Germania, rappresentanti religiosi uniti per la pace in Ucraina

Vatican News

Roberta Barbi – Città del Vaticano

Un appello urgente alla pace si leva dall’annuale incontro dei rappresentanti della Conferenza episcopale tedesca e della Chiesa evangelica in Germania con i membri della Conferenza rabbinica generale e della Conferenza rabbinica ortodossa di Germania che si è concluso nei giorni scorsi a Francoforte. “La popolazione civile è quella che soffre di più a causa dei continui bombardamenti di zone residenziali, scuole e ospedali, con migliaia di persone cacciate dalle loro case e costrette a fuggire in altre parti del Paese o nei Paesi vicini. La guerra, che dura ormai da più di tre settimane, è diretta contro l’Ucraina, ma colpisce tutta l’Europa”, scrivono in un messaggio congiunto.

Non lasciare soli i rifugiati

I rabbini e i rappresentanti delle Chiese sono rimasti molto colpiti dalla solidarietà attiva delle proprie comunità verso i rifugiati provenienti dall’Ucraina. “Un’ondata di profonda solidarietà sta attraversando le comunità ebraiche – ha detto il rabbino Julian-Chaim Soussan di Francoforte – oltre ai leader e alle organizzazioni della comunità, spesso sono gli individui o i singoli gruppi a farsi coinvolgere spontaneamente”. Il rabbino chiede alla comunità che questo impegno non diminuisca nei prossimi mesi, perché “i rifugiati continuano ad avere bisogno del nostro sostegno. Non dobbiamo lasciarli soli”. “Dopo più di tre settimane di spargimento di sangue, non si tratta di raggiungere posizioni, ma di porre fine alla guerra – ha detto a sua volta Andreas Nachama, presidente della Conferenza rabbinica generale di Germania – secondo la tradizione ebraica è buona norma, prima di leggere l’ultima riga delle Diciotto benedizioni, che parla di pace, tornare indietro di tre passi, perché solo se si cambia anche la propria posizione si può contribuire alla pace. Che coloro che decidono di smettere di combattere facciano di questo il loro motto”.

Monsignor Neymeyr: la guerra è sempre una sconfitta

Una sconfitta dell’umanità, questa è la guerra secondo il vescovo di Erfurt, monsignor Ulrich Neymeyr: “Chiunque la inneschi commette un crimine davanti a Dio e agli uomini – ha detto – completamente inaccettabili, quindi, sono tutti i tentativi di dare alla guerra una legittimità religiosa”. “Le armi non sono uno strumento per costruire la pace – ha dichiarato la presidente del Consiglio della Chiesa evangelica, Annette Kurschus – nel migliore dei casi, possono servire come deterrente per gli aggressori che non si preoccupano del diritto internazionale e vogliono istigare guerre criminali di aggressione, oppure utilizzate per autodifesa, come ultima tra le risorse. Il conflitto in l’Ucraina mette tutta l’Europa di fronte alla questione dell’incommensurabile miseria che la guerra produce e accende la luce anche sulla questione della prevenzione in futuro di guerre come questa. Noi, come Chiese, con la nostra voce di pace, non dobbiamo rimanere in silenzio su questo”.

L’appello dei vescovi tedeschi per le donazioni: testimonianza di carità

Grande è la mobilitazione della Chiesa tedesca verso la popolazione ucraina che ha subito innumerevoli vittime in poche settimane. “Migliaia di soldati e civili sono morti, molti altri sono stati feriti o hanno perso tutto; milioni di persone, soprattutto donne e bambini, sono in fuga: all’interno dell’Ucraina e verso i Paesi a ovest”, spiegano i vescovi che tendono una mano a chi ha bisogno di protezione. “Nella situazione angosciante che molte persone stanno attualmente soffrendo, gli Stati, ma anche le società e tutti i cittadini hanno il dovere di aiutare – testimoniano – le diocesi tedesche hanno quindi già messo a disposizione grandi somme dai loro fondi per il soccorso in caso di disastri e per il lavoro della chiesa mondiale nelle prime settimane di guerra”.

Anche il presidente della Conferenza episcopale tedesca, monsignor Georg Bätzing, lancia il suo appello in favore di un ulteriore aiuto: “Invitiamo ancora una volta i fedeli a fare donazioni per chi ha bisogno: per coloro che resistono in Ucraina e per i rifugiati che devono essere assistiti nei Paesi vicini o che sono giunti in Germania – ha detto – a molti mancano i beni di prima necessità come cibo, vestiti e un tetto temporaneo sulla testa. Coloro che sono arrivati nel nostro Paese non dipendono solo dal sostegno delle autorità statali, ma anche dall’aiuto delle Chiese, per questo vi chiediamo di aiutarci: è una testimonianza di carità vivente. Mostra chi siamo come cristiani”.