Giornata del Malato: le celebrazioni delle Chiese nel mondo

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Roberta Barbi – Città del Vaticano

Era già malato, Papa Giovanni Paolo II quando, nel 1992, annunciò al mondo l’istituzione di una Giornata di preghiera da dedicare in particolare alle persone che affrontano l’esperienza della sofferenza fisica. Scelse l’11 febbraio, giorno della memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes e nel 1993 si apprestò a celebrare la prima auspicando per la Chiesa uno spirito di servizio che la portasse a crescere nell’ascolto, nella riflessione e nell’impegno di fronte al grande mistero della malattia. Oggi, come allora, le Chiese locali ogni anno si riuniscono in preghiera in comunione con il Santo Padre, indirizzando la propria riflessione su questo tema.

Polonia: accompagnare i malati con tenerezza e delicatezza

Tradurre la misericordia di Dio Padre in tenerezza e delicatezza, fondamentali per accompagnare le persone nel viaggio della malattia: questo il messaggio di monsignor Romuald Kamiński, presidente del Comitato episcopale per la Pastorale della Salute della Conferenza episcopale polacca nella conferenza stampa di presentazione della Giornata presso il Centro Sanitario Memoriale dei Bambini di Varsavia-Miedzylesie. “Accompagnare un malato richiede un atteggiamento risoluto da un lato, e una grande tenerezza e sensibilità dall’altro – ha insistito il vescovo -. Il Santo Padre sottolinea molto fortemente che subito dopo il grande compito della predicazione del Vangelo, c’è il compito di dedicarsi ai malati. C’è bisogno di un tale atteggiamento, che deriva dal coltivare in se stessi il dono della misericordia, per raggiungere e riconquistare questo fratello rifiutato perché nella malattia e nella sofferenza”.

Spagna: la Chiesa al servizio di chi soffre

Pongono l’accento sugli oltre 20.700 volontari, tra religiosi e laici, che attraverso le strutture e le iniziative della Chiesa cattolica ogni anno in Spagna si prendono cura dei malati, le celebrazioni per la Giornata del Malato volute dalla Conferenza episcopale spagnola. “Accompagnare nella sofferenza” è, infatti, il motto proposto dal Dipartimento di Pastorale della Salute, che ricorda come la Giornata Mondiale del Malato segni l’inizio di un periodo di riflessione più lungo, che si concluderà il 22 maggio, quando la Chiesa in Spagna celebra la Pasqua dei malati.

Australia: l’assistenza sanitaria, grande orgoglio per la Chiesa

Nel terzo anno di pandemia, la Chiesa australiana ha deciso di rendere omaggio, in occasione della Giornata mondiale del malato, al prezioso lavoro che le istituzioni sanitarie cattoliche svolgono in Australia e in tutto il mondo. Monsignor Karol Kulczycki, delegato episcopale per la Salute dell’Episcopato australiano, li definisce “un grande orgoglio per la Chiesa”: “Adempiendo alla chiamata di Gesù al ministero della guarigione, la Chiesa cattolica è stata in prima linea nello sviluppo degli ospedali in tutto il mondo e rimane in prima linea nel fornire assistenza, anche attraverso la pandemia – ha detto -. Onoriamo coloro che svolgono il ministero di guarigione nel nome di Cristo, il Divino Guaritore e l’ispirazione del nostro servizio per tutti attraverso i nostri ospedali, l’assistenza agli anziani e altri servizi”. I vescovi e le università cattoliche australiane, inoltre, per la Giornata mondiale del malato hanno organizzato un webinar per discutere alcuni degli impatti della pandemia da Covid sul personale sanitario, dal burn-out, alla fatica fino al ritiro.

Argentina: il malato testimone del Vangelo di Cristo

Si concentra sulla malattia come occasione di evangelizzazione attraverso la propria testimonianza di dolore, monsignor Luis Urbanč, vescovo di Catamarca e presidente della Commissione episcopale per la Pastorale dei Malati. Il presule, in un video, dopo aver ringraziato gli operatori sanitari che si occupano di loro, ricorda come al centro della Giornata siano proprio i pazienti, cioè ognuno di noi perché la malattia, breve o lunga che sia, è una delle esperienze della vita che coinvolge tutti: “I protagonisti della Giornata – ha affermato – sono i malati che devono prendere coscienza di quello che nella malattia il Signore chiede loro, cioè offrire la propria vita come evangelizzatori nella malattia e devono anche prendere coscienza del modo in cui vivono la malattia, se con allegria o con disperazione, con speranza, con angoscia; chiedere al Signore di essere illuminati dallo Spirito Santo affinché riescano a vivere l’esperienza della malattia come un’opportunità per vivere il Vangelo di Gesù e per toccare con mano l’amore misericordioso con cui Dio ama il mondo in cui viviamo”.

Irlanda: l’attenzione ai malati al centro della missione di Gesù

La cura dei fratelli malati non è compito esclusivo degli operatori sanitari, pur alla sequela di Gesù, ma coinvolge tutti: su questo passaggio del messaggio di Papa Francesco per la XXX Giornata del Malati si sofferma monsignor Michael Router, presidente del Consiglio per l’assistenza sanitaria della Conferenza episcopale irlandese. “Papa Francesco ci dice che la misericordia è il nome di Dio per eccellenza – sottolinea il vescovo – non è qualcosa di fugace o sentimentale, ma sempre presente e attivo, che unisce forza e tenerezza. Nei Vangeli vediamo Gesù mostrare grande preoccupazione e misericordia per i malati. Egli fece della proclamazione del Vangelo e della guarigione dei malati il punto centrale della missione dei suoi discepoli. Le persone che sono malate o che soffrono sono isolate dagli altri ed è per questo che Gesù ha reso la guarigione e la pastorale verso i malati una parte così importante della vita cristiana”.

Colombia: la vita è un dono di cui essere grati

Approfitta della XXX Giornata del Malato, l’episcopato colombiano per presentare il primo di una serie di opuscoli dedicati alla catechesi nella malattia, che ha intitolato prendendo in prestito un versetto del Vangelo di Giovanni: “Perché abbiano la vita in abbondanza”. “La vita umana, tra gioie e avversità: un dono di cui essere grati”, è il primo di essi, specificamente dedicato al tema dell’eutanasia e realizzato dalle Commissioni episcopali per la Dottrina e la Promozione e Difesa della Vita, presiedute rispettivamente dai vescovi monsignor Óscar José Vélez e monsignor Francisco Antonio Ceballos.