Chiesa Cattolica – Italiana

Gen Rosso: la nostra musica a Lampedusa per sostenere gesti di fraternità

Adriana Masotti – Città del Vaticano

In collegamento con migliaia di “Ragazzi e Ragazze per l’Unità” del Movimento dei Focolari di tutto il mondo, il Gen Rosso si esibirà il 26 febbraio, alle ore 12.30, in un concerto a Lampedusa. Concerto che sarà trasmesso anche in streaming “per far viaggiare sulle onde degli oceani – spiega un comunicato della formazione artistica nata dal carisma per l’unità di Chiara Lubich – un SOS, un appello, una preghiera per la pace e per l’accoglienza fraterna”. 

L’isola di Lampedusa, esempio di accoglienza

“L’attuale situazione mondiale – affermano gli organizzatori del concerto – ci richiama a una presa di coscienza che l’umanità è davvero una grande famiglia. In famiglia c’è accoglienza. Un’accoglienza che ci spinge a dedicarci a chi è più fragile e ha più bisogno. E ciò che vive la gente di Lampedusa, isola simbolo della migrazione.” Il Gen Rosso desidera perciò sostenere con la sua musica e con la sua presenza la popolazione locale che accoglie chi – per guerra, fame, violenza – è costretto a lasciare la sua terra. Con i suoi abitanti ci saranno tanti momenti di condivisione, tra cui la Messa festiva il giorno dopo il concerto, che il Gruppo animerà con le sue canzoni.

Il Gen Rosso a Lampedusa (foto di Michele Socci)

In Colombia con il musical Streetlight 

Da tempo all’attività artistica il Gen Rosso ha affiancato una particolare attenzione ai giovani e alla loro formazione tramite appositi progetti di “Arte&Educazione” dove protagonisti sono i giovani stessi. Uno di questi progetti riguarda i ragazzi ospiti del Centro educativo “Sol Naciente” in Colombia che, in collaborazione con Mosaico-Gen Rosso Local Project della Spagna, gli artisti stanno accompagnando lungo un percorso che li porterà a mettere in scena lo storico musical Streetlight, insieme ad alcuni componenti della band, e che sarà trasmesso in diretta streaming il 12 marzo.

Emanuele: la nostra musica e la nostra preghiera per la pace 

Emanuele Chirco, direttore musicale e arrangiatore del Gen Rosso, oltre che impegnato alle tastiere, spiega da che cosa nasce la volontà del Gruppo di lanciare proprio da Lampedusa un messaggio di vicinanza e di solidarietà a quanti già vivono questa dimensione nei confronti, in particolare, di uomini donne e bambini che arrivano da lontano sulle coste della loro isola:

Ascolta l’intervista a Emanuele Chirco

Emanuele, sabato un concerto a Lampedusa dal vivo, dopo una lunga pausa, e in streaming. Perchè proprio a Lampedusa? 

Lampedusa, questo piccolo lembo di terra nel mar Mediterraneo, pur essendo così piccola, ha saputo allargare le braccia e accogliere le migliaia di migranti che sono arrivati in questi anni. Ci sembrava un gesto molto bello poter andare lì e, in questo caso, non tanto per stare vicino ai migranti – che pure in qualche maniera è probabile che potremo anche incontrare – ma soprattutto per stare vicino alle persone del posto che tanto si sono prodigate e continuano a farlo senza risparmio alcuno. Vogliamo andare lì e dire a loro che per noi, per l’Europa, ma anche per il mondo intero, quello che stanno facendo è una cosa molto molto importante.

Avete avuto già qualche contatto con la comunità locale, con le persone del posto?

Certamente, tutto il programma della visita è stato organizzato insieme, noi abbiamo voluto proporci e la comunità del posto ha accolto questa nostra iniziativa in modo straordinario. Infatti, ci saranno dei momenti che trascorreremo proprio con loro, infatti, al di là del grande concerto che faremo in piazza alle 12 e che sarà trasmesso in streaming sabato e al di là del concerto che faremo poi lunedì per la scuola, ci saranno altri momenti come il concerto acustico il sabato sera proprio per la gente che subito si è prodigata anche nell’accoglienza verso di noi.

Un concerto del Gen Rosso (foto d’archivio)

Lo spettacolo che offrirete anche in streaming si inserisce in un contesto più ampio che impegna i giovani del Movimento dei Focolari con azioni concrete di solidarietà. Quale visione del mondo c’è alla radice di questa iniziativa?

Si tratta del progetto “Hombre Mundo”, un progetto che coinvolge migliaia di ragazzi e ragazze del Movimento dei Focolari in tutto il mondo e lo scopo è formarsi alla fraternità universale scoprendo e condividendo le ricchezze di ogni popolo, accettando le diversità, impegnandosi insieme anche per le grandi sfide del pianeta e sviluppando un senso della cittadinanza attiva già in giovanissima età. Anche questo progetto nasce da un’intuizione della fondatrice dei Focolari, Chiara Lubich, che diceva che ogni uomo è figlio del mondo intero, che siamo tutti figli di un mondo che idealmente ci abbraccia tutti come una grande famiglia, quindi essere un “uomo mondo” significa anche, in qualche maniera, uscir fuori dalle nostre zone di confort e accettare tutto il resto, anche di diverso e di lontano da noi, che c’è. Dal 25 al 27 febbraio, i giovani hanno organizzato un appuntamento on line a livello mondiale e un momento di preghiera per la pace che si terrà proprio sabato 26, e noi ci collegheremo con questa iniziativa di “Hombre Mundo”.

Ecco, ma c’è un secondo progetto che vede impegnato il Gen Rosso in questo periodo ed è a favore dei ragazzi ospiti di un Centro in  Colombia. Emanuele, ci dici qualcosa di più in merito?

Il Gen Rosso è sempre stato in tournée e ha sempre realizzato, in parallelo ai concerti, degli workshop cioè una serie di attività con scuole e con gruppi del posto che poi culminano con uno spettacolo che si fa nel teatro della città dove in quel momento ci troviamo. Tutto questo, ovviamente, in questi due anni non lo abbiamo potuto più fare e allora, accanto ai concerti in streaming che abbiamo cercato di realizzare un po’ reinventandoci per stare vicini alle persone, ci siamo detti perché non fare lo stesso con gli workshop. Abbiamo cominciato con questo progetto, nato un anno e mezzo fa, per gli ospiti del Centro educativo “Sol Naciente”. I ragazzi hanno potuto studiare su alcuni nostri video e su altro materiale che abbiamo mandato loro on line, lezioni di danza, di musica, e periodicamente siamo entrati in contatto con loro. Lo spettacolo che realizzeremo il 12 marzo in streaming altro non è che la messa in scena, la conclusione, di quello che normalmente andiamo a fare sul posto, e sarà la rappresentazione del nostro musical Streetlight.

Locandina del musical Streetlight

Streetlight perché ha una forte carica educativa, porta un messaggio forte ai ragazzi?

Sì, porta un messaggio forte, un messaggio di tolleranza. Streetlight è un musical che ha fatto sempre tanta breccia nei giovani perchè presenta una tematica molto attuale, quella delle fazioni, delle bande che si creano nei quartieri, nei sobborghi delle città tra i giovani, quelle rivalità che spesso, purtroppo, culminano anche con delle uccisioni, come racconta, appunto, la storia di Streetlight dove però, alla fine, il senso della comunità, della tolleranza, della unità e di una fraternità civica, laica – ma che nel nostro caso parte dal Vangelo applicato – , prende il sopravvento e ha la meglio. E’ uno spettacolo che dai giovani è stato veramente capito, accolto, è piaciuto tantissimo.

Non posso fare a meno, Emanuele, di farti una domanda legata all’attualità di questi giorni, perché viviamo tutti il dolore di ciò che sta accadendo in Ucraina. Voi che vivete e testimoniate con la vostra musica l’ideale dell’unità della famiglia umana, come vivete questo momento?

Naturalmente ci sentiamo toccati da questo evento. Per noi anche in questo caso il riferimento è il Papa perché lui ha sempre dichiarato che la maggior parte dei problemi dell’umanità – anzi il Papa dice tutti i problemi – nascono dalle guerre: la fame nasce dalle guerre, l’immigrazione e la fuga dalle proprie terre nascono dalle guerre, e indubbiamente la guerra è sempre assolutamente da evitare. Con questa preghiera, con questo SOS che lanceremo dalle coste di Lampedusa, vogliamo raggiungere tutte le criticità del momento. Là dove ci possa essere una qualunque tensione, il Gen Rosso con la musica e con le canzoni vuole essere vicino alla gente che soffre, vuole essere speranza di vita, di pace e di fraternità per tutti i popoli.

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