Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
L’operazione ‘Breaking Dawn’ “continuerà per quanto necessario”. Lo ha detto il premier israeliano Yair Lapid, mentre l’esercito ha proseguito, la notte scorsa, a bombardare Gaza in risposta al lancio di razzi sul suo territorio. Sembra però sempre più vicino l’inizio della tregua umanitaria, previsto alle 20 ora locale di stasera, avanzata da mediatori egiziani, che dovrebbero annunciare nelle prossime ore l’accettazione del cessate il fuoco sia da parte israeliana che da parte della jihad islamica palestinese.
L’aumento delle vittime a Gaza
Secondo un ultimo drammatico bilancio delle autorità sanitarie di Gaza, in tre giorni di combattimenti sarebbe arrivato a 31 il numero delle vittime nella Striscia, tra loro vi almeno sei bambini, oltre 250 i feriti. Israele nega la responsabilità di tutte le morti, denunciando il continuo lancio di razzi palestinesi, circa 500, sparati nelle sud di Israele, il 96% dei quali intercettati dalle batteria di difesa Iron Dome, dove le sirene di allarme, soprattutto nelle città di Sderot e Ashkelon, risuonano senza sosta.
Il rischio per Gerusalemme
I timori sono ora anche concentrati su Gerusalemme, dove ci si appresta a celebrare la festività ebraica di Tisha B’Av. Sirene di allarme sono risuonate stamane alla periferia della città, dove i luoghi dei riti sono presidiati da massicci schieramenti di polizia.