Il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo ha riferito che le bombe della notte scorsa avrebbero causato diversi morti e feriti. Mentre il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano vola sulla Striscia, il premier Netanyahu è determinato a sconfiggere ad ogni costo Hamas nella prospettiva di instaurare il completo controllo della sicurezza
Antonella Palermo – Città del Vaticano
Il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp) ha annunciato “un numero significativo di morti e feriti” in un “bombardamento” della sua sede a Gaza City, evacuata dai suoi dipendenti e ora occupata da centinaia di sfollati palestinesi.
Undp: la tragedia dei civili morti deve finire
“La tragedia in corso dei civili morti e feriti intrappolati in questo conflitto deve finire”, ha dichiarato l’Undp in un comunicato. “I civili, le infrastrutture civili e l’inviolabilità delle strutture delle Nazioni Unite – si legge – devono essere rispettati e protetti in ogni momento. Il diritto internazionale umanitario, compresi i principi di distinzione, proporzionalità e precauzione, deve essere rispettato e sostenuto”.
Israele assicura un corridoio umanitario
Anche oggi, 12 novembre, l’esercito israeliano ha assicurato un corridoio umanitario di 7 ore (fino alle 16:00 locali, le 15:00 in Italia) per la popolazione palestinese che da nord vuole trasferirsi a sud della Striscia. Lo ha detto su X in arabo il portavoce militare Avichai Adraee. La via interessata è quella di Salah ad Din. Adraee ha aggiunto che ci sarà un corridoio sicuro dall’ospedale Shifa a Gaza City per chi voglia raggiungere Salah ad Din e sarà assicurata una pausa “tattica” nelle operazioni militari (fino alle 14:00 ora locale) sul campo profughi di Jabalya nel nord della Striscia e nel vicino quartiere di Izbat Malien.
Netanyahu respinge il cessate il fuoco
Il Primo Ministro israeliano Netanyahu ha respinto sabato i crescenti appelli internazionali per un cessate il fuoco, affermando che la battaglia di Israele per schiacciare i militanti di Hamas al potere a Gaza continuerà con “piena forza”. Un cessate il fuoco sarà possibile solo se tutti i 239 ostaggi detenuti dai militanti a Gaza saranno rilasciati, ha detto in un discorso televisivo. Il leader israeliano ha anche insistito sul fatto che dopo la guerra, ora entrata nella sesta settimana, Gaza sarà smilitarizzata e Israele manterrà il controllo della sicurezza. Ha anche respinto l’idea che l’Autorità Palestinese, che attualmente amministra aree autonome nella Cisgiordania occupata da Israele, possa a un certo punto controllare Gaza.