Germania, suicidio assistito. I vescovi: opzione inaccettabile

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Roberta Barbi – Città del Vaticano

“Nella sua sentenza del 26 febbraio 2020, la Corte costituzionale federale ha dichiarato incostituzionale il paragrafo 217 del diritto penale che nel 2015 aveva introdotto il divieto al suicidio assistito”. È quanto scrivono i vescovi tedeschi ricordando che in pratica questo pronunciamento depenalizza il suicidio assistito anche in caso di malattia non terminale. “La Corte è dell’opinione che il rispetto della dignità umana richiede che la possibilità del suicidio volontario sia mantenuta aperta anche all’individuo. In questo contesto, l’individuo ha anche il diritto di accettare assistenza per il suicidio – spiegano i presuli – allo stesso tempo, i giudici concedono al legislatore la possibilità di regolare il suicidio assistito in modo tale che la libertà di scelta sia preservata, ma allo stesso tempo le persone siano protette da un’attuazione affrettata o addirittura determinata dall’esterno del desiderio di morire”.

Opzione eticamente inaccettabile

Subito dopo la pubblicazione della sentenza, il presidente della Conferenza episcopale tedesca e il presidente del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania hanno rilasciato una dichiarazione congiunta che critica la sentenza definendo il suicidio assistito “un’opzione eticamente inaccettabile”. “Anche da un punto di vista cristiano, la libertà dell’individuo di modellare la vita secondo le proprie idee in ogni fase è di fondamentale importanza e un sistema giuridico liberale impegnato nella protezione dell’autonomia umana – hanno dichiarato – è un grande bene. Questa autodeterminazione, rispettata dallo Stato costituzionale, deve ovviamente applicarsi anche al morire, tuttavia, questo non rende il suicidio assistito un’opzione eticamente accettabile”. I vescovi tedeschi sono consapevoli che ci possono essere situazioni nella vita in cui le persone sviluppano desideri suicidi o addirittura si sentono spinte a commettere tali atti, ma è proprio allora che vanno attuate attività di prevenzione di questa pratica estrema, come il sostegno nei momenti più bui, la promozione degli hospice e delle cure palliative.