Il processo di comprensione e di dialogo “non è certo concluso, ma ha ancora bisogno di essere recepito e diventare cultura, cioè modo di pensare, di parlare, di scrivere e di vivere”. Lo sottolinea mons. Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino e presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo, nell’introduzione al Sussidio per la XXXII Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei che si celebra il prossimo 17 gennaio.
Al centro della riflessione comune il libro di Qohelet che, ricorda il vescovo, “mette in discussione il senso della vita davanti al comune destino della morte” e che quindi può aiutare a leggere questo tempo segnato dalla pandemia in cui “noi, esseri umani, nella precarietà e nella sofferenza condivise abbiamo perseverato nella ricerca di Dio per riscoprire il senso della vita e la protezione nella fragilità, come fece il Qohelet”. “Abbiamo capito meglio – osserva il vescovo – che non saranno i muri a salvarci, ma il remare insieme, come ha detto papa Francesco, nella stessa barca che affronta questa tempesta”.
“L’esperienza della solitudine rende questo testo particolarmente coinvolgente per l’uomo contemporaneo, dal momento che questo stato d’animo rappresenta il sentire diffuso di tanti che, pur pienamente partecipi di un contesto sociale, sperimentano tuttavia un senso profondo di estraniamento, sentono di aver smarrito determinati legami un tempo coltivati soprattutto nella famiglia e nella comunità religiosa di appartenenza”, rileva Rav Giuseppe Momigliano, rabbino capo di Genova, evidenziando che “l’esempio di vita e di riflessioni sviluppati da Qohelet possono essere molto importanti per ricercare i percorsi e i valori autentici della vita, quelli che conducono ad una reale serenità, che ci mettono in guardia rispetto momenti di vana euforia, destinati ad essere seguiti da tardive resipiscenze del tempo perduto”.
Insieme al Sussidio, curato dalla Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo, sono diverse le iniziative promosse sul territorio nazionale dalle diocesi.
L’auspicio, conclude mons. Spreafico, è che “la riflessione comune sul libro di Qohelet e la Giornata del 17 gennaio siano un passo ulteriore nella riscoperta del valore e del senso del nostro essere radicati nella fede dell’Israele di Dio”.