Chiesa Cattolica – Italiana

Gaza, proposta Usa: un porto per l’accesso degli aiuti umanitari

Un molo temporaneo sulla costa di Gaza per far giungere gli aiuti umanitari alla popolazione palestinese stremata da sei mesi di guerra. Il progetto è stato proposto dagli Stati Uniti

Stefano Leszczynski – Città del Vaticano

Il piano statunitense è stato lanciato dal presidente americano, Joe Biden, e ha riscosso il favore dell’Onu e il consenso di Israele. Ma, per realizzare in tempo record l’infrastruttura, occorre un accordo per il cessate il fuoco, che, nonostante gli sforzi diplomatici, appare ancora lontano e potrebbe non arrivare per il Ramadan.

L’emergenza umanitaria a Gaza

Israele annuncia che continuerà la sua offensiva contro Hamas, anche a Rafah, nel Sud della Striscia di Gaza al confine con l’Egitto, nonostante le crescenti pressioni internazionali ad intavolare un negoziato che almeno giunga ad una tregua temporanea. Lo ha ribadito il premier Benjamin Netanyahu, mentre fonti governative israeliane hanno fatto trapelare il favore del Paese al piano statunitense per la costruzione di un molo temporaneo che permetta di rifornire Gaza via mare degli aiuti umanitari, cibo e medicinali soprattutto, ormai necessari per una popolazione ridotta alla fame. Il progetto è stato annunciato dal presidente Biden nel suo Discorso sullo Stato dell’Unione, specificando che non ci saranno truppe americane sul terreno mediorientale.

Assenso dell’Onu al piano americano

Le parole di Biden hanno ottenuto l’apprezzamento del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, proprio nel momento in cui il Palazzo di Vetro ha lanciato un nuovo allarme secondo il quale almeno 576 mila persone nella Striscia di Gaza è sull’orlo della carestia. Nella notte nuovi lanci di aiuti umanitari sono stati effettuati congiuntamente dalle forze aeree di Stati Uniti e Giordania, mentre i valichi di terra restano blindati e i negoziati per un cessate il fuoco permane una situazione di stallo. Sul tavolo delle trattative, oltre a una tregua di sei mesi, anche il ritorno dei palestinesi nel nord di Gaza e il rilascio degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas.

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