Michele Raviart – Città del Vaticano
Riprendersi dalla pandemia, impegnarsi a vaccinare gli abitanti dei Paesi più poveri, creare un’economia verde e sostenibile. I temi 2021 della Giornata internazionale della Pace, istituita dalle Nazioni Unite e che cade ogni 21 settembre, richiamano da vicino le istanze e gli appelli portati avanti da Papa Francesco, non solo negli ultimi due anni segnati dal Covid-19.
Condividere i vaccini con i Paesi più poveri
“Guarire meglio per un mondo equo e sostenibile”, è il titolo della Giornata. La pandemia, infatti, ha colpito più duramente i gruppi più svantaggiati ed emarginati. I dati forniti dalle Nazioni Unite, aggiornati allo scorso aprile, parlano di oltre 100 Paesi che ancora devono ricevere una singola dose di vaccino, a fronte delle centinaia di milioni già somministrate nei Paesi più sviluppati. Non solo, infatti, come ha ricordato il Papa in un recente videomessaggio rivolto alle popolazioni dell’America Latina, “vaccinarsi è un atto di amore”, ma è anche un gesto essenziale per la lotta globale alla pandemia. Per questo, durante la benedizione urbi et orbi della scorsa Pasqua ha esortato “l’intera Comunità internazionale a un impegno condiviso per superare i ritardi nella loro distribuzione e favorirne la condivisione, specialmente con i Paesi più poveri”.
L’Onu propone un cessate il fuoco di 24 ore
Le persone coinvolte nei conflitti, si legge poi nel comunicato di presentazione alla Giornata sul sito delle Nazioni Unite, sono quelle più vulnerabili a causa della mancanza di accesso all’assistenza sanitaria. Per questo e per rafforzare gli ideali di pace le Nazioni Unite hanno chiesto per oggi un cessate il fuoco e l’assenza di violenza per 24 ore in tutto il mondo, ribadendo quanto sancito dal Consiglio di Sicurezza lo scorso febbraio, quando gli Stati membri avevano approvato all’unanimità una “tregua umanitaria duratura” per fermare i conflitti e permettere l’accesso ai vaccini.
Non possiamo essere nemici gli uni degli altri
“Il virus”, poi, “attacca tutti senza curarsi della nostra provenienza o del nostro credo”. Per questo bisogna ricordarsi che, di fronte a quello che è definito un “nemico comune dell’umanità”, “non siamo nemici l’uno dell’altro” e che dobbiamo fare pace gli uni con gli altri. “Nessuno si salva da solo”, ha più volte ripetuto il Papa, perché la pandemia ha dimostrato che ci troviamo “tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda” (Preghiera per la fine della pandemia a San Pietro il 27 marzo 2020).
Un’economia verde e sostenibile
Indispensabile per questo è anche fare pace con la natura, con quel creato da proteggere che è il tema dell’Enciclica Laudato Si’. “Nonostante le restrizioni di viaggio e le chiusure economiche”, infatti, “il cambiamento climatico non è in pausa”. C’è quindi bisogno di un’economia globale verde e sostenibile che produca posti di lavoro, riduca le emissioni e costruisca la resilienza necessari per fronteggiare gli impatti climatici.