Lo stop alle operazioni militari nel sud della Striscia inizierà alle 8 e rimarrà in vigore fino alle 19, ogni giorno fino a nuovo avviso, per consentire ai camion degli aiuti di raggiungere il valico di Kerem Shalom, controllato da Israele. Secondo l’Onu, a Gaza, dove il 75 per cento dei 2,4 milioni di abitanti è sfollato per la guerra, è alto il rischio carestia. Ieri uccisi in due scontri 10 militari israeliani
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
All’alba del giorno di guerra 244 nella Striscia di Gaza, dopo l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre scorso, l’esercito israeliano ha annunciato una “pausa tattica” nella sua offensiva a Rafah, per consentire la consegna di maggiori quantità di aiuti umanitari. Una pausa che inizierà alle 8 e rimarrà in vigore fino alle 19, ogni giorno fino a nuovo avviso, allo scopo di consentire ai camion degli aiuti di raggiungere il valico di Kerem Shalom, controllato da Israele, il principale punto di ingresso degli aiuti in arrivo, e di viaggiare in sicurezza verso un’autostrada vicina per consegnare rifornimenti in altre zone di Gaza. Secondo le Nazioni Unite, la carestia minaccia la Striscia di Gaza, dove il 75 per cento dei 2,4 milioni di abitanti è stato sfollato a causa della guerra.
Usa: Qatar ed Egitto parleranno con Hamas sulla tregua
La decisione di Israele arriva in un momento nel quale le speranze diplomatiche di un cessate il fuoco, legate al piano annunciato a fine maggio dal presidente statunitense Joe Biden, sembrano allontanarsi. Il consigliere per la Sicurezza nazionale americano Jake Sullivan ha detto ieri sera, a margine del Vertice per la pace in Ucraina in corso in Svizzera, che i mediatori di Qatar ed Egitto intendono coinvolgere presto Hamas, per cercare di portare avanti la proposta di Biden. Il consigliere Usa ha spiegato di aver parlato brevemente con il premier qatariota Sheikh Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, anche al summit di Lucerna, e che il loro confronto sulla questione proseguirà anche oggi. Hamas ha accolto con favore la proposta di cessate il fuoco, ma insiste che qualsiasi accordo debba garantire la fine della guerra: richiesta che Israele continua a respingere. Sullivan ha affermato che i funzionari statunitensi hanno esaminato attentamente la risposta del movimento islamista al potere nella Striscia di Gaza. “Riteniamo che alcune delle modifiche non siano inaspettate e possano essere gestite. Alcune di esse sono incoerenti sia con quanto stabilito da Biden sia con quanto approvato dal Consiglio di sicurezza Onu. E dobbiamo affrontare questa realtà”, ha detto il consigliere per la Sicurezza nazionale americano. Sullivan ha aggiunto che i funzionari Usa credono ci sia ancora una strada verso un accordo e il prossimo passo sarà che i mediatori del Qatar e dell’Egitto parlino con Hamas ed “esaminino ciò su cui si può lavorare e ciò su cui realmente non si può lavorare”.
Dieci soldati israeliani morti nella giornata di ieri
Nella giornata di ieri, l’esercito israeliano ha subito la perdita di 10 militari. Otto sono stati uccisi nell’esplosione di un veicolo corazzato a Rafah, nel sud della Striscia, e altri due soldati sono stati uccisi in combattimento nel nord. Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha espresso il suo dolore in un video, definendo la caduta “dei nostri eroici guerrieri”, un “prezzo straziante nella nostra giusta guerra la difesa della Patria”. Nonostante il costo elevato “e sconcertante – ha aggiunto – dobbiamo attenerci agli obiettivi della guerra: la distruzione delle capacità militari e governative di Hamas, il ritorno di tutti i nostri rapiti, assicurandoci che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele”
Dodici arresti a Tel Aviv in corteo contro Netanyahu
E ieri migliaia di manifestanti sono scesi in piazza in diverse città di Israele per chiedere la liberazione degli ostaggi e protestare contro il governo di Netanyahu. Anche l’ex ministro Benny Gantz ha partecipato a una manifestazione a Sha’ar HaNegev nel sud di Israele, meno di una settimana dopo essersi dimesso dal governo. La polizia israeliana ha reso noto che 12 persone sono state arrestate per violazioni dell’ordine pubblico nella manifestazione che si è svolta ieri sera a Tel Aviv. Intanto l’Iran torna a lanciare anatemi contro Israele. Il ministro degli Esteri iraniano ad interim, Ali Bagheri ha dichiarato che “È necessario che i Paesi islamici usino tutti gli strumenti disponibili per fermare il genocidio sionista a Gaza”.