Roberta Barbi – Città del Vaticano
“Non mollare, anzi, rafforzare la giustizia climatica”: questa, in sintesi, l’indicazione di monsignor Rolf Lohmann, vescovo ausiliare di Münster, responsabile per la pastorale del creato della Conferenza episcopale tedesca, in occasione della pubblicazione del nuovo rapporto mondiale sul clima del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite.
“Adottare prospettiva globale come indicato dal Papa”
“Il nuovo rapporto si concentra sull’adattamento ai cambiamenti – dichiara il presule – è chiaro che la consapevolezza della necessità di adattarsi al cambiamento climatico, che è già in atto, è arrivata ovunque, specie dopo le siccità degli anni passati e le inondazioni della scorsa estate, che hanno lasciato profonde ferite nelle persone e nel paesaggio. L’adattamento è necessario per essere preparati agli sviluppi”. Il vescovo indica poi l’importanza di avere sulla questione un approccio globale, come quello indicato da Papa Francesco nell’Enciclica Laudato Si’. “Questa prospettiva include pensare il clima, la natura e gli esseri umani come un unicuum, per esempio per quanto riguarda le interazioni tra il riscaldamento globale, la perdita di biodiversità e il comportamento umano – spiega ancora – questa prospettiva include anche la consapevolezza che le popolazioni del Sud del mondo sono le più colpite e hanno bisogno del sostegno dei Paesi industrializzati. Come cristiani, noi in Germania, dovremmo essere pronti a condividere in qualche misura la nostra prosperità”.
Transizione energetica equa, che non lasci indietro nessuno
Monsignor Lohmann sottolinea, inoltre, come “l’attuale aumento dei prezzi dell’energia mostri che è giusto ed economicamente sensato rendersi indipendenti dai combustibili fossili e passare alle energie rinnovabili. Ora l’implementazione deve essere portata avanti. Inoltre, c’è la drammatica situazione in Ucraina: non dobbiamo chiudere gli occhi neanche su questo e possiamo solo sperare che le armi tacciano presto”. Tutte le sfide e le avversità, però, non devono portare a rallentare o a perdere di vista l’obiettivo a lungo termine, secondo il presule “le alternative sostenibili alle energie fossili devono essere ampliate e il coraggio di cambiare è necessario anche a livello individuale. Riusciremo a portare tutti dalla nostra parte? La transizione energetica è cruciale e deve essere equa, in modo che i più poveri e i più deboli non siano sopraffatti da prezzi energetici schiaccianti. Sono state presentate proposte in tal senso, tra l’altro da un’ampia alleanza di associazioni climatiche, ambientali e sociali, sindacati e Chiese”.
La cura del Creato è missione permanente
Il vescovo conclude la sua dichiarazione evidenziando quanto, per la Chiesa, preservare il Creato sia una missione permanente, che si concretizza con azioni concrete nelle diocesi, nelle parrocchie e in altre istituzioni e organizzazioni. “Probabilmente c’è bisogno di una consapevolezza ancora maggiore a tutti i livelli e in tutte le aree di responsabilità, che in generale fa la differenza se le decisioni servono alla sostenibilità o meno. Questo include, per esempio, la ristrutturazione energetica degli edifici, le questioni della mobilità, la scelta del cibo, l’affitto di terreni della chiesa o gli investimenti finanziari”. “Anche ogni volontario locale può lavorare per il cambiamento – è la conlcusione – questo impegno è importante e utile, non dobbiamo allentare i nostri sforzi. Agiamo con saggezza e restiamo solidali nei pensieri, nelle parole e nelle azioni. Una solidarietà così profonda può anche essere rimedio contro le paure per il futuro che, di fronte alla crisi climatica, preoccupano non poche persone. Se ci mettiamo a lavorare insieme e confidiamo nell’aiuto del Dio Creatore, allora sarà più facile”.