Eugenio Bonanata – Assisi
Quella di oggi è stata una giornata storica per la Chiesa e la società di Assisi nell’ambito delle celebrazioni per il quinto anniversario dell’erezione del Santuario della Spogliazione. In mattinata si è svolta la cerimonia per riapertura della porta dell’antico vescovado, dopo diversi anni di restauro in seguito alla sua scoperta avvenuta negli anni Novanta.
Dove san Francesco rinunciò ai suoi beni
“Un momento di grazia”, ha affermato il vescovo monsignor Domenico Sorrentino, carico di emozione per la benedizione che il Papa ha inviato per l’occasione. Un breve messaggio in cui il Santo Padre ricorda il significato di questo luogo dove “San Francesco d’Assisi rinunciò ai suoi beni e si spogliò delle sue vesti”.
Conversione radicale al Vangelo
Un messaggio ribadito in modo fisico da monsignor Sorrentino che, assieme al cardinale Franco Montenegro, arcivescovo emerito di Agrigento, e ai vertici di tutte le famiglie francescane presenti ad Assisi, ha svelato la porta prima di attraversarla. “In questo modo – ha detto – riproponiamo dei valori e in particolare l’esigenza di una conversione radicale al Vangelo e di un modo grande di guardare al mondo e alla società”.
Una scoperta dal sottosuolo
Un messaggio che da ora in poi tutti i numerosi pellegrini in arrivo ad Assisi potranno sperimentare in modo diretto nel loro percorso al Santuario della Spogliazione. “Questa è la perla del vescovado”, ha ripetuto il presule raccontando cosa abbia comportato in questi anni riscoprirla e farla emergere. “Diciamolo pure: si è trattato di sventrare l’attuale struttura per ritrovare quella antica con tutte le problematiche connesse a livello organizzativo, tecnico, finanziario e archeologico”. Sono serviti anni di preparazione, dopo la scoperta della porta avvenuta sul finire degli anni Novanta. E ne serviranno altri in prospettiva. La complessità, infatti, è che i lavori si svolgono nel sottosuolo – qualche metro – rispetto al piano dell’attuale struttura.
L’antico riemerso
“Proseguiremo nel progetto”, ha assicurato il presule precisando che quello odierno “costituisce un punto fermo di grande importanza: ad Assisi è difficile creare delle novità, ma la novità era nella parte antica e oggi è emersa”. Si tratto solo di un tassello della riorganizzazione complessiva del Santuario della Spogliazione di Assisi. Un luogo che per la verità già da qualche anno è oggetto di un’attenzione nuova da parte dei pellegrini attratti anche dalla presenza delle spoglie mortali del beato Carlo Acutis. Ora si aggiunge un nuovo piano, il vescovado antico appunto.
Un rifugio durante le persecuzioni naziste
“In queste pietre – ha spiegato Sorrentino – si può ascoltare la storia”. Non solo quella di San Francesco, riproposta dalla Sala della Spogliazione costruita dal vescovo Crescenzi tra il 500 e il 600. C’è anche la storia raccontata dal Museo della Memoria che sorge proprio negli spazi adiacenti l’antica porta del Santuario dove l’allora vescovo Nicolini, in collaborazione con l’intera cittadinanza assisana, aveva stabilito la sede di quella rete che nel silenzio e nel nascondimento salvò oltre 300 ebrei dalla furia nazifascista. E non è tutto: il Santuario della Spogliazione ha molto da dire anche in merito ad un’altra era. “Sotto i nostri piedi – ha raccontato Sorrentino – si trova buona parte dei resti della Assisi precristiana, soprattutto all’interno della cosiddetta casa di Properzio”.