La testimonianza del parroco all’indomani dell’attacco alla chiesa della Santa Famiglia a Gaza City: persone bravissime, un grande dolore. “Continuiamo a pregare affinché tutto ciò finisca, questa assurdità!”
Antonella Palermo e Roberto Cetera – Città del Vaticano
“La situazione già va oltre la tragedia”: è quanto afferma a Radio Vaticana – Vatican News il parroco di Gaza, padre Gabriele Romanelli, all’indomani dell’attacco israeliano alla parrocchia cattolica della Sacra Famiglia in cui hanno perso la vita due persone. “Da dopo i giorni di tregua, la zona di al Zeitoun ha cominciato ad essere molto movimentata, tanti bombardamenti…”, racconta il religioso. Spiega che la situazione si è fatta particolarmente critica la sera precedente l’attacco, con il ferimento di tre persone nella chiesa latina. Riferisce che una persona ferita alle gambe è stata curata con quello che aveva a disposizione uno dei medici che si trova rifugiato lì in parrocchia. “Poi, per quanto riguarda il tristissimo fatto successo“, precisa che tutti coloro che sono stati coinvolti nell’evento sono da lui noti, “tutti carissimi membri della comunità cristiana, anzi parrocchiani, cattolici”.
Il dolore per Nahida e Samar, sempre attive nella chiesa
“La mamma rimasta uccisa, Nahida, e sua figlia, Samar, erano persone bravissime…”, ricorda Romanelli. “Nahida era mamma di una famiglia numerosa, con tanti figli, quasi tutti sposati… Tra i figli non sposati c’era appunto Samar, la donna che è stata uccisa. Samar era la cuoca della Casa della Suore di Madre Teresa. Entrambe, mamma e figlia, partecipavano a tutte le attività”, racconta accorato padre Romanelli. Il parroco ricorda che la parrocchia cattolica della Sacra Famiglia di Gaza, seppur piccola numericamente, è molto attiva, con tanti gruppi. “Per esempio, Nahida faceva parte del gruppo della Confraternita delle donne, il gruppo Sant’Anna. Era molto attiva in questo gruppo – sottolinea – e poi in tutte le attività alle quali partecipavano le famiglie, lei veniva con i figli, i nipoti… E Samar anche, Samar prendeva su di sé molti incarichi, ci aiutava ad organizzare tante attività, anche con i giovani e con lo stesso gruppo di Sant’Anna. Tutti, tutta quella famiglia, la famiglia Anton, sono molto legati alla chiesa, alla parrocchia. È un grande dolore”.
Venga la pace su questa Terra santa
Romanelli invita ancora a levare preghiere: “Continuiamo a pregare affinché tutto ciò finisca, questa assurdità… Come abbiamo ripetuto tante volte, un mese di guerra, un’ora di guerra, un minuto di guerra, non fa altro che accrescere il numero di vittime, e non fa altro che privare le persone della pace, della vita quotidiana. Mi raccomando – conclude – chiediamo e chiedo a loro nome il conforto della Madonna Santissima, la fine della guerra e la pace su tutti, su Gerusalemme, la pace su tutti quegli abitanti di questa Terra Santa, sia in Palestina che in Israele”.