“La Chiesa, così come la società, ha bisogno di loro”, lo scrive Papa Francesco nel messaggio per la III Giornata mondiale dei nonni e degli anziani 2023 del luglio prossimo. La diffusione del testo in coincidenza con l’iniziativa odierna dell’Onu per la sensibilizzazione sulle violenze nei confronti della terza età. Paenza della Comunità di Sant’Egidio: occorre affermare la cultura del darsi la mano, perché il rapporto tra le generazioni è essenziale per la società
Layla Perroni – Città del Vaticano
“Sono gli anziani a trasmetterci l’appartenenza al Popolo santo di Dio. La Chiesa, così come la società, ha bisogno di loro. Essi consegnano al presente un passato necessario per costruire il futuro. Onoriamoli, non priviamoci della loro compagnia e non priviamoli della nostra, non permettiamo che siano scartati!”. Lo scrive Papa Francesco nel messaggio odierno per la III Giornata mondiale dei nonni e degli anziani del mese di luglio. Intanto ricorre oggi la Giornata di sensibilizzazione sulle violenze contro gli anziani – istituita dall’Onu nel 2006.
La cultura dello scarto
La Giornata che si celebra oggi ha lo scopo di attirare l’attenzione sul fenomeno che colpisce la terza età. I dati forniti dall’Organizzazione mondiale della sanità confermano l’allarme: si stima che un anziano su 6 nel mondo, pari a quasi 141 milioni di persone – di cui il 15,7% over 60 – abbia subito violenza. La progressiva crescita degli anziani – che nel 2050 arriveranno ad essere all’incirca 2 miliardi – aumenta le possibilità di maltrattamenti. “Il trascorrere del tempo e quindi l’invecchiamento non viene percepito come un fattore positivo dalle società contemporanee – dichiara Giancarlo Paenza, responsabile del servizio anziani della Comunità di Sant’Egidio – perché, purtroppo, reca con sé l’idea di fragilità. Tale connessione fa sì che si affermi la cultura dello scarto, come l’ha definita Papa Francesco. Essa nasce dalla non considerazione delle persone fragili che causa a sua volta un circolo di violenza e abusi”.
Il dramma dimenticato
Durante la pandemia, spiega l’Oms, i casi di maltrattamenti verso gli anziani sono aumentati dell’84%. Nonostante il dato così alto, il fenomeno non occupa un ruolo rilevante nel dibattito pubblico. Lo scarso interesse verso il fenomeno, secondo Paenza, è legato alla poca sensibilità nei confronti degli anziani. “Esiste troppa contrapposizione fra la terza età e i giovani – spiega – sono diffuse, inoltre, convinzioni errate come l’idea che i vecchi rubino il posto di lavoro ai giovani o che le risorse pubbliche vengano assorbite interamente dalle persone anziane”. “Si pensa che gli anziani – continua il responsabile del servizio della Sant’Egidio – non porgano la mano ai giovani, mentre invece si dovrebbe affermare una cultura diversa, quella del darsi la mano, perché i giovani hanno bisogno degli anziani e viceversa.”
La colossale bugia
Giancarlo Paenza ritiene che l’aumento delle violenze verso gli anziani in pandemia sia legato ad una errata organizzazione della sanità pubblica che ha privilegiato la sanità selettiva. Essa, insieme alla istituzionalizzazione, è colpevole di aver reso residuale la vita degli anziani. “ll maggior numero degli abusi è avvenuto, infatti, negli ospizi, ambienti che in teoria avrebbero dovuto essere protetti – sottolinea -. Questo è rivelatore di una colossale bugia che viene detta ormai da tanti anni e cioè che l’istituzionalizzazione sia una risposta positiva alla fragilità delle persone anziane”. L’atteggiamento estremamente paternalistico, poi, nei confronti della terza età non aiuta la terza età. La figura stessa dell’amministratore di sostegno, pensata come “una forma di protezione per gli anziani, in seguito si è rivelata una fonte di abuso vero proprio”.
Un legame tra le generazioni
Come ricordato anche da Papa Francesco nel messaggio dedicato alla III Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, è necessario incoraggiare l’incontro tra generazioni diverse. “Il Signore desidera che non lasciamo soli gli anziani, che non li releghiamo ai margini della vita, come purtroppo oggi troppo spesso accade”. Il legame tra anziani e giovani è rappresentato anche dalla vicinanza tra la celebrazione della Giornata mondiale dei nonni e degli anziani che ricorre a luglio e quella della GMG, che si terrà a Lisbona nella prima settimana di agosto. “Entrambe hanno come tema la “fretta” di Maria nel visitare Elisabetta, e ci portano così a riflettere sul legame tra giovani e anziani – ricorda il Santo Padre nel messaggio – l’amicizia di una persona anziana aiuta il giovane a non appiattire la vita sul presente e a ricordarsi che non tutto dipende dalle sue capacità. Per i più anziani, invece, la presenza di un giovane apre alla speranza che quanto hanno vissuto non vada perduto e che i loro sogni si realizzino”.
Una comunità in continua crescita
La Comunità di Sant’Egidio, impegnata da anni nell’assistenza agli anziani, si prepara alla Giornata mondiale degli anziani e dei nonni. Presso i centri della Comunità, aperti durante l’estate, si favorisce la socializzazione dei più adulti, si organizzano vacanze per gli anziani e si continua l’opera di sensibilizzazione dei più giovani, attraverso incontri con studenti delle scuole elementari, delle medie e anche delle università. Trasmettere i valori del ‘buon vicinato’ è importante, “perché per i giovani, ormai troppo assorbiti dalla tecnologia e dai beni materiali – afferma Paenza – trascorrere del tempo con un anziano rappresenta un’esperienza formativa che favorisce lo scambio generazionale ribadito dal Papa”. “L’incontro tra i giovani e gli anziani – conclude – è fondamentale perché permette l’evoluzione della società civile, aumenta la consapevolezza e crea una comunità unita, dove nessuno è escluso”.