Roberta Barbi – Città del Vaticano
Lo stress come fattore negativo, ma anche aspetti positivi quali una maggiore ricerca di coesione sociale e il raggiungimento di competenze preziose in ambito tecnologico: è questa la fotografia che fa della gioventù tedesca in tempi di pandemia da Coronavirus l’Ufficio della Pastorale giovanile della Conferenza episcopale della Germania, i cui rappresentanti, come specificato sul sito dell’Episcopato, si sono riuniti a Weimar in assemblea proprio per discutere la messa a punto di nuove linee guida.
C’è bisogno dei giovani come costruttori di ponti
In condizioni sociali mutevoli, infatti, c’è bisogno di continuare a guardare con attenzione ai gruppi target e di assicurare le risorse per il lavoro giovanile: questo hanno sostenuto durante l’incontro i circa 70 rappresentanti presenti fisicamente o solo telematicamente. “Abbiamo bisogno di costruttori di ponti che possano ora portare il costrutto teorico alla vita concreta – ha detto il neopresidente della Commissione Giovani della Conferenza episcopale, monsignor Johannes Wübbe, che è anche vescovo ausiliare Osnabrück – usate le linee guida come orientamento per un ulteriore sviluppo della pastorale giovanile sul campo”.
Imprevedibilità e incapacità di pianificare: questi i nuovi nemici
Nell’analisi psicosociale che è stata presentata della gioventù tedesca da due anni alle prese con le dinamiche della pandemia, è emerso che si possono osservare chiari effetti delle chiusure sugli adolescenti, ad esempio il rischio di malattie mentali tra i giovani la cui incidenza è aumentata. La mancanza di prevedibilità e di pianificazione, poi, risultano gli aspetti evidenziati come particolarmente problematici dagli stessi giovani che hanno risposto a un sondaggio. Allo stesso tempo, però, si possono osservare aspetti positivi, come una maggiore disponibilità ad aiutare e la coesione sociale, così come un incremento diffuso delle competenze digitali.
Una Pastorale giovanile che insegni la resilienza
Nel corso dell’assemblea sono stati presentati anche i risultati di uno studio che ha mostrato come il numero di partecipanti al lavoro di Pastorale giovanile della Chiesa sia chiaramente in calo. Da un lato, certe offerte non potevano essere compensate dai formati digitali, ma c’è stata anche una mancanza di informazioni, supporto e aiuti tecnici durante il blocco: queste le motivazioni rilevate. Allo stesso tempo, là dove i responsabili hanno dimostrato maggiori doti di creatività e spontaneità, è emerso qualcosa di nuovo, tanto che molti partecipanti hanno sottolineato quanto la fede abbia dato loro forza durante la pandemia. “Le consultazioni congiunte hanno acuito l’attenzione su ciò che è essenziale nella pastorale giovanile: i giovani si aspettano offerte di relazioni attraenti e autentiche, soprattutto in un momento così difficile della pandemia. Le nuove linee guida per la pastorale giovanile sottolineano la diversità delle interpretazioni ideologiche in cui si trova la pastorale giovanile. Accettiamo queste due sfide”, ha detto a conclusione dell’incontro la responsabile dell’Ufficio di pastorale giovanile della Conferenza episcopale tedesca, Bianka Mohr.