Chiesa Cattolica – Italiana

Giornata mondiale dei poveri. Caritas Regno Unito: pregare e agire

Roberta Barbi – Città del Vaticano

Vedere-giudicare-agire… ma anche pregare: queste le parole chiave delle iniziative per la Giornata mondiale dei poveri – che la Chiesa celebrerà domenica 14 novembre – proposte da Caritas Social Action Network, l’agenzia della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles che si occupa delle azioni sociali interne. La Giornata ha come tema: “Risorse” e infatti la Caritas, in collaborazione con l’editore Redemptorist, ha prodotto un sussidio destinato alle parrocchie, alle scuole e a tutti coloro che vorranno pregare una novena indetta per l’occasione a partire da lunedì 8 novembre.

Incontrare Cristo nel corpo dei poveri e dei sofferenti

Il direttore di Caritas, Raymond Friel, ha offerto anche una propria riflessione sulla Giornata: “Il cristiano  – scrive – è chiamato a seguire l’esempio di Gesù nell’amare Dio e il prossimo, specialmente i più vulnerabili. Papa Francesco ci ricorda: ‘Se vogliamo veramente incontrare Cristo, dobbiamo toccare il suo corpo nei corpi sofferenti dei poveri’”. “Sviluppare una cultura dell’incontro – prosegue Friel – è un tema chiave per il Santo Padre e una contro-testimonianza essenziale a ciò che egli descrive come una cultura dello scarto, dello spreco e dell’indifferenza, una cultura che mette da parte gli esseri umani che non sono considerati produttivi o utili”. “Il tema della Giornata mondiale dei poveri di quest’anno è ‘I poveri sono sempre con te’, tratto dalle parole di Gesù all’unzione di Betania poco prima della sua Passione, un episodio descritto nei Vangeli di Matteo, Marco e Giovanni – spiega ancora il direttore di Caritas Social Action Network -. Gesù non sta dicendo che non dovremmo lavorare per alleviare la povertà: nel racconto di Marco, Gesù dice che possiamo mostrare gentilezza ai poveri quando vogliamo; nel racconto di Giovanni, l’obiezione principale all’uso di un profumo costoso per ungere Gesù viene da Giuda, ma Giovanni chiarisce che Giuda non aveva amore per i poveri, e che era un ladro. Rubava dalla borsa comune, le sue parole dicevano una cosa, le sue azioni un’altra. La tradizione cristiana è realistica sugli esseri umani: siamo buoni, ma imperfetti, feriti dal peccato. Non crediamo nell’utopia in questa vita. Ci saranno sempre povertà e ingiustizie di qualche tipo, ma siamo chiamati a ridurre il loro impatto ovunque possiamo”.

Vincere la sfida contro le cause strutturali della povertà

“Il Papa continua a dire che l’incontro con i poveri è più di una semplice carità, o di atti di benevolenza, per quanto importanti essi siano. Il nostro incontro con i poveri dovrebbe essere un’autentica condivisione, una creazione di comunità, un desiderio di conoscere coloro che possono essere invisibili per noi – prosegue Friel – Papa Francesco ci spinge oltre: non basta lavorare per alleviare la povertà. In Fratelli Tutti, ad esempio, siamo chiamati a sfidare le cause strutturali della povertà. Nella nostra società c’è un’ingiustizia diffusa, molte persone che non hanno ciò che è loro dovuto, ciò di cui hanno bisogno per vivere una vita dignitosa e soddisfacente, e molte persone che hanno molto più di quanto hanno bisogno. Questo non è uno stato di cose naturale, ma il risultato della politica, il che significa che può essere cambiato”. “In Inghilterra e Galles, non sempre vediamo la drammatica povertà materiale che è evidente in altri Paesi, ma – aggiunge – nel 2019, secondo un rapporto della Joseph Rowntree Foundation, quasi due milioni e mezzo di persone nel Regno Unito, tra cui mezzo milione di bambini, hanno sperimentato l’indigenza in qualche momento dell’anno in cui non hanno avuto abbastanza per vivere. Lo stesso rapporto dice che prima della pandemia erano 14,5 milioni le persone che nel Regno Unito erano intrappolate nella povertà, pari a 1 persona su 5. Nella nostra società, abbiamo anche persone che sperimentano la povertà dell’isolamento e della solitudine, dell’essere senza fissa dimora, della schiavitù moderna, della tratta, della povertà relazionale, dell’esperienza di essere abusati o vittime di violenza. Queste circostanze sono spesso causa di povertà materiale, o il risultato della povertà materiale”.

Con la pandemia rese evidenti nuove povertà

“Il Vangelo – sostiene Raymond Friel – ci chiama a una conversione del cuore e questa conversione, come dice Papa Francesco nel messaggio di quest’anno per la Giornata mondiale dei poveri, ‘consiste principalmente nell’aprire i nostri cuori a riconoscere le molte e diverse forme di povertà e a manifestare il Regno di Dio attraverso uno stile di vita coerente con la fede che professiamo’. L’esercizio Vedere-giudicare-agire è progettato principalmente per discernere quali azioni potranno essere intraprese -spiega -. La novena è una proposta per aiutarci a incontrare nella preghiera e nelle Scritture la costante cura di Dio per i poveri e anelare relazioni più giuste nella comunità”. “La nostra società è stata scossa da una pandemia globale. La povertà che esisteva nelle nostre comunità è stata esposta e i più colpiti sono coloro che erano in povertà anche prima della pandemia – conclude il direttore della Caritas del Regno Unito – ci sono, inoltre, altri tipi di povertà in aumento come le malattie mentali, la violenza domestica, la povertà alimentare. Dal suo ingresso sulla scena mondiale a Gerusalemme duemila anni fa, la comunità cristiana era nota per il suo servizio ai poveri. Questo segno è necessario ora più che mai. Il mondo è alla ricerca di speranza”.

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