Marco Guerra – Città del Vaticano
Circa 275 milioni di persone nel mondo hanno fatto uso di droghe nell’ultimo anno, è quanto emerge nel Rapporto mondiale pubblicato dalle Nazioni Unite alla vigilia dell’odierna Giornata internazionale contro la droga 2021.Nello stesso periodo preso in esame, oltre 36 milioni di persone hanno sofferto di disturbi da consumo di droga.
In aumento uso cannabis
Il rapporto mette inoltre in evidenza che la potenza della cannabis in particolre negli ultimi 24 anni è aumentata di ben quattro volte e che, tuttavia, la percentuale di adolescenti che ne percepiscono la pericolosità è scesa fino al 40%, nonostante l’evidenza che l’uso di cannabis sia associato ad una varietà di danni alla salute e di altro tipo, specialmente tra i consumatori regolari. La pandemia ha confermato queste tendenze insieme a registrare un aumento dell’uso non medico di farmaci.
Informare per salvare vite
“Una minore percezione dei rischi del consumo di droga è stata collegata a tassi più elevati di consumo, e i risultati del Rapporto mondiale sulle droghe 2021 evidenziano la necessità di colmare il divario tra percezione e realtà per educare i giovani e salvaguardare la salute pubblica”. Così il direttore esecutivo dell’Ufficio Onu sulle Droghe e il Crimine, Ghada Waly. Il tema della Giornata quest’anno è “Condividi i fatti sulle droghe. Salva le vite”, spiega una nota dell’Onu, sottolineando l’importanza di rafforzare la base di prove e dati per sensibilizzare il pubblico, “in modo che la comunità internazionale, i governi, la società civile, le famiglie e i giovani possano prendere decisioni informate, indirizzare meglio gli sforzi per prevenire l’uso di droga e affrontare le sfide mondiali relative a questo fenomeno”.
L’evoluzione del mercato
Un altro trend è quello della vendita di sostanze stupefacenti sul dark web. Questo tipo di mercato vale 315 milioni di dollari di vendite annuali, una piccola frazione rispetto alle vendite complessive, ma che registra una rapida espansione. Più in generale il mercato globalizzato sul web renderà le droghe più disponibili in tutto il mondo. Il documento dell’Onu osserva poi che “la resilienza dei mercati della droga durante la pandemia ha dimostrato ancora una volta la capacità dei trafficanti di adattarsi rapidamente ad ambienti e circostanze mutate”. Tra le nuove strategie si annoverano spedizioni sempre più grandi di droghe illecite, un aumento della frequenza delle rotte via terra e via acqua, un maggiore uso di aerei privati per il trasporto e un’impennata nell’uso di metodi senza contatto per consegnare la droga ai consumatori finali. Il Rapporto fa inoltre notare che le catene di approvvigionamento di cocaina verso l’Europa si stanno diversificando, spingendo i prezzi verso il basso e la qualità verso l’alto, e quindi il Vecchio Continente è esposto ad un’ulteriore espansione del mercato della cocaina.
L’impatto della pandemia
Volgendo lo sguardo agli impatti negativi della pandemia, l’analisi dell’Onu suggerisce che l’aumento delle difficoltà economiche dovute alle chiusure rende la coltivazione di droghe illecite più attraente per le fragili comunità rurali. Oltre tutto l’aumento delle disuguaglianze, della povertà e dei problemi di salute mentale, in particolare tra le popolazioni già vulnerabili, rappresentano fattori che potrebbero spingere più persone all’uso di droga.
Barberis (Comunità Giovanni XXIII): droga risposta sbagliata a bisogni profondi
“Non c’è una diminuzione dell’uso di sostanze stupefacenti ma c’è un mutamento del fenomeno. nel periodo della pandemia è cambiata la modalità di reperimento. Ma ricordiamo un elemento di fondo: l’uso di droghe è un tentativo sbagliato di rispondere ai bisogni profondi della persona, il bisogno di relazione e di ricerca di significato della vita. Con la pandemia è aumentato il bisogno di compensare questa ricerca con le sostanze”, spiega a VaticanNews Meo Barberis responsabile delle Comunità Terapeutiche della Comunità Papa Giovanni XXIII.
Allarme per cannabis più potente
L’esponente dell’associazione fondata da Don Oreste Benzi sottolinea che il tema del consumo di droghe è uscito dai riflettori dei media in questi anni, in parte come conseguenza del fenomeno della compatibilità del consumo con la vita quotidiana che riduce la percezione sociale, “ma il problema – spiega – si è solo cronicizzato”. “Il fenomeno colpisce tutte le fasce di età ma colpisce la diffusione tra i giovanissimi”. Barberis mette anche in guardia riguardo alle erronee distinzioni tra droghe leggere e droghe pesanti: “Sono due categorie create dalla stampa ma che non hanno basi scientifiche, le droghe sono tutte pericolose a seconda della quantità e dell’individuo che ne fa uso. La cannabis su alcuni soggetti predisposti ha effetti moltiplicati per sei, senza contare che quella che circola oggi ha quantità di principio attivo anche dieci volte superiori a quelle che si consumavano venti anni fa”.
Comunità di recupero cattoliche
Il responsabile delle Comunità terapeutiche della Papa Giovanni XXIII ricorda inoltre che l’Italia ha una rete d’eccellenza per il recupero e la cura dei tossicodipendenti. Si tratta di ” realtà nate nei primi anni ’80 che dobbiamo – dice- difendere e promuovere. La pandemia ne ha limitato l’operatività ma vogliamo e dobbiamo andare avanti”. Particolarmente importante il contributo offerto dalle realtà cattoliche: “Da otto anni – aggiunge infine Barberis – abbiamo dato vita al Tavolo nazionale delle dipendenze che si riunisce presso la Caritas a cui partecipano le associazioni che si ispirano al Vangelo. L’adesione a Gesù diventa la forza trainante per impegnarsi in queste situazione. Gesù ci dice ‘Io sono la Via e la Verità e la Verità vi farà liberi’: il messaggio che noi portiamo è la liberazione dalla falsa risposta dell’uso di sostanze”.