Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
Tre anni di restauro e un finanziamento di circa due milioni di euro hanno permesso di salvare, e di riaprire al pubblico lo scorso 24 gennaio, una chiesa bizantina del V secolo, scoperta nel 1997 nei pressi di Jabalia, 4 chilometri a nord di Gaza, con il suo tesoro di iscrizioni in greco e, soprattutto, di 400 metri quadrati di mosaici, la parte più preziosa degli 800 metri quadrati dell’area restaurata. Palme da dattero, alberi da frutto, grappoli di uva, leoni, gazzelle, cavalli, mucche e altri animali, appaiono sui mosaici che in primo piano hanno scene di caccia, fauna e flora.
Il periodo cristiano di Gaza
Il lavoro, portato avanti dalla ong francese Première Urgence Internationale, in collaborazione con l’Ecole biblique et archéologique française di Gerusalemme, con un finanziamento di 250 mila dollari da parte del British Council, è di fondamentale importanza per la storia di Gaza perché ne riflette il periodo cristiano, come ha spiegato l’archeologo René Elter, direttore scientifico del restauro del monastero di Saint Hilarione, l’unico altro sito archeologico, assieme alla chiesa, accessibile al pubblico a Gaza. I mosaici e la chiesa intera, precisa l’ong francese, sono stati danneggiati “dal passaggio di carri armati durante la guerra del 2012”. Così come, decenni di conflitto, hanno inflitto durissime perdite al patrimonio storico della Striscia, che conta i resti di cinque millenni di storia, dall’età del bronzo, agli anni del dominio ottomano e britannico.
Una grande gioia per i cattolici
“E’ una cosa veramente molto importante per la comunità cristiana – spiega padre Gabriel Romanelli, parroco della chiesa della Sacra Famiglia a Gaza City – non dimentichiamo che nella Striscia noi cristiani siamo intorno al migliaio. Questa chiesa del V Secolo è una testimonianza della presenza enorme del cristianesimo in tutta l’area”. La Chiesa bizantina nel quinto secolo era unita alla Chiesa cattolica, dunque, prosegue il sacerdote, questa inaugurazione è “motivo di vera gioia e noi ringraziamo Dio per questo dono, quello di un luogo da andare a visitare e dove poter pregare per proprio conto, in unione con tutti i cristiani del mondo”. La presenza cristiana a Gaza vive una costante e inesorabile diminuzione. Dal 2007 ad oggi si è passati dai 7 mila fedeli ai 1000 cui faceva cenno padre Romanelli, una percentuale davvero minima rispetto ai 2,3 milioni di abitanti a Gaza. Per questo l’inaugurazione della chiesa è davvero importante per i cristiani, in particolare per i cattolici, che sono 134 anime in tutto. “Non dimentichiamo mai – conclude Romanelli – che la nostra parrocchia si chiama della Sacra Famiglia, per ricordare che i primi cristiani a passare per Gaza, sono stati Gesù con San Giuseppe e la Madonna quando sono fuggiti da Betlemme verso l’Egitto. Quindi, questa inaugurazione, è una grande gioia per tutta la comunità cristiana e per la parrocchia cattolica”.