Gerusalemme, feste religiose sotto massima sicurezza. Razzi da Siria verso Israele

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Pasqua, Ramadan e Pesach coincidono in questa domenica. Dopo l’ennesima recrudescenza delle violenze in Medio Oriente, le forze di sicurezza sono massicciamente dispiegate nella Città Santa. Ieri, nella Basilica del Santo Sepolcro, celebrata la veglia della Resurrezione del Signore

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La polizia israeliana è dispiegata massicciamente oggi nella Città Vecchia di Gerusalemme, nella parte orientale, in concomitanza con le celebrazioni religiose di Pasqua, Ramadan e Pesach che coincidono in questa domenica 9 aprile. Circa 2500 agenti sono stati chiamati a garantire l’ordine pubblico dopo le recenti tensioni.  In occasione della Pasqua ebraica l’esercito ha  imposto la chiusura dei valichi di transito con la Cisgiordania e con Gaza. Ieri sono stati anche richiamati riservisti della Guardia di frontiera e l’esercito ha deciso di rafforzare con soldati gli schieramenti della polizia

Tensioni negli ultimi giorni

Attacchi mortali, lanci di razzi da Gaza, dal Libano e dalla Siria, seguite da rappresaglie israeliane hanno flagellato infatti nei giorni scorsi la regione, già segnata, mercoledì scorso, dalla irruzione delle forze israeliane nella moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme, il terzo luogo più sacro dell’Islam, che ha provocato un’improvvisa recrudescenza delle tensioni. Sei razzi, in due differenti fasi, sono stati lanciati dal sud della Siria la notte scorsa verso le Alture del Golan in Israele.

L’appello del Papa

Papa Francesco ha espresso la sua preoccupazione per gli attentati degli ultimi giorni nel suo messaggio Urbi et Orbi: essi, ha detto, “minacciano l’auspicato clima di fiducia e di rispetto reciproco necessario per riprendere il dialogo tra israeliani e palestinesi, affinché la pace regni nella Città Santa e nell’intera regione”.

La Pasqua al Santo Sepolcro

La mattina di sabato 8 aprile, nella Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme, prima città al mondo a celebrare la Pasqua, si è svolta la veglia della Resurrezione del Signore. Nella Città santa, infatti – ricorda la Custodia di Terra Santa – la Resurrezione viene celebrata il sabato mattina, “per esigenze dello status quo che regola la vita delle varie comunità cristiane nel Santo Sepolcro”.

La Messa solenne è stata presieduta dal Patriarca latino di Gerusalemme, l’arcivescovo Pierbattista Pizzaballa, che ha proclamato il Vangelo della Risurrezione: “La nostra Chiesa, la Chiesa di Gerusalemme, che per prima ha ricevuto questo meraviglioso annuncio, non cerca il Vivente tra i morti, tra coloro che hanno perso la speranza e rimangono chiusi nelle loro tombe”, ha detto il patriarca nell’omelia dinanzi ai fedeli che affollavano il luogo sacro. E proprio pensando alle “violenze contro i nostri luoghi e simboli cristiani”, Pizzaballa ha affermato che essi “sono solo una delle espressioni della violenza più diffusa che caratterizza questo nostro tempo, che è presente ovunque”.

L’invito del patriarca è tuttavia a non arrendersi di fronte alle avversità: “Il Vangelo, però, indica una condizione, un passaggio che rende possibile questa nuova nascita. E questa condizione è quella che l’angelo indica alle donne. Cioè rimanere, non fuggire di fronte alla morte, al fallimento, all’impossibilità della vita”.

Uno sguardo bello sul mondo

Sempre Pizzaballa, in una dichiarazione alla tv, prima della Messa al Santo Sepolcro, ha affermato: “Stiamo vivendo momenti molto difficili: purtroppo l’escalation di violenza a sfondo politico e religioso, che era prevista, si sta realizzando. Sono le cose di sempre ma che avvengono con sempre con maggiore intensità. Le aggressioni sono sempre più frequenti e abbiamo visto anche di recente che colpiscono non solo i locali ma anche i turisti”. “Il messaggio – ha sottolineato il Patriarca – è che, nonostante tutto, dobbiamo continuare a credere che è possibile cambiare le cose. Possono cambiare, se cambiamo il nostro cuore e siamo qui per questo. Per chiedere di avere il coraggio di uno sguardo bello sul mondo, nonostante tutto”.