#Beatplasticpollution (Combatti l’inquinamento da plastica) è lo slogan per la 50.ma edizione della ricorrenza mondiale istituita dall’Onu nel 1972 ogni 5 giugno con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica su tematiche legate alla protezione e alla cura del pianeta
Silvia Giovanrosa – Città del Vaticano
A pochi giorni dalla chiusura dei negoziati sul Plastics Treaty, un trattato globale per porre fine all’inquinamento da plastica, a cui hanno partecipato circa 175 Paesi, si celebra oggi, lunedì 5 giugno, la Giornata Mondiale dedicata alla cura dell’ambiente che riporta l’attenzione sull’annoso tema dell’inquinamento dovuto alla produzione ed al consumo di plastica. Ogni anno si generano più di 400 milioni di tonnellate di plastica, metà delle quali non é riciclabile. Le microplastiche, che derivano dalla mancanza di un sistema circolare, finiscono nel cibo, nell’acqua e nell’aria e sarebbero circa 50mila all’anno le particelle di microplastiche che ogni individuo ingerisce.
Le iniziative in tutto il mondo
Sono previste per questa Giornata diverse iniziative di sensibilizzazione in vari Paesi del mondo. In Italia per l’occasione viene rilanciato il programma di prevenzione degli sprechi alimentari, aggiornato con nuovi consigli sull’accumulo dei rifiuti e l’utilizzo delle risorse. A Bruxelles, Ginevra e Sarajevo è stata lanciata la campagna Green Up, che focalizza l’attenzione sul riciclo e sull’efficienza energetica. Il Wwf ha scelto la deforestazione come tema centrale per ricordare l’importanza del “polmone verde” del pianeta.
Le parole chiave per il cambiamento
L’inquinamento potrebbe essere ridotto dell’80% entro il 2040 se i Paesi e le aziende effettuassero profondi cambiamenti politici e di mercato, utilizzando le tecnologie esistenti. L’ Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, ha redatto un rapporto secondo il quale le principali soluzioni si basano sulle “3 R”: il “riuso” consentirebbe di avere un taglio del 30% dell’inquinamento nei prossimi diciassette anni; il “riciclo” un’ulteriore diminuzione del 50%, eliminando i sussidi ai combustibili fossili e rafforzando le linee guida per migliorare la riciclabilità; infine il “riorientamento” della produzione porterebbe a ridurre del 17% la produzione della plastica usando materiali alternativi.