni?

Saranno circa 30 e sono stati preparati unitamente dal Fai e dai loro docenti di storia dell’arte e abbiamo pensato che fosse importante che in questa apertura fossero i ragazzi che vivono quotidianamente il loro liceo a raccontarlo in una chiave storico artisti ai visitatori che in queste due giornate potranno conoscere non solo la storia della scuola, ma anche il perché questo edificio è così importante per la storia di Bologna.

Studenti volontari come anche lei, che nella vita fa l’avvocato. Perché spendere il proprio tempo per le bellezze del nostro Paese?

Il Fai da’ sempre grandi stimoli e porta i volontari a spendersi molto perché ogni giorno ci rendiamo conto che il nostro Paese è ricchissimo di beni di interesse culturale artistico e tutti quanti possiamo contribuire a far sì che questo patrimonio sia conosciuto, valorizzato e diffuso al massimo proprio per la fruibilità di tutti. Quindi noi ci troviamo insieme, come volontari. E viviamo della gioia nel far riscoprire ai nostri visitatori quanto è bello il nostro Paese.

Guardando alle altre aperture, sono in tutto undici tra Bologna e città metropolitana, vediamo che ci sono luoghi di fede, chiese cattoliche  e ortodosse, bellezze della natura, ville private con parchi non aperte solitamente al pubblico e anche un palazzo comunale…

Quest’anno abbiamo voluto spingere molto l’attenzione su tutto il territorio della città metropolitana che per Bologna è assolutamente importante, noi ci sentiamo una realtà integrata e sul territorio si trovano appunto queste realtà molto diverse e particolari. Partendo dalla chiesa ortodossa di San Basilio il grande, la prima chiesa ortodossa della città di Bologna, eretta nel 1973 proprio della sede di un ex oratorio cattolico risalente alla metà del Trecento. Poi spostandoci invece a San Giovanni in Persiceto, la chiesa della Madonna della cintura che rappresenta un luogo di fede importantissimo per la comunità e con tracce storiche veramente importanti. Andando poi in altra sedi della città metropolitana, abbiamo un luogo naturale, le splendide Grotte di Labante, che sono nel cuore dell’Appennino a Castel D’Aiano, e rappresentano una delle grotte in travertino più importanti d’Europa. Sempre a San Giovanni faremo visitare un importantissimo museo di arte sacra che raccoglie opere pittoriche della scuola bolognese tra il XV e il XIX secolo. E poi anche ville private, a Medicina ci sono le bellissime ville Pasi e Modoni che sono aperte e rappresentano l’impianto. settecentesco della città di Medicina. E Villa La Riniera a Castel San Pietro con uno splendido parco. In questo luogo abbiamo l’unione tra natura e apparato storico-artistico. E poi infine il Palazzo Comunale della città di Imola, il luogo simbolo per eccellenza dell’amministrazione per i cittadini. Alcune visite addirittura saranno accompagnate come guida dallo stesso sindaco di Imola. E questo per me questo è un valore aggiunto.